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Ted Lasso ci insegna a vivere la vita, anche se non conosciamo le regole

Ted Lasso
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L’articolo contiene spoiler di Ted Lasso

La vita è fatta di scelte che compiamo ogni giorno, decidendo quale strada percorrere o quale porta aprire. Scelte che ci obbligano a lasciare sempre qualcosa indietro, riempiendo i nostri pensieri di dubbi e di rimpianti. È così per noi persone normali, ma queste decisioni sono affrontate anche da scrittori o sceneggiatori delle nostre serie tv preferite. Vengono svolte a un livello completamente diverso dal nostro influenzando migliaia, se non milioni, di persone e possono dare vita a molto altro.

Bill Lawrence non è mai stato un uomo banale: la sola idea di ambientare una comedy all’interno di un ospedale era completamente pazza, eppure Scrubs ha trovato il successo nel suo essere unica. Un precedente che non influenza le scelte di Lawrence in quanto tale, ma ne definisce e descrive il pensiero. Anche per questo ogni suo prodotto che ha seguito la serie medica non vive nella sua ombra ma emana freschezza. Ted Lasso è l’ennesimo attestato di talento del produttore e, ancora una volta nella sua vita, nasce da un ambiente completamente estraneo.

Prima di Ted Lasso non esisteva nulla del genere

Ted Lasso

Non esisteva una serie tv calcistica così di successo, né tantomeno un prodotto calcistico così poco incentrato sulle partite e così tanto sugli individui nella società. Quel sentore di famiglia viene respirato dai primi minuti, insieme al profumo di erba appena tagliata e té delle cinque. Questi sono gli incipit sensoriali che l’omonimo protagonista e noi spettatori proviamo. Ted è un uomo semplice, così semplice che è uno dei personaggi più complicati e su più livelli mai apparsi in una comedy. Sotto ogni strato di bontà e gentilezza se ne cela un altro con le medesime caratteristiche.

Prima parlavamo di scelte nel mondo delle serie tv e Ted Lasso è nata da una di queste. Quando si crea un prodotto si è davanti ad una lunga e complicata serie di “Questo o quello?“. Comedy o drama? Trama orizzontale o episodi autoconclusivi? Cast collettivo o protagonista in primo piano? Personaggi positivi o negativi? Ambiti sconosciuti o totalmente familiari? Combinando queste risposte si arriva a creare praticamente ogni tipo di scheletro possibile per una serie tv. Eppure il coraggio nella vita è quello di muoversi controcorrente, non tanto per il gusto di farlo, ma perché è quella la strada giusta da percorrere per noi.

Ted Lasso nasce dalla scelta di non pianificare scelte

Lo spirito del protagonista rispecchia al completo quello del prodotto, pronto a gettarsi in un mondo nuovo e sconosciuto con la consapevolezza di farcela. Coach Lasso rischia, lo fa volando oltreoceano per dare spazio al suo matrimonio e un nuovo futuro alla propria carriera. Decide di prendere in mano le redini del Richmond F.C., club calcistico inglese, senza nemmeno conoscere le regole di quello sport. Una scelta avventata e fuori di testa, ma in grado di aprire un mondo davanti ai suoi e ai nostri occhi: lo spirito e il punto di vista esterno di un uomo come lui sono in grado di stravolgere le dinamiche dello sport più diffuso al mondo.

Coach Lasso non capisce il senso dei pareggi da un punto ciascuno, le sovrapposizioni sulla fascia o il fuorigioco, ma la sua totale incapacità di vedere le partite come gli altri gli permette di lasciare spazio ad un’osservazione più umana e volta ad aiutare i giocatori come persone. Ted diventa un padre per un gruppo che cercava un allenatore ma aveva bisogno di tutt’altro. Lo fa nel modo più naturale e smielato possibile, talmente tanto da prendere tutti alla sprovvista. Diventa quasi impossibile non fidarsi di qualcuno che senza conoscerti darebbe la sua vita per te e accetterebbe di essere umiliato e preso in giro pur di aiutarti.

I parallelismi tra personaggio e prodotto non finiscono mai

Esattamente come lui, anche il tipo di visione di Bill Lawrence verso il calcio è totalmente diversa da quella di noi tifosi. Proprio per questo le partite affrontate sono importanti solo in quanto punti di partenza o di arrivo per la narrazione di ogni episodio. Raramente vediamo tutte le azioni della gara, anzi. Più di una volta lo spettacolo nel rettangolo verde viene lasciato a commentatori che, fuori campo, ci raccontano cosa sia accaduto. Questo a invogliare lo spettatore ad addentrarsi nel mondo della serie anche se non è un patito del calcio.

L’opera di Bill Lawrence punta a raggiungere il bacino d’utenza più ampio non solo per diventare famosa, ma perché vuole esprimere un concetto che chiunque dovrebbe seguire. A volte rischiare non è solo giusto, ma necessario. Gettarsi nella mischia senza sapere come andrà a finire o anche solo come dovrai giocare va bene. La vita è una e vale la pena sfruttare al massimo ogni minuto che passa. Che tu sia un allenatore che si approccia ad uno sport nuovo o uno spettatore di fronte a una serie sul calcio, non ti deve servire altro per vivere quelle esperienze.

Distaccarsi dal calcio per Ted Lasso è fondamentale e deve rimanere così

Non vorremmo mai che nelle prossime stagioni lo sport diventasse l’attrazione principale del prodotto. Innanzitutto perché crediamo che Bill Lawrence e Jason Sudeikis siano un po’ più bravi a scrivere una comedy piuttosto che immaginare partite da 90 minuti ogni settimana. Ma soprattutto perché vorrebbe dire imporre un limite e una regola a una serie nata per abbattere le barriere. Ted Lasso è l’ennesimo prodotto avanguardistico che negli anni a venire potrebbe dominare il mercato. La prima stagione ha fatto incetta di Emmy Awards e la seconda, appena conclusa, non è stata da meno come qualità. Ma in tutto questo, non è la bravura attoriale o la regia accattivante ad averci stregato.

Ted Lasso, serie tv e personaggio, funzionano perché vanno controcorrente facendo sembrare la corrente quella sbagliata. La scrittura della trama e l’evoluzione dei personaggi in ogni episodio sorprende lo spettatore cambiando direzione rispetto a quella immaginata. Eppure guardando le scelte a mente fredda, sono le più logiche che potessero essere fatte. Pensate all’intera prima stagione, costruita attorno alla bugia di Rebecca e al fatto che prima o poi dovrà confessare a Ted il suo inganno. Vi è un’escalation di emozioni continua che porta al momento della verità, dove chiunque si sarebbe aspettato urla, pianti, dimissioni.

Cosa abbiamo avuto, invece? La risposta più coerente di tutte

Il Coach Lasso è un uomo che ha perdonato tutti nella sua vita, perché non avrebbe dovuto perdonare Rebecca? Le sue intenzioni erano negative ma gli hanno fornito una nuova vita e la possibilità di conoscere un sacco di persone con cui si trova bene. Logicamente Ted l’avrebbe dovuta perdonare e così avviene. Questo perché, pur non conoscendo le “regole” della sua reazione, Rebecca decide di essere sincera per vivere meglio. Ted Lasso ci mostra in modo diretto e chiaro che fare una scelta di vita alla cieca può rivelarsi la miglior soluzione possibile.

Certo, il Coach Ted è uno degli uomini più gentili e premurosi ai quali abbiamo mai assistito nel mondo delle serie tv. Non tutte le persone che incontreremo nella vita saranno come lui, anzi, molti punteranno a evidenziare le debolezze del prossimo e a svilirlo. Ma siamo sicuri che il gioco non valga la candela? Forse la serie non vuole dirci che ogni volta riceveremo risposte positive. Insomma, pensiamo al padre di Jamie.

Ted Lasso

Neanche in questo ambiente siamo esenti da persone meschine che vogliono svilire il prossimo. Gli esempi non finiscono con lui: pensiamo a Rupert, ex marito di Rebecca e antagonista principale della serie che rivedremo nella terza stagione. Oppure Nate che ha tradito i suoi colleghi per affiancare Rupert in Premier League, giurando vendetta a Lasso. Anche in questo mondo esiste il male e se provassimo a vivere la vita di fronte a questi personaggi riceveremmo risposte ben più negative. Ma perché non rischiare?

Lo stesso Ted aveva un rapporto tormentato e mai chiuso col padre, del quale si pente. Si pente di non avergli parlato in tempo perché, qualsiasi fosse stata la reazione, ne avrebbe avuta una. Ha veramente senso limitare la nostra vita per non rischiare momenti brutti? Ted Lasso dice di no e noi concordiamo anche se la risposta effettivamente ci è impossibile saperla. Anche di questo impareremo le regole sul campo, giocando.

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