Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Terra Amara. O almeno, su quello che posso averne capito.
Ciao a tutti. Mi chiamo Antonio Casu, ho quasi 35 anni e non ho mai guardato una soap opera in vita mia. Sognavo da tempo di poter guardarne una per un motivo valido, ma non avendolo trovato, l’ho guardata comunque e ci ho scritto un pezzo che forse non dovreste nemmeno leggere. Questo articolo si pone degli obiettivi? No. Includerà delle interessanti riflessioni sulle soap opera? Nemmeno, ma in compenso l’avevamo già fatto in passato. Parlerà approfonditamente di Terra Amara? Macché: mi è sempre piaciuto il titolo e avevo voglia di farlo. Perché sì. Perché non farlo, d’altronde.
Visto che io sono una brutta persona e non ho mai dato un’occasione a tali gemme della televisione, ho deciso di rimediare. E l’ho fatto complicandomi la vita: perché guardare una soap dall’inizio quando si può prendere una puntata a caso e cercare di capirci qualcosa senza avere alcuna possibilità di successo? Ecco, ho optato per questa soluzione e ho guardato tutta d’un fiato un’intera puntata di una delle soap opera più popolari del momento.
Terra Amara, trasmessa quotidianamente sui canali Mediaset, rappresenta l’esempio ideale per intraprendere un viaggio alla riscoperta di un genere che una certa intellighenzia guarda con disprezzo, portando avanti un esperimento senza scopi scientifici. Io, una di quelle orribili persone che hanno sempre snobbato il genere, finirò per appassionarmi? Avrò voglia di guardarne subito un’altra? Oppure non sono ancora pronto e dovrò riprovare tra una decina d’anni?
Boh, proviamo con la puntata 649, peraltro ricca di svolte di trama che mi fanno capire di aver scelto a caso una puntata chiave.
Ho visto una puntata a caso di Terra Amara, e mi è venuta voglia di andare in giro tra le campagne di Istanbul
- Ho scelto Terra Amara perché ha un titolo intrigante: i titolisti delle soap opera, normalmente, non si impegnano affatto e tirano fuori dei titolacci senza anima, ma qua si sono impegnati parecchio. Il titolo originale, d’altronde, è Bir Zamanlar Çukurova, la cui traduzione letterale sarebbe C’era una volta a Çukurova, ma volete mettere con Terra Amara? Inevitabile farsi coinvolgere, e pronunciarlo con la stessa voce suadente dell’annunciatore Mediaset.
- La sigla è ambiziosa, discretamente curata e inutilmente maestosa. Sembra la sigla di una specie di Game of Thrones ambientata da qualche parte in Turchia, ma con gli intrighi amorosi e le dinamiche tossiche tra gang criminali in un’epoca diversa dalla nostra. Che poi sì, è un po’ quello che si potrebbe dire pure per la stessa Game of Thrones, ma Terra Amara ha un titolo più bello e nomi più impronunciabili.
- In ogni caso, cosa ci fa quel cavallo gigante nella sigla? È del tutto disconnesso da tutto il resto, ma in fondo perché no.
Tutto molto “bello”, ma il meglio deve ancora arrivare.
- Dopo pochi minuti di visione, sorge spontanea una domanda: la casalinga di Voghera (che da ora in poi chiameremo “casalinga di Antiochia”) riesce a memorizzare i vari nomi? Se sì, li pronuncia correttamente? Io sono uno di quelli a cui devi ripetere il nome per una decina di volte prima di acquisirlo (forse), quindi non ne ricorderò mezzo.
- Nel corso della prima scena i due presunti protagonisti, chiamati Zuleyha e Hakan, sono subito al centro di una scena adrenalinica: il bello delle soap, d’altronde, è che non hanno mai tempo da perdere, anche se hanno la vita media di uno squalo della Groenlandia. La tensione, comunque, è palpabile: quello che all’apparenza è un rassicurante quadro familiare con un bella coppia premurosa nei confronti del figlio, è in realtà avvolta da un’ombra che aleggia sul loro rapporto. Stanno in un resort da sogno, eppure c’è qualcosa che non va. Una terza incomoda, forse innamorata di Hakan, lo nota maliziosamente.
- Ormai è chiaro: Hakan nasconde qualcosa alla bella Zuleyha, e questo è evidente da un elemento: utilizza una cabina telefonica. Hakan sta cercando qualcuno, presumibilmente ferito.
- Problemi alla dogana di Istanbul con musica eccessivamente tesa rispetto alla scena.
- Compaiono in scena i cugini turchi dei cugini gemelli di Breaking Bad, ma a quanto pare sono pure i cugini scemi. Vengono licenziati per negligenza dopo aver fatto scappare qualcuno. Sì, ma chi?
Qua dovete darmi una mano coi commenti, dai.
- Un cattivone coi baffoni bianchi e la pelata mi ricorda un vecchio spot del passato, ma non ricordo quale fosse. C’erano dei biscotti di mezzo, ma non mi viene proprio e con ogni probabilità mi tornerà in mente nel momento più inopportuno. Questa, tuttavia, è la versione evil.
- Dilagano i baffi nella Turchia di Terra Amara: diffidiamo, quindi, dai pochissimi che non li hanno e si presentano con una losca faccia pulita.
- Finalmente memorizzo uno straccio di nome: una tipa si chiama Betulla, ed è forse un easter egg legato al successone natalizio di Netflix.
- Viene menzionato un lattaio: a questo punto, la casalinga di Antiochia si distrae, si perde nei ricordi e ripensa ai flirt clandestini di una giovinezza ormai perduta.
- Il grande boss dei biscotti viene pestato nel bel mezzo di una coreografia ridicola da due tizi, manco tanto intimidatori. Il baffone, ancora meno intimidatorio, si lamenta per la scorrettezza dei due che hanno picchiato un uomo solo e se ne va, senza una scarpa, con l’etichetta di “Cenerentola”. Non è la scena che ci saremmo aspettati.
- Forse il grande boss dei biscotti copre la linea comica di Terra Amara: evidentemente, non c’erano notai disponibili.
- Oddio, forse non erano biscotti: possibile fosse uno spot natalizio coi panettoni o i pandori? Devo smetterla di pensarci.
Franco e Giuseppina, l’ernia del disco e le focacce calde
- Due tizie fin qui non viste si ritrovano con una barca di soldi fregati da una cassaforte: “Colak non sarà felice della cosa”, chiunque egli sia. Una delle due è Betulla. Qui chiamata Betul, credo. Ma io continuerò a chiamarla Betulla per comodità. Sono le due tizie ricercate da quel burlone del boss dei biscotti che forse erano panettoni.
- A Zuleyha non la fai così: segue il marito e scopre i suoi affaracci loschi. Hakan deve stare attento alla copertura.
Mediaset imposterà mai una puntata crossover tra Terra Amara e C’è posta per te per risolvere la questione? Non vedo perché non dovrebbe.
- A questo punto entra in scena la coppia di personaggi che ho preferito per ampio distacco in questa intensa puntata di Terra Amara. Lui soffre per un terribile mal di schiena, parla da solo e forse vende della verdura. Oppure, spaventato dagli acciacchi, ha acquistato frutta e verdura in una misura eccessiva per tentare una disperata svolta salutista. Una struggente musica malinconica evidenzia il senso del dovere di un uomo che manda avanti la tenuta da solo, pur dovendo fronteggiare il doloroso colpo della strega e gli anni che passano inesorabili. Anche il padre, a quanto pare, soffriva per il mal di schiena, e a chi lo dice? A un personaggio che ovviamente il pubblico conosce benissimo perché non ha avuto la strampalata idea di partire dalla puntata 649. Lei è una donna gentile e dolce, forse innamorata perdutamente di lui. Ma chi è? La domestica? La moglie? Sua sorella, visto che parliamo della Game of Thrones turca?
- I discorsi sui massaggi portano a un flirt: è pur sempre una soap, d’altronde. E ci sorprende che il primo arrivi dopo la bellezza di tredici minuti di puntata.
- Visto che i nomi turchi sono entrati da un orecchio e usciti dall’altro, li rinomineremo provvisoriamente Franco e Giuseppina.
- La domestica/moglie/sorella che nella mia testa si chiama Giuseppina, comunque, vuole fargli un massaggio a tutti i costi, ma lui vuole farselo fare da un’altra donna (la domestica? Sua moglie? Sua sorella?). Lei flirta platealmente con lui, ma lui deve portare il fardello della tenuta sulle sue fragili spalle. Credo non sia interessato affatto: ha solo bisogno di cibo e antidolorifici. Peccato: sembrano carini insieme, ma magari nella puntata precedente avevano ucciso decine di persone e io non lo scoprirò mai.
Sto facendo finta di niente, ma continuo a pensare a chi diavolo assomigli il tizio dei biscotti che forse erano panettoni.
- La scena con Franco e Giuseppina, una brutale dimostrazione della crudeltà della friendzone, si chiude con un commovente pasto veloce: un bel tè con cinque focacce alla carne. Alla carne, non con le verdure perché una tipa antipatica (sua moglie? La domestica? Sua sorella?) gliel’aveva negata alcuni giorni prima. Penso di voler approfondire la questione: la sequenza, interminabile e senza alcun contenuto apparente, dura svariati minuti e copre gran parte della seconda metà della puntata.
- Zuleyha, quella che a occhio dovrebbe essere la protagonista di Terra Amara, sparisce chissà dove, ma chi se ne frega: torniamo subito alle focacce calde di Franco. L’uomo, ancora tormentato dal mal di schiena, è finalmente sollevato da un piacere improvviso e intenso. La tensione sessuale è palpabile tra Franco… e la focaccia calda. “Le fai meglio di Fadik”, afferma lui in estasi.
- “Una buona focaccia è sicuramente meglio del börek”, incalza lei con un riferimento sibilino a non so cosa.
- Stoppo immediatamente per cercare la ricetta del börek.
- Ok, il börek è una semplicissima pasta sfoglia che puoi abbinare al ripieno che ti pare: sembra buonissima. Proverò a farla, ma non sarà mai buona quanto quello della povera Giuseppina.
(Sì, ho fame: non scrivete mai intorno all’ora di pranzo).
- Lei, forte del suo trionfo in cucina, continua a provarci senza alcun pudore, puntando tutto sulle sue abilità culinarie, ma lui ha occhi solo per la focaccia.
- Ok, la tenuta è di Hakan: Franco, forse, gliela gestisce e basta. Finalmente, si uniscono le trame di questa puntata epocale di Terra Amara: Hakan cerca Zuleyha, ma Zuleyha non c’è. Non è a Istanbul. Non è a Karatash: dove è finita? Dobbiamo preoccuparci?
- Dopo la solita scena di tensione che dovrebbe racchiudere un momento chiave della stagione non vissuto con la giusta intensità, la puntata di Terra Amara si chiude con una citazione d’oro: “Questa storia di Amran ci ucciderà. Rischiamo di farci molto male”. Nero. Titoli di coda. Già finita? 25 minuti volano quando si sta bene.
- Una cosa l’ho ormai capita: quelli di Terra Amara hanno fatto finta di dare i ruoli principali alla coppia canonica di belloni, ma in realtà i veri protagonisti sono Franco e Giuseppina.
- Quindi, riassumendo: ci sono degli affaracci loschi con almeno due organizzazioni criminali coinvolte, una donna in fuga, due tizie che chissà, un uomo ferito ricercato da tutti e, soprattutto, una sorta di spin-off parallelo de Il ragazzo di campagna che porta avanti la linea soap e appassiona più di tutto il resto.
In conclusione, posso ritenermi soddisfatto per quello che ho visto in questa puntata di Terra Amara?
Assolutamente sì. Guarderò subito la puntata successiva? Possibile: ormai mi sono affezionato a Franco e Giuseppina. E adesso mi è venuta voglia di fare un giro per le campagne di Istanbul con la speranza di incontrarli e assaggiare una di quelle focacce calde da sogno. L’esperimento, in definitiva, è riuscito, anche se questa è una soap a metà e tocca vari altri generi. Vi lascio, infine, con la lista degli ingredienti del börek.
Ingredienti per sei persone. Per la sfoglia: 500 g di farina 00, 300 ml di acqua, sale e olio q.b. Per il ripieno: 400 g di carne macinata, 800 g di cipolle…
… esagerati. A questo punto, spero che Franco e Giuseppina non si ammazzino a vicenda con un bacio.
Dicevamo: origano, olio e sale q.b. In chiusura, un tuorlo per la spennellata e i semi di sesamo.
Buon appetito a tutti.
Antonio Casu