That’s so Raven non ha bisogno di presentazioni, è una delle serie tv più popolari dell’epoca di Disney Channel (qui una lista delle 15 più popolari di sempre dell’emittente). Andata in onda dal 2003 al 2007, per un totale di quattro stagioni e 100 episodi e attualmente disponibile on demand su Disney Plus. Il successo della serie tv si è protratto nel tempo, contando ben due spin-off: Cory alla Casa Bianca e Raven’s House. Quest’ultimo molto recente, ci riporta nel mondo colorato di Raven Baxter (interpretata dall’iconica Raven-Symoné) a dieci anni dagli eventi della sitcom originale. Ah, se la nostalgia è tanta da azzardare un rewatch, la serie la trovi completa qui sulla pagina Disney+.
Niente può fermare Raven. Questo lo dimostra anche il fatto di essere stata la prima serie tv originale Disney Channel a superare la barriera dei 65 episodi. E la verità è che ci manca davvero tanto.
Certo, sono passati 20 anni dalla messa in onda del pilot di That’s so Raven, all’epoca avevo soli sette anni e Raven Baxter era un po’ casa. Ora se penso a serie tv che hanno una protagonista con poteri paranormali penso a Ghost Whisperer o Medium. Certo, anche queste ultime due serie mi hanno fatto compagnia quando ero molto giovane (dall’alto dei miei 27 anni), ma puntualmente finivo con gli occhi gonfi di lacrime o con un’angoscia latente che mi accompagnava prima di andare a dormire. That’s so Raven è qualcosa di completamente diverso.
Forse a mancarmi non è neanche That’s so Raven in sè, ma tutto ciò che questa sitcom mi ricorda. Al tempo scegliere un programma da guardare non era neanche così scontato, le variabili da gestire erano tantissime. Il tempo era il fattore più importante, poiché le ore che potevo passare davanti al televisore erano sempre centellinate, e dovevo fare i conti con la programmazione televisiva. Oggi anche i bambini sanno come trovare i loro programmi preferiti sulla piattaforma streaming a disposizione, questo per noi era solo un sogno lontano anche se, alla fine, era anche più comodo perché non ci perdevamo nei meandri della scelta. Pensate che hanno anche la possibilità di saltare la sigla, cosa di per sè impensabile con la bellissima sigla di That’s so Raven. Qui abbiamo anche raccolto per voi le migliori sigle Disney Channel di sempre.
Tutto ciò che dovevamo fare era accedere il televisore e scegliere il canale, il resto veniva da sè, e in quel momento abbiamo anche imparato la sacra arte del sapersi accontentare.
That’s so Raven ci racconta la spensieratezza dell’infanzia, ma lo fa in modo sregolato e colorato.
L’amicizia e la famiglia sono uno dei punti cardine della sitcom, e scavando oltre la superficie con lo sguardo un po’ più maturo, ci rendiamo conto che That’s so Raven ci ha insegnato tanto e ha contribuito in positivo a ciò che siamo oggi, a distanza di 20 anni.
Raven Baxter è una ragazzina ordinaria e, allo stesso tempo straordinaria. Ha il dono di poter prevedere sprazzi di futuro, ma nonostante i suoi rocamboleschi sforzi per piegare il Destino a suo favore, rimane sempre intrappolata nell’immutabilità della realtà. Spesso è lei stessa a causare le situazioni delle sue visioni che cercava in ogni modo di evitare.
Ma Raven ci insegna anche a essere noi stessi al di là delle etichette, a inseguire i nostri sogni anche quando sembrano al limite dell’utopia.
Nella sua stanzetta con la sua macchina per cucire disegna e fabbrica il suo futuro, e non c’è nulla che può fermarla o distoglierla dai suoi obiettivi. Raven è un po’ la mia generazione, quella che ha visto il mondo fermarsi proprio quando eravamo chiamati a fare scelte importanti per il nostro futuro, a fare quel passo in più per diventare quello di cui da piccoli scrivevamo nei temi di italiano.
Che belli quei compiti di italiano in cui potevo sognare con una penna in mano, tornando indietro quante cose direi a quella bambina che voleva crescere in fretta e passava i pomeriggi a sognare con Raven, Chelsea ed Eddie. Pensate che già allora Chelsea ci parlava dell’importanza dell’ecologia, del rispetto per l’ambiente e dei pericoli dei cambiamenti climatici.
Raven ci insegnava con ironia la bellezza di essere se stessi, anche con corpi non conformi a quelli delle riviste patinate, o con idee divergenti da quelle della massa che ci circonda. Ce lo ha fatto capire con un travestimento dopo l’altro, e con una leggerezza tutta sua, condensando il tutto in una ventina di minuti di episodio. Nei momenti più difficili siamo tutti stati Raven Baxter, consapevoli di un avvenire irto di ostacoli ma pronti a tutto per piegare quel futuro incerto a nostro favore.
Magari non mi manca That’s so Raven, ma mi manca quella consapevole invincibilità che provavo a sette anni mentre guardavo l’ennesima avventura di Raven
Quella sensazione mentre stringevo tra le mani un succo di frutta all’albicocca e mordicchiavo i bordi della cannuccia. Ribelle, senza peli sulla lingua, con i sogni più grandi dei cassetti e l’incrollabile lealtà verso i suoi amici, questa è Raven. Oggi mi chiedo se quella Raven sarebbe fiera della donna che sono diventata, ma soprattutto se quella bambina con i riccioli neri spettinati sarebbe fiera della donna di oggi, un po’ diversa da quella descritta in quei temi di italiano ma pur sempre ribelle, con i riccioli neri spettinati e con più sogni che cassetti. E a proposito di cose che ci mancano, vi lasciamo con 10 serie tv che abbiamo guardato solo ed esclusivamente per nostalgia di un’altra specifica serie tv.