La scombussolata e altalenante storia dello show CW The 100 dà animo a una serie tv corale fatta di tantissimi personaggi principali e, ancor di più, di molti side character che entrano ed escono dalla scena in modo molto più indisturbato. Nelle sette stagioni totali di The 100 si alternano una pluralità di volti: alcuni più incisivi di altri. Spesso ci siamo addirittura chiesti se tutti, ma proprio tutti, i personaggi che sono linfa per gli scontri e gli incontri del contesto post-apocalittico dello show siano effettivamente funzionali al racconto. The 100 non è sicuramente una serie tv perfetta, ragione per la quale, soprattutto avvicinandosi sempre di più all’ultima stagione, le falle nella sua grande tela sono sempre più evidenti. Un po’ come in molti altri show dalla lunga vita e articolata trama (Game Of Thrones su tutti), anche in The 100 il continuo via vai di figure e attori comporta spesso un senso di destabilizzazione non indifferente, oltre agli dubbi sugli effettivi scopi e contributi di questi al progredire della storia principale.
Ebbene, soprattutto per quelle che sono le stagioni conclusive dello show, qui proviamo a ricordare (tra i più dimenticati) alcuni tra i tanti personaggi che si sono inseriti nell’intricata storia di The 100 pur non avendo ancora, a distanza di oltre un anno dalla fine, un ruolo chiaro. Proprio per questo, spesso ci siamo chiesti se tutti questi abbiano avuto un’importanza cruciale, o se piuttosto ci siano alcuni di cui avremmo fatto tranquillamente a meno in nome di una trama più semplice, scorrevole e probabilmente diretta verso le più giuste dinamiche.
1) Jordan Green
Figlio dei veterani Monthy e Harper, Jordan Jasper Green si inserisce nella lunga storia di The 100 a partire dal finale della quinta stagione. Un po’ a marcare il passaggio di testimone e un po’ a simboleggiare una certa continuità con l’animo dei genitori ormai usciti di scena, il ruolo di Jasper sembra più quello di un mero componente emotivo che altro di più animato. L’ingresso a sorpresa nella commuovente sequenza conclusiva della quinta stagione faceva sperare in qualcosa di più dell’ennesimo personaggio secondario come i tanti che in The 100 si sono intervallati. Eppure, Jordan non apporta nulla alla storia della serie tv, al massimo la intralcia con l’innocente comportamento di chi ha sempre vissuto da solo in una buia bolla nello spazio. Non é cattivo, é semplicemente entusiasta e troppo puro e ingenuo per i disumani scontri che muovono i principali eroi e antieroi di The 100. Ragione per la quale finisce per essere stucchevole, a tratti fastidioso, e innecessario a qualsiasi dinamica si articoli nelle due stagioni a cui prende parte. Avremmo veramente avuto bisogno di un altro personaggio non cruciale, soprattutto a fronte della smisurata quantità di volti che entrano ed escono dalla storia di The 100? Il tenero sguardo da cerbiatto non ci impedisce comunque di rispondere in maniera interrogativa al quesito.
2) Gaia
Gaia é la Flamekeeper, figlia di Indra, che succede alla morte di Titus. In virtù dello stretto legame che questa ha con il culto e la religione che segna la stirpe dei Comandanti, la giovane sembra spesso pronta a ricoprire un ruolo chiave nelle vicende che animano le ultime quattro stagioni di The 100. Eppure, ogni volta la situazione si rivolge verso altre direzioni, relegando Gaia a ruoli sempre marginali o poco chiari nel muoversi dell’ampia cattedrale narrativa.
Pur sembrando costruita per dare una svolta concreta all’articolarsi di The 100, finisce sempre rimanere nell’ombra e/o fare da balia poco autoritaria a quella mina vagante di Madi. Nel grande calderone degli avvenimenti della serie, Gaia si perde e noi la perdiamo assieme alla poca attenzione che abbiamo sempre riservato a un personaggio mai sviluppato o approfondito a pieno pur avendo un potenziale a cui non è stata resa giustizia.
3) Emori
Quella di Emori é una scalata graduale che ha portato una figura marginale dalla presenza sporadica a divenire parte del nucleo dei protagonisti ed eroi principali nelle ultime stagioni. Introdotta come probabile mero riempitivo, la terrestre si é ritagliata uno spazio sempre maggiore che le ha persino permesso, tra una peripezia e l’altra, di arrivare sana e salva al finale di serie. Molte sono le figure che si avvicendano in The 100, nonostante perdite significative e personaggi dai ruoli più imprescindibili, Emori é in grado di arrivare, quasi indisturbata, alla agognata serenità, pur essendo comunque uno di quei caratteri a cui avremmo rinunciato con più facilità al netto di soggetti più carismatici.
The 100 è uno show corale fatto di un gruppo di personaggi principali, tra questi, Emori è uno di quelli con un appeal più debole. Contribuisce in maniera meno intrigante alla trama. Nonostante si sia guadagnata col tempo sempre maggior spazio e apprezzamento dall’audience non ci seduce come la tormentata Octavia, non ci commuove come la divisa Clarke, e nemmeno ci intrattiene come solo John Murphy sa fare. Il confronto è duro ed Emori non riesce a brillare al fianco di figure così organiche.
4) Niyhla
Un po’ come nel caso di Emori, tra gli scontri mortali e i grandi pericoli che affliggono i protagonisti di The 100, desta un curioso interesse che ci siano alcuni fortunati superstiti che, pur non fornendo un contributo essenziale in prima persona, riescono a scampare a ogni peripezia. È il caso di Niyhla, personaggio ricorrente che si intervalla con sporadiche comparsate nel corso delle stagioni a partire della terza. Scompare per puntate lunghissime, e nemmeno ci chiediamo come stia, perché infondo nemmeno ce ne importa. Non l’abbiamo mai conosciuta troppo, è lì e spesso non ci domandiamo il perché. Eppure sopravvive sempre fino a rimanere nel limbo terrestre per il resto dei suoi giorni insieme ai protagonisti superstiti.
Avremmo veramente avuto bisogno di Niyhala? Del resto a malapena ci ricordavamo il suo nome.
5) Ontari
Tra i valorosi e complicati combattenti che si sono fronteggiati sul campo senza regole e vincitori di The 100, uno di quelli che ricordiamo a fatica é di certo Ontari. Dalla leadership e dal carisma non troppo brillanti, la donna era una Nightblood dalla Nazione del Ghiaccio giunta a Polis dopo la morte di Lexa per divenire la prossima Comandante. Ciò nonostante, la sua presa di potere non é mai stata legittima: non ha mai vinto il Conclave, ma si é limitata a far fuori, in un modo o nell’altro, gli altri Nightblood. A differenza dei sopracitati casi, Ontari ha effettivamente influenzato la storia della terza stagione di The 100, contribuendo a diffondere A.L.I.E. tra i terrestri spingendoli a assumere il chip. Eppure, il suo ruolo e la sua presenza sono stati talmente limitati da non renderne fervido il ricordo e memorabile a sufficienza il rapido passaggio per la tormentata trama di The 100.
6) Miles Shaw
The 100 ci ha introdotto a molti, spesso troppi, personaggi dalla presenza e vita breve nella sua trama. In particolare, avvicinandosi sempre di più al finale di serie, sono stati sempre di più i volti che hanno avuto un contributo minimo per poi esser brutalmente abbandonati o addirittura uccisi nei modi più rapidi e meno incisivi. Ecco a esempio il caso del pilota Miles Shaw, sopravvissuto per a malapena una stagione di The 100. Il pilota della Elgius IV si é schierato per la pace nel conflitto che vedeva contrapposte le due forti leader dai tratti totalitari Octavia e Dyoza e i relativi popoli. Pur fornendo un aiuto concreto, il ruolo per la quale lo ricordiamo maggiormente é probabilmente la relazione instaurata con Raven (ormai una vera e propria beccamorta viste le sorti riservate a ogni suo partner).
Dopo una quinta stagione in cui il personaggio sembra piano piano costruirsi, The 100 cambia direzione nella sesta e decide di uccidere Miles in un modo freddo e senza cuore. Ormai allenati a uno show che non si affeziona a nessuno dei suoi protagonisti e che non ha problemi a far fuori chiunque, ecco che la morte di Shaw non ci colpisce, un po’ come non ci aveva in generale mai appassionato troppo il giovane pilota. Ciò nonostante, meritava un’uscita di scena così fugace e insensibile come quella che lo vede folgorato banalmente da uno scudo contro le radiazioni nell’inesplorato Sanctum? Sicuramente il povero Miles finisce in quel grande novero di personaggi di cui ci siamo dimenticati nel giro di una manciata di episodi.
7) Ilian
Quella di Ilian della Trishanakru é una storia funzionale a illustrare gli effetti che il controllo che A.L.I.E. assume sugli individui ha su questi e sulle relative comunità, anche le più inoffensive. La storyline che di questi si muove nella quarta stagione, si intreccia poi con la povera Octavia ancora poco lucidamente perseguitata dalla morte dell’amato Lincoln. Seppur toccante e dolceamara come The 100 sa raccontare alcune delle sue storie più sentite, avremmo tranquillamente fatto a meno di tutte queste dinamiche secondarie, soprattutto perché ancora fin troppo freschi e feriti dalla morte del povero guerriero della Trikru interpretato da Ricky Whittle.
8) Charles Pike
A proposito di Lincoln e di una delle morti, se non la morte, più sofferta e rimpianta dell’intera storia di The 100, pur avendo fornito un contributo nettamente più attivo al dispiegarsi della trama dello show, avremmo volentieri fatto a meno di colui che è stato artefice della caduta dell’eroe della Trikru. Indipendentemente dalla capacità di determinare l’articolarsi dello show, in modo positivo o negativo che sia, Charles Pike é tra i personaggi più facilmente detestabili della serie tv. Non stiamo qui a illustrarne le gesta, ma a sottolineare, con quel rancore che resta nel cuore di chi cerca un colpevole differente dallo showrunner Jason Rothenberg, quanto avremmo potuto godere maggiormente la storia di The 100 senza il personaggio che si é macchiato di tale colpa.