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La classifica dei 5 migliori personaggi di The 100

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Sono passati sette anni dal giorno in cui lo sbarco sulla Terra di un gruppo di cento ragazzi provenienti dallo spazio ha segnato l’inizio di The 100, il drama teen ma non troppo ispirato alla saga di romanzi della scrittrice statunitense Kass Morgan. La serie, un ibrido di generi che spazia dallo sci-fi alla distopia post-apocalittica, si è conclusa nel settembre del 2020 dopo una netta discesa che ne ha indubbiamente inficiato la qualità, ma che non ha intaccato l’amore nutrito dal pubblico per i suoi protagonisti.

The 100 presenta una vasta gamma di personaggi diversissimi per personalità e caratteristiche, ma accomunati da un unico, vincolante imperativo: lottare per sopravvivere. Quali di questi hanno avuto la miglior caratterizzazione? Abbiamo risposto alla domanda stilando la nostra personale top five.

Attenzione: la classifica contiene spoiler!

5) Marcus Kane

The 100

Abbiamo permesso che la giustizia diventasse vendetta e che la vendetta diventasse uno sport, e io ho permesso che l’oscurità ci avvolgesse; ma la mia complicità termina oggi.

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Attorno ai giovani delinquenti ruota una compagine di adulti tra cui figura Marcus Kane, al quale assegniamo la quinta posizione. Membro del consiglio dell’Arca, Marcus si presenta come un uomo cerebrale e pragmatico, disposto a tutto per preservare ciò che resta della razza umana. La sua evoluzione viene innescata dai sensi di colpa scaturiti dall’esecuzione di 320 residenti dell’Arca, espulsi al fine di ottimizzare le riserve di ossigeno della struttura.

Marcus diventa un leader pacifico e aperto al dialogo, un uomo giusto con pieno rispetto della vita umana.

Quel che impreziosisce il suo percorso è l’atto di estrema coerenza con cui esso si chiude. Marcus decide che i buoni propositi a lungo declamati vanno messi finalmente in atto, così rinuncia a vivere nel corpo dell’uomo in cui era stata impiantata la sua coscienza e si lancia nello spazio, sacrificandosi in nome di quei principi in cui ha strenuamente creduto.

4) Bellamy Blake

Quello che siamo e quello che dobbiamo fare per sopravvivere sono due cose diverse.

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Arrogante, indisciplinato, provocatore; lo stereotipo incarnato del bad boy. È così che Bellamy Blake si presenta all’inizio della serie, ma per fortuna si tratta di un biglietto da visita soltanto provvisorio. Ad oggi è quasi impossibile far combaciare l’immagine del ragazzino ribelle che Bellamy è stato con quella dell’uomo responsabile che ha saputo diventare. La brama di potere sbandierata all’inizio ha lasciato il posto a una leadership generosa che lo ha reso un punto di riferimento imprescindibile per il resto del gruppo.

Nato come rivale e contraltare di Clarke, Bellamy arriva a instaurare con lei un equilibrio tale da renderlo la sua componente speculare, quella fa prevalere il cuore a un istinto puramente razionale quando c’è da prendere una decisione.

Bellamy diventa un modello e una fonte di ispirazione per tutti, persino per Madi, che abbandona la via della vendetta grazie alle preziose direttive da lui fornite. Quella che Bellamy attraversa è una crescita esponenziale a cui il finale non rende assolutamente giustizia e che gli fa mancare per un soffio il terzo gradino del podio.

3) Clarke Griffin

The 100

Ci ho provato. Ho provato a essere una dei buoni.

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Spesso i protagonisti godono di un lasciapassare per cui ogni loro azione diventa automaticamente lecita. Non è il caso di Clarke Griffin, perennemente alle prese con le accuse altrui e con i rigurgiti della sua impalcabile coscienza. Il leitmotiv del personaggio di Clarke è quello di ritrovarsi a compiere scelte proibitive che non risultano giuste o sbagliate in senso assoluto, ma soltanto in base alla prospettiva che si assume per giudicarle.

The 100 non manca mai di rendere tale complessità, mostrando una Clarke sempre impegnata a scontare il prezzo di decisioni debitamente problematizzate e mai prese a cuor leggero.

Clarke non è scritta per accaparrarsi le simpatie del pubblico, ma per ricoprire al meglio il difficile ruolo assegnatole della trama. A volte il peso della responsabilità la penalizza per il modo in cui la piega, altre volte la eleva per la forza con cui lo sorregge, ma non manca mai di caratterizzarla, perché non c’è occasione in cui Clarke si rifiuti di portarlo. Un merito che la porta a inaugurare il nostro personale podio.

2) Raven Reyes

Tutti abbiamo ferite da battaglia. Accettalo e fai in modo di guarire le tue.

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La battuta che Raven rivolge a Finn al fine di spronarlo racchiude l’intera essenza del personaggio. Combattiva e determinata, Raven Reyes è stata protagonista di una serie di sottotrame orientate al superamento dei propri limiti e le ha interpretate superbamente, rivelando una resistenza d’acciaio. Ma attenzione: Raven è tutto fuorché una superdonna bionica. Sono diverse le volte in cui l’abbiamo vista perdere la fiducia in se stessa e crollare sotto il peso della sofferenza, ma sono altrettante quelle in cui si è rimessa in piedi ed è tornata a percorrere caparbiamente la sua strada.

È successo in vari momenti di The 100: dopo il grave infortunio che ha subito, in seguito all’ingresso nella Città della Luce, in risposta alle numerose perdite che l’hanno colpita.

Raven si è piegata tante volte, ma non si è mai spezzata, diventando un inno vivente al non gettare la spugna. Un personaggio straordinariamente motivazionale, con un’irresistibile indole alla Tony Stark. Probabilmente non è un caso che con colui che occupa il primo posto della classifica abbia superato le divergenze iniziali per arrivare a formare un duo ricco di chimica e molto amato dagli spettatori.

1) John Murphy

The 100

Dolore, odio, invidia: è ciò di cui sono fatto. Se li togli, non resta niente.

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Pur facendo parte della spedizione mandata a verificare le condizioni della Terra, all’inizio di The 100 John Murphy rappresenta quasi un corpo estraneo al gruppo di delinquenti, un elemento di disturbo pronto a spaccarlo e a portare scompiglio al suo interno. Odiato ed emarginato, Murphy impiega del tempo a svelare le paure e i tormenti che si nascondono dietro la maschera con cui si presenta. “Non voglio morire da solo” confessa a Raven, in una delle prime occasioni in cui si concede di mostrarsi aperto e vulnerabile, e a partire da quel momento la concezione che lo spettatore ha di lui viene completamente capovolta.

Partito da totale outsider, Murphy arriva a instaurare una miriade di relazioni significative e a guadagnarsi la stima di quegli stessi compagni che lo avevano osteggiato.

L’evoluzione del personaggio raggiunge l’apice quando “lo scarafaggio”, pronto a tutto pur di sopravvivere, si scopre disposto a sacrificarsi per la donna di cui è innamorato. Profondo e ricco di sfaccettature, Murphy è il personaggio più sorprendente di The 100 e a nostro avviso anche il migliore in assoluto.

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