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La puntata più controversa di The 100

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su The 100

Ci sono diverse ragioni per cui determinati episodi delle serie tv più amati si impongono come profondamente controversi. Nel caso di Game of Thrones a scatenare le polemiche dei fan è stata la rappresentazione grafica di una scena di violenza sessuale, in quello di Stranger Things la scelta di inserire un episodio apparentemente filler all’interno di una stagione così breve e piena d’azione, in quello di The 100, di gran lunga quello a cui è seguita la più grande attenzione mediatica, si è trattato invece della morte sbagliata al momento sbagliato.

Le infinite polemiche che sono seguite alla messa in onda della puntata 3×07 del survival drama di The CW, disponibile in Italia su Netflix, hanno finito per costringere lo showrunner di The 100 Jason Rothenberg a scrivere una lettera di scuse ai fan della serie e a tornare per quanto possibile sui suoi passi nelle stagioni successive, cercando di placare in qualche modo la lunga guerra che una parte consistente degli spettatori di The 100 aveva iniziato a condurre contro di lui in seguito all’uccisione di Lexa (Alycia Debnam-Carey), uno dei personaggi più dirompenti e rivoluzionari dell’intera serie e non solo.

Perché, sebbene in The 100 la morte di uno dei protagonisti sia qualcosa di tutt’altro che inusuale, le circostanze nelle quali è avvenuta quella della Comandante Lexa hanno fatto infuriare molti fan.

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Alycia Debnam-Carey (640×360)

È infatti importante notare che, quando parliamo di The 100, parliamo di una serie che non ha mai avuto paura di osare e che ha sempre fatto in modo di privilegiare la sua componente survival rispetto a quella più teen che comunque è presente. Fin dai primi episodi della produzione The CW, capiamo che nessuno è al sicuro, nemmeno i personaggi principali, e infatti dopo pochi episodi ecco che Wells Jaha, presentato come uno dei protagonisti, viene brutalmente ucciso e alla sua morte ne fanno seguito altre altrettanto importanti, come tra gli altri quella straziante di Finn Collins, quella di Lincoln, di Jasper e di Maya. Molto presto ci diviene chiaro che il lieto dine non è qualcosa che nell’universo di The 100 è davvero contemplato e che tutto ciò a cui possono aspirare Clarke Griffin, Bellamy Blake e gli altri protagonisti della serie è solo qualche attimo di pace, qualche momento che faccia loro capire che la loro esistenza è più che una semplice lotta per la sopravvivenza.

“La vita è qualcosa di più della semplice sopravvivenza” è un mantra a cui si rifà la protagonista assoluta della serie Clarke Griffin (Eliza Taylor) fin dall’inizio di The 100 e diventa anche il simbolo di una delle relazioni più amate e fondamentali delle survival drama: quella tra la leader dei Cento Clarke e la Comandante delle popolazioni terrestre Lexa, due donne schiacciate dal peso del comando e costrette a sopportare il dolore soffocante delle scelte che hanno dovuto prendere per il bene degli altri.

Clarke e Lexa (640×360)

Una relazione che si sviluppa in pochi episodi, ma che per i fan della serie e per la comunità LGBTQ+ ha ricoperto un’importanza fondamentale, perché vede due donne al potere innamorarsi l’una dell’altra, ritrovarsi affini ma spesso nemiche, ognuna con gli interessi del proprio popolo più a cuore dei propri. Clarke e Lexa, divise dal senso di dovere e di responsabilità, pur sviluppando una forte attrazione l’una per l’altra a lungo non vi cedono, perché nel loro mondo non c’è spazio per la debolezza e le due ne sono convinte, lo ripetono a chiunque, l’amore è debolezza. Eppure, sono anche sicure di qualcos’altro: che la vita sia più che il semplice sopravvivere, e così eccole in continua tensione tra la ricerca di qualcosa di più e il terrore di apparire vulnerabili, loro che hanno sulle spalle la sopravvivenza dell’umanità stessa.

Una tensione emotivamente insopportabile tanto per Clarke e Lexa quanto per i fan di The 100, che finalmente sembra sciogliersi nella puntata 3×07 Thirteen, allo stesso tempo una delle più belle e la più discussa dell’intera serie. Nel corso dell’episodio le due leader mettono finalmente da parte l’orgoglio, le lotte di potere e le guerre tra i clan e, sfinite dal peso di tutto quanto hanno sopportato, si mettono a nudo letteralmente ed metaforicamente, scegliendo per una volta di mettere se stesse davanti al dovere. Una scelta che pagheranno a caro prezzo, perché poche ore dopo Lexa morirà di una morte atroce, uccisa da un proiettile vagante che avrebbe dovuto colpire proprio Clarke, in un tentato omicidio politico che avrebbe avuto lo scopo di stroncare sul nascere la pericolosa relazione tra due leader di clan opposti.

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Alycia Debnam-Carey (640×360)

Lexa muore quindi di una morte quasi stupida, tra le braccia della stessa Clarke, poche ore dopo aver finalmente dichiarato il suo amore alla ragazza. Queste circostanze specifiche, più che l’uccisione in sé – stiamo comunque parlando di una serie in cui alla fine sono ben pochi i personaggi che sopravvivono – hanno scatenato polemiche feroci da parte dei fan della serie, che sono insorti in seguito alla morte di una figura femminile apertamente lesbica, in una posizione di potere, proprio nel momento in cui aveva iniziato una relazione con un’altra donna. Essendo The 100 una serie che ha fatto dell’inclusività un suo cavallo di battaglia, senza per altro fare in modo che questa apparisse mai forzata, una larga fetta del suo pubblico si è sentita tradita quando il creatore del survival drama Jason Rothenberg ha scelto di far fuori una donna queer al potere, aderendo così a quello che a Hollywood è chiamata la Dead Lesbian Syndrome. Quest’ultimo è un modo di dire diffuso per sottolineare come questa categoria di personaggi, per altro spesso sottorappresentata, venga uccisa in scena molto più di frequente rispetto ad altre e come questo possa essere percepito come una forma di violenza simbolica da parte di una comunità che è stata storicamente vittima di forte discriminazione.

La morte di Lexa per come è avvenuta ha rappresentato per molti fan della serie disponibile su Netflix una vera coltellata alle spalle e non appena la 3×07 è andata in onda le polemiche non si sono fatte attendere. Per mesi gli spettatori hanno boicottato la serie, inondato i canali social di messaggi che chiedevano giustizia per il personaggio, chiesto spiegazioni e attivamente portato all’attenzione dei media le loro argomentazioni, scatenando un polverone tale che lo stesso Jason Rothenberg (che negli anni successivi per altro non è stato esente da altre enormi polemiche per il trattamento riservato ad alcuni attori) è stato costretto a scusarsi con i fan di The 100.

Clarke e Lexa (640×360)

In una lettera a cuore aperto, lo showrunner ha voluto scusarsi per le circostanze in cui è avvenuta la morte di un personaggio queer così amato, sostenendo che pur essendo la sua uccisione necessaria per la trama, allo stesso tempo non si fosse accorto di quanta importanza non avesse avuto la relazione tra Clarke e Lexa per gli spettatori e per la stessa The 100, sottolineando quanto fosse dispiaciuto che “questa rappresentazione così fondamentale fosse stata portata via da un proiettile vagante”.

A dimostrazione del suo dispiacere, ma realisticamente anche per il grosso rischio che le polemiche in seguito all’uccisione di Lexa potevano portare in termini di ascolti, Rothenberg è in parte tornato sui suoi passi e, già a partire dal finale della terza stagione di The 100, ha trovato un modo per far sì che la Comandante interpretata da Alycia Debnam-Carey potesse occasionalmente tornare nella serie ed essere sempre una presenza importante nella vita di Clarke.

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