Non so voi, ma io quando guardo tagliare le verdure dai cuochi esperti cado in un trance ipnotico e perdo la cognizione del tempo e dello spazio. Il montaggio delle scene di The Bear ha lo stesso effetto, e non credo di essere la sola. Come se fosse un’unica grande scena senza soluzione di continuità per cui anche lo spazio fisiologico tra un episodio e l’altro viene tritato dal coltello affilato e incantatore. Potevano non esserci almeno 5 scene WTF in questa serie FX Production su AppleTV+?
1. Un compleanno da ricordare (episodio 4)
Carmy Bearzatto (Jeremy Allen White), tra i tanti problemi economici che deve affrontare per mantenere aperto il ristorante, si trova a dover rispondere di un prestito di famiglia. 30.000 dollari da rifondere allo zio Cicero (Oliver Platt). L’unico modo per non gravare troppo sul contante che scarseggia è di pagare con il proprio lavoro. Carmy e Richie provvederanno al catering della festa di compleanno del cuginetto. Tripudio di parenti che lo apostrofano scambiandolo per il fratello (“ma tu non eri morto?”), di bambini che giocano gridando in giardino, di hot dog in cerca di ketch-up. Massima confusione. All’improvviso i decibel fino ad allora infranti dall’orda dei piccoli festanti, si azzerano. I bambini sono tutti sdraiati sul prato, con gli occhi chiusi. Lo zio Cicero li guarda preoccupato e si rivolge a Carmy “…sono morti?”, “No no no, mi sa che stanno dormendo!”, “Beh, la cosa non mi dispiace affatto. Continua così. Stai spaccando”. Tutto grazie/a causa di Richie e della sua confezione di Xanax caduta e sciolta nella bevanda analcolica distribuita alla festa.
2. Il cugino Richie (episodio 2)
Il cugino Richie (Ebon Moss-Bachrach), sempre sulle righe, arrabbiato, presupponente, geloso di Carmy, senza un vero talento, sempre a recriminare. Questo è quello che mostra e che sottolinea con i suoi atteggiamenti e le parole. Per causa di forza maggiore (patente sospesa), si trova a dover andare con la sous-chef Sydney (Ayo Edebiri) a comprare dello stucco per una riparazione al ristorante. Continuando a sbraitare in macchina, la picconata al suo monte di rabbia è una telefonata in cui parla con la figlia di 5 anni. La crepa prodotta fa trasparire la luce della sofferenza di Richie. La separazione dalla moglie ha allontanato la figlia che fatica ad adattarsi alla nuova scuola. Ebon Moss-Bachrach in pochi minuti svela l’artificio dell’uomo senza talento, capiamo perché è sempre così accigliato, che si sente impotente e che il meglio di sé è il suo essere padre. Un’intensa interpretazione che aggiunge luce alla crepa scoperta. The Bear ha anche attori WTF.
3. La sigaretta (episodio 6)
Ogni giorno è in salita per Carmy e il suo ristorante, ma ci sono dei giorni in cui si aggiunge una verifica per i contributi delle paghe del 2018 che, se non si trovano i documenti, getterebbe sul lastrico la sorella che ha fatto da garante a Mike. Ecco, quel giorno lì Carmy si rifugia nel retro del ristorante dove trova Richie che sta fumando una sigaretta scuro nei suoi pensieri. La sigaretta passa a Carmy assieme a una domanda di Richie sull’origine di una cicatrice che ha sul braccio. La prima volta che tra i due c’è uno scambio che non riguardi direttamente le critiche reciproche, la prima volta che ci sia un’interesse a sapere qualcosa dell’altro. Richie confessa che la figlia crede che il suo cognome sia “cattive notizie” da come l’ex moglie ha salvato il suo nome sul telefono. Nel mezzo di questo momento verità, la migliore battuta di Richie in risposta a Carmy: “C’è un nome per quella cosa per cui hai paura che qualcosa di bello accada perché pensi che qualcosa di brutto accadrà?” “Non lo so. Vita?”
4. Chicago (episodio 7)
La città di Chicago è coprotagonista in tutti gli episodi. C’è nei dialoghi, nelle immagini fuori dal ristorante, nella carne che sfrigola, nei ricordi che vengono citati. C’è anche quando non c’è. Campo nero e voce dello speaker radiofonico Lin Brehmer della radio alternativa WXRT. Con Chicago che cita se stessa sulle note di Sufjan Stevens, un montaggio di immagini di insegne, avvenimenti storici, alcuni chef di The Bear in movimento per raggiungere il ristorante, entriamo nella cucina. Le note di Chicago si spengono in sottofondo. La macchina da presa invece inizia a girare tra l’affollata cucina e continua a farlo per un piano sequenza di 18 minuti in cui succede di tutto. Richie si prende una coltellata sulla coscia da Sydney che si licenzierà come pure il pasticciere Marcus con il suo doghnut perfetto gettato in terra da un isterico Carmy. Non una scena ma un intero episodio WTF.
5. Confessione (episodio 8)
Carmy scopre solo dopo la morte del fratello che era dipendente da oppiacei e fatica non poco ad accettarlo. Nello spazio-tempo seriale ci impiega 8 episodi e un monologo da ricordare di Jeremy Allen White. Carmy aveva timidamente iniziato a frequentare le riunioni Al-Anon di supporto ai familiari e amici di persone con dipendenze ed era sempre rimasto in disparte. In una riunione decide di confessare la sua storia e parla per la prima volta del fratello, di come il cibo li abbia uniti sin da piccoli, di quanto poco si sia accorto di conoscerlo da adulto, di come l’estromissione dal ristorante di famiglia lo abbia segnato e portato a essere uno Chef di talento ma senza empatia, di quanto fosse di fatto cresciuto come un solitario, di quanto invece fosse pieno di amici e carismatico il fratello, di come quel nome di quella cosa che si chiama vita gli sia scoppiata in faccia. The Bear, Apple TV Plus, FX Production, WTF!