Tutti quanti attendevano i Golden Globe 2024 per vedere trionfare Jeremy Allen White. L’attore protagonista di The Bear è il personaggio del momento, uno degli attori più chiacchierati e osannati. Silenziosamente, mentre si prendeva molti riflettori, un’altra attrice di The Bear si è fatta strada. Anche Ayo Edebiri, infatti, durante l’evento al Beverly Hilton Hotel, ha portato a casa il premio come miglior attrice in una serie musicale o commedia. Un riconoscimento enorme per un’attrice che, pur non venendo affatto bistrattata, non viene comunque elogiata quanto meriterebbe. A meno di 30 anni ha raggiunto un obiettivo gigantesco, di grandissima portata, portando definitivamente il suo nome al fianco di quello di tante stelle.
Se The Bear ha raggiunto un tale successo, il merito va indubbiamente individuato in tanti fattori. Jeremy Allen White e il suo Carmy sono senza dubbio indispensabili, così come tutto il resto del cast. Nella seconda stagione infatti anche Marcus e Tina intraprendono percorsi autonomi molto riusciti, assumendo una propria caratterizzazione chiara. Discorso simile per Natalie, ora maggiormente presente all’interno delle faccende del fratello, e un Richie che già nella prima stagione si era distinto.
Tra tutti però emerge nettamente Ayo Edebiri con la sua Sydney, un personaggio che sta diventando sempre più protagonista assieme a Carmy. A sorprendere è la bravura dell’attrice, in grado di distinguersi con un personaggio tutt’altro che facile da interpretare e, soprattutto, a cui non è semplice volere bene. Sydney infatti è spesso eccessivamente focalizzata sul lavoro, sui risultati, sulle proprie idee che, pur essendo giuste, la portano talvolta a comportarsi in modo brusco e apparentemente apatico. Proprio qui risiede la bravura della sua interprete: trasmettere allo spettatore che si tratta di una ragazza sensibile, tutt’altro che menefreghista, nonostante certe frasi e certi comportamenti rischino di farla apparire come una persona fredda.
Ayo Edebiri ha reso Sydney uno dei personaggi più amati della serie. Era tutt’altro che facile rendere così apprezzato un carattere tanto introverso
Qual è stata però la carriera di Ayo Edebiri prima di approdare a The Bear? L’attrice si è avvicinata al mondo della recitazione all’inizio dell’adolescenza. Cominciò con corsi di improvvisazione alla Boston Latin School e successivamente alla New York University, dove a dire il vero aveva cominciato studiando per diventare insegnante. A New York studiò scrittura e si formò come attrice soprattutto nelle commedie. All’inizio della sua carriera infatti fece alcuni show come stand-up comedian, scrivendo sempre i propri pezzi. Come sceneggiatrice riuscì velocemente a distinguersi fino ad arrivare alla scrittura di Dickinson nella seconda stagione della serie. Nella serie prodotta da Apple tv+ approda anche come attrice. Il suo nome, nel frattempo, cominciò a essere conosciuto dal grande pubblico per il doppiaggio di Missy in Big Mouth.
La sua carriera però esplode davvero solo con The Bear.
Da quel momento gli impegni, sia come attrice sia come sceneggiatrice (va citato in particolare What We Do in the Shadows) si moltiplicano. La sua voce compare in Spider-Man: Across the Spider-Verse mentre il suo volto lo abbiamo visto in Black Mirror, Theater Camp e nel bellissimo Bottoms, una delle rivelazioni dell’anno 2023, nonché una delle più belle commedie uscite l’anno scorso. È approdata anche a Cannes con The Sweet East e presto la vedremo in Opus, un nuovo horror prodotto da A24 in cui sarà protagonista assoluta assieme a John Malkovich.
Il suo futuro appare davvero roseo e l’impressione è che saranno sempre più i compiti da attrice e sceneggiatrice. È evidente come Ayo Edebiri stia alternando prodotti maggiormente “di nicchia” ad altri più blasonati, tra film d’autore e pellicole più “commerciali”. Ormai è un’artista a tuttotondo dalle vastissime competenze. Considerata la giovanissima età, c’è tutto il potenziale perché diventi una vera e propria icona nel mondo cinematografico contemporaneo.
The Bear ha elevato un’artista il cui talento è indiscutibile e che, in futuro, vedremo sempre più spesso in produzioni molto diverse tra loro
Tuttavia, è un peccato che il nome di Ayo Edebiri compaia di rado quando si elogia The Bear. L’attrice sembra passare in secondo piano rispetto al bravissimo Jeremy Allen White eppure, per qualunque spettatore attento, è evidente che la sua prova attoriale non sia affatto da meno.
Come dicevamo in apertura, il personaggio di Sydney non è facilmente apprezzabile da tutti. Il suo carattere è apparentemente introverso, schivo e particolarmente focalizzato sui risultati e sul lavoro. Arriva a perdere la testa lavorando in cucina, anche se sembra inevitabile che ciò avvenga in un simile luogo di lavoro. In un ambiente come quello del The Beef, tutt’altro che professionale e lontano dalla sua idea di cucina, fatica inizialmente a inserirsi e a entrare in contatto con i colleghi.
Le sue competenze sono chiare ma, per una nuova arrivata, è essenziale mostrare una certa empatia e un certo tatto. Caratteristiche che potrebbero non essere comunque sufficienti in un luogo che, ormai, è abituato da anni a fare le cose in un certo modo. Ma soprattutto che è restio ai cambiamenti e a una certa formazione (qui abbiamo discusso della cultura radicata in The Bear). Bisogna però sottolineare una cosa importante: Sydney non è affatto insensibile. Purtroppo talvolta fatica a mostrare la sua sensibilità.
C’è una scena in particolare che rivela il carattere di Sydney all’inizio della seconda stagione.
Ci riferiamo al momenti in cui il padre le ricorda che ci può essere un altro lavoro che l’attende, un lavoro sicuro. Sydney rifiuta categoricamente: non vuole abbandonare assolutamente il progetto del nuovo ristorante che verrà aperto. Non ha dubbi che sarà un successo. Questa è una decisione importante, assolutamente condivisibile perché vuole inseguire il suo sogno ma, al tempo stesso, è difficile non condividere le preoccupazioni del padre. Da spettatori tifiamo per i protagonisti a cui siamo affezionati, però bisogna riconoscere che il progetto del nuovo ristorante, sulla carta, è estremamente rischioso e si sta complicando sempre più.
Occorre al tempo stesso sottolineare quei momenti in cui Sydney mostra il suo vero carattere e la sua empatia, rivelando un animo ben diverso da quello che tradisce in apparenza. Per esempio è iconico il momento in cui, al termine della prima stagione, decide di fare di tutto per preparare il miglior bacon del mondo. Mentre Carmy è spesso troppo concentrato sui singoli piatti, Sydney vuole fare un ottimo lavoro per le persone, affinché siano felici e soddisfatte.
La volontà di preparare il miglior bacon per gli altri prova ciò che per Sydney rappresenta la cucina: realizzare il miglior piatto per tutti, per rendere felice il prossimo
Il modo in cui si getta a capofitto nel progetto del nuovo ristorante, assaggiando piatti su piatti e sperimentando continuamente per trovare le migliori combinazioni da servire, conferma quanto la ragazza sia ossessionata dalla cucina. Il suo percorso però ci dice chiaramente che non è ossessionata per sé stessa, per superarsi. Il suo pensiero va sempre a chi mangerà questi piatti, nella speranza di rendere sempre felici e soddisfatti i clienti.
La bravura di Ayo Edebiri infatti risiede proprio in tutto questo, nella capacità di presentare un personaggio apparentemente chiuso ma che, all’interno, rivela invece un carattere completamente diverso. Solo una grande attrice poteva essere in grado di rappresentare un personaggio simile in modo efficace. Alternare in modo così convincente momenti tranquilli, di tensione, di vera e propria ira, di sconforto, follia e dolcezza, è estremamente complesso. Il personaggio è estremamente sfaccettato ma l’attrice che l’interpreta è credibile in ogni momento.
La vittoria del Globe è meritatissima e, ne siamo convinti, sarà solo l’inizio di una grande carriera. Attendiamo con ansia i prossimi anni, i prossimi Emmy, la prossima stagione di The Bear e l’attesissimo Opus.