La terza stagione di The Bear si è conclusa da poco (la nostra recensione), sappiamo già che ce ne sarà una quarta e per vari motivi non vediamo l’ora. Uno fra tutti, la scelta di Sydney. Sid (Ayo Edebiri) è un personaggio che si inserisce perfettamente nel mood che The Bear porta avanti fin da subito, un mood frenetico e tensivo che cerca di lasciare spazio a delle emozioni troppo grandi da contenere. Sydney Adamu, donna perentoria e apparentemente severa, dimostra col tempo di avere molte sfaccettature e di incastrarsi quasi perfettamente con Carmy. Non tanto a livello personale, quanto a livello professionale. Che è poi la linea guida di The Bear.
Sydney Adamu è uno di quei personaggi enigmatici, che non si intuisce subito e che porta con sé luci e ombre. E per questo è uno dei protagonisti migliori della serie. Le sue luci sono abbaglianti, palesi e rassicuranti ma le sue ombre la portano spesso troppo in basso, fino ad arrivare all’ autosabotaggio.
Come gli altri, Sid combatte contro un mondo complicato ma soprattutto combatte contro una parte di se stessa, che sembra avere sempre la meglio ma che non la aiuta nella gestione dell’ansia. Quasi complementare a Carmy, in questo senso, Sydney ha in più una forte determinazione all’indipendenza che le permetterà di seguire la sua strada (il loro è un rapporto che ha fatto discutere).
Una strada tortuosa e fatta di continui ostacoli, come ci mostra The Bear per tutte le tre stagioni (per approfondire in merito). Il mondo che la serie racconta è un mondo realistico, fatto di insidie e di difetti. Un mondo difficile da affrontare, che non lascia molti spiragli di speranza per chi non è privilegiato e deve farsi con le sue mani. Sydney lo sa perfettamente: vive col padre dopo la morte della madre, la gestione della sua famiglia a pezzi la dilania da dentro, il The Beef sembra quasi un faro di speranza per la sua carriera. E, così come farebbe solo una donna determinata, Sydney se lo prende. Lo fa suo, a volte anche più di come fa Carmy stesso.
Ma Sydney Adamu sembra essere un apolide, un fuggitivo in continua tensione che fatica a trovare il suo posto nel mondo.
Non perché la sua intenzione non sia quella di restare, piuttosto perché il suo stesso corpo sembra dirle sempre l’opposto della sua mente e del suo cuore. Sydney sa che può fare bene col nuovo The Beef, sa che può essere una grande risorsa per Carmy e sa anche che possono aiutarsi a vicenda. Umanamente e professionalmente. E investe su questa sua consapevolezza, perché Sydney sa ciò che vuole.
Ma la sua stessa ansia da prestazione, forse no. La tensione che vediamo continuamente sul viso di Syd (e che vediamo anche in qualsiasi altro personaggio di The Bear) è qualcosa che la contraddistingue. Come se non fosse mai nel posto giusto, come se non riuscisse a stabilirsi in un punto fermo. Un posto che può chiamare casa. Perché Syd non ha una casa, da quando ha perso la madre. Il suo punto fermo, il suo faro, non c’è più e la sua stabilità vacilla da quel momento in poi. Sebbene alterni momenti di grande consapevolezza e grande intraprendenza, Sydney è molto umana e molto sensibile.
E la sua enorme umanità, la rende fragile e fallibile. Come chiunque altro. Sydney non è fuori luogo solo perché non sta bene dove sta, è fuori luogo in senso letterale e fisico.
L’impressione è quella di una donna in continua evoluzione che non riesce, più di tanto, a stanziarsi in un luogo specifico. Non per mancata volontà, ma al contrario per un esubero di energie. Positive e negative. Sydney è un concentrato di intraprendenza, malinconia, forza e impegno. Un agglomerato di emozioni difficili da gestire, da lei stessa in primis.
L’impressione è che Sydney sia sempre fuori luogo, fuori posto e soprattutto fuori contesto. Se inizialmente ci viene spontaneo dare la colpa di tutto questo a Carmy, o a Richie che non la mettono mai davvero a suo agio, col tempo scopriamo che è lei stessa la sua prima nemica. Che le battaglie che combatte sono individuali, oltre che corali. Il silenzio che troppe volte contraddistingue Sydney è un silenzio ricolmo di rabbia, frustrazione e tensione. La sua ansia, che vediamo sempre di più svilupparsi, è un’ansia silenziosa che non urla a squarciagola e che non si fa notare.
Al contrario di Carmy, Sydney lotta contro dei demoni silenti che si insinuano lentamente e meschinamente. E spesso questa lotta intestina non le permette di emergere come vorrebbe e come dovrebbe.
È una lotta che la blocca, che le fa credere di non essere abbastanza e che la spinge a stare bene attenta a non pestare mai i piedi a nessuno. Anche quando ce ne sarebbe bisogno. Sydney Adamu sembra essere, contro la sua volontà, una sorta di paciere designato alla sopravvivenza di quelle specie che da sole sarebbero destinate all’estinzione. Nella terza stagione, c’è un momento in cui Syd è costretta a gestire un furioso momento tra Carmy e Richie, che mostra esattamente questo concetto.
Perché Sidney sembra essere sempre calma, sempre pronta al dialogo, sempre disposta a scendere a compromessi. E, in parte, cerca di essere questa persona. Ma è anche quella donna che può stravolgere tutto in poco tempo, che sa come ribaltare la situazione a suo favore, che sa sfruttare la sua forza. Perché, in The Bear, Sid viene continuamente messa sotto pressione (da se stessa e dagli altri), impara a mettersi in gioco più volte e più volte viene inquadrata come una fonte di energia positiva. Ma Sid sa di non essere solo questo, sa che quello non può essere il suo unico compito. Sa di essere fuori dal suo contesto. Fuori luogo anche dove dovrebbe sentirsi a casa.
A disagio anche dove dovrebbe essere amata e stimata. Come se il suo cuore sentisse di doversi giustificare, di dover far star bene gli altri prima ancora di se stessa.
Il suo è uno spirito generoso ma anche molto combattivo, che ha a cuore gli altri ma che vorrebbe avere un posto nel mondo. Sidney, lei , e i suoi demoni che non le permettono di sentirsi a casa da nessuna parte, sembra non avere un posto nel mondo. Né fisico, né spirituale.
Sydney Adamu è fuori luogo ovunque perché ha la forza di combattere ma cerca la forza di cambiare. Nella sua scelta iniziale di lavorare con Carmy, Sydney ci era sembrata decisa e intraprendente e lo è stata, in parte. Ma col tempo, approfondendo il rapporto con se stessa e con Carmy ma anche con Tina, Marcus e Sugar, la sua energia comincia a vacillare. Comincia ad affezionarsi e Sydney Adamu sa che affezionarsi significa anche perdere chi sia ama, in un modo o in un altro. E allora il suo cuore preferisce errare, non avere fissa dimora. Preferisce muoversi e cambiare. Ma per farlo ci vuole la forza necessaria, quella che trova Chef Terry, quella che muove Carmy dal profondo della sua anima, quella che spinge Richie a migliorare.
Siydney sa di poter cambiare, ne è perfettamente in grado, sa di potersi ispirare a tutti loro e sa anche che può fare di meglio. Ma deve cambiare senza snaturarsi, senza perdere i suoi punti saldi. O forse, proprio perdendoli.