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Cos’è il trauma? La ricetta di The Bear

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Il seguente articolo contiene SPOILER su The Bear.

The Bear è una delle serie tv più belle degli ultimi anni (la trovi qui in streaming): un dramma profondo, intenso e per certi versi educativo. La delicatezza della narrazione di quest’opera ha davvero pochi precedenti, soprattutto se si pensa al messaggio di fondo che si nasconde tra le mura di una cucina, quella di The Original Beef of Chicagoland. Il mezzo non è sempre il messaggio, ma in questo caso i punti in comune sono davvero tanti. The Bear parla con estrema lucidità della sfera del trauma, e lo fa soffermandosi su ogni dettaglio di come l’animo umano reagisca all’accettazione di un lutto. È proprio di questo che vi vogliamo parlare oggi, di come questa serie è stata capace di parlare nel modo più umano possibile di un tema così doloroso e complesso. Non esiste una vera e propria ricetta valida per tutti, ma quella di The Bear è forse la più convincente possibile.

The Bear racconta e insegna tante cose, ma soprattutto ci mette di fronte al tema dell’elaborazione del lutto, quella del protagonista

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Carmy Berzatto nella cucina di The Original Beef of Chicagoland

Lo si percepisce fin dal primo sguardo, spento, perso nel vuoto. Dopo la morte di suo fratello Michael, Carmy Berzatto si è ritrovato catapultato in una dimensione aliena. Non era così che se la immaginava la sua vita a Chicago, ma ne ha dovuto prendere atto. Il fatto è che non ci si arriva mai preparati a vivere un trauma: è contro la natura dell’animo umano. Anche la percezione e l’elaborazione di un lutto cambia da persona a persona. Per Carmy, sicuramente, c’è un prima e un dopo Mike. Noi spettatori di The Bear non conosciamo a fondo il primo Carmy, quello che dopo aver studiato dai più grandi ambiva a realizzare i suoi sogni insieme al suo punto di riferimento. Ciò che conosciamo, invece, sta tutto lì, in quello sguardo vuoto e assente, terrorizzato probabilmente ma impossibile da avvicinare.

Il microcosmo di The Bear è un caotico e inospitale sistema in cui tutti i protagonisti sembrano aver perso la propria luce. The Original Beef of Chicagoland è quanto di più lontano ci sia dalla stabilità, ma è un luogo fondamentale per comprendere lo stato mentale di partenza di The Bear. Il ristorante che Carmy prende in consegna dal defunto fratello è la rappresentazione reale di tutto ciò che comporta un lutto: un bagliore improvviso che azzera tutto il resto. Il trauma è come un interruttore vitale che passa improvvisamente alla modalità sopravvivenza. È il caos che regna nella semplice mente umana. In The Bear ci sono tanti punti di vista diversi e altrettanti differenti modi di accettare la realtà, e quello di Carmy è accuratamente proiettato nel mondo in cui egli si muove.

Non c’è una ricetta giusta o sbagliata. Il trauma va vissuto intensamente, esorcizzato e domato, come se fosse una bestia, come se fosse un orso che ti cammina di fianco.

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Jeremy Allen White in una scena di The Bear

Un ingombrante orso che ti cammina di fianco per tutto il resto della vita. Carmy può decidere di non curarsi di lui, di fingere di non vederlo, ma sa che sarà sempre lì. L’accettazione è la via più dolorosa e ripida, comporta sacrifici e rinunce, comporta notti insonni fatte di pensieri e tormenti. Ma alla fine della via tutto naturalmente si sistema, il caos si acquieta e ritorna l’ordine. The Bear, in questo senso, è un manuale di tenacia e di speranza.

È un invito a non gettare la spugna e a rimboccarsi le maniche. Michael ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti quelli che lo conoscevano e che gli volevano bene, talmente tanto da tralasciare i suoi difetti. Ma non dobbiamo dimenticare che Carmy, prima che gli balenasse in testa di aprire finalmente The Bear, era abituato a uno stile di vita estremo, fatto di ritmi allucinanti e di carichi di lavoro e pressioni fuori da ogni logica. 

È questo il background che ha reso Carmy ancora più fragile, seppur contestualmente più pronto ad affrontare qualsiasi problema

In quello sguardo spento non c’è solo il trauma, ci sono anche anni e anni di sacrifici e rinunce fatte per inseguire un sogno. E poi improvvisamente ti ritrovi con le spalle al muro, costretto a tornare sui tuoi passi e a caricarti di responsabilità che fino a quel momento non avevi mai preso in considerazione. Come in ogni rapporto di amore fraterno, per lui Michael era un punto di riferimento, nonostante tra i due lui fosse decisamente più portato per quel mestiere. E quando la vita ti sottrae un punto di riferimento il mondo attorno a te crolla e non lascia nient’altro che paure e insicurezze. A quel punto si possono percorrere poche strade, ma Carmy ha scelto di percorrere quella di fianco all’orso, ha preferito domare la bestia.

The Bear ha quell’inconfondibile profumo di famiglia e di vitalità, di abitudini e umiltà, ma anche e soprattutto di rivalsa

Natalie e Richie

The Bear è una serie tv che parla di come affrontare il dolore nel modo giusto, nonostante tutte le difficoltà che la vita ti pone davanti. Michael era un punto di riferimento per tante altre persone, tra cui soprattutto Richie e Sugar (Natalie). Per quest’ultima il fratello scomparso era l’unico vero collante capace di mantenere unita la sua bizzarra famiglia, come si evince dal meraviglioso episodio Pesci. Tutti si affidavano a lui, nonostante il suo animo da mina vagante. Tutti ruotavano attorno all’orso, così ruvido esteriormente eppure così rassicurante. Il difficile rapporto tra Natalie e sua madre si è rotto completamente dopo la morte di Michael. La donna per lui aveva un occhio di riguardo tale da far sentire Sugar quasi inadatta, in cuor suo incompleta. Eppure anche lei è tornata a sorridere nel momento in cui si è sentita di nuovo parte di una famiglia, quella di The Bear.

Tra tutti i personaggi, quello che ha faticato di più a ritrovare la via dopo la morte di Michael è stato Richie. Si è sentito abbandonato dal suo migliore amico, e fin da subito ha cercato di nascondere la polvere sotto al tappeto. Non poteva e non voleva accettare che la persona più importante della sua vita l’avesse lasciato da solo. Per Richie, The Original Beef of Chicagoland non doveva cambiare di una virgola. Ma poi è subentrato Carmy, che è riuscito a fargli aprire gli occhi e a fargli accettare la dura realtà. The Bear ci insegna che tutti, prima o dopo, in un modo o nell’altro, trovano la quadra. Tutti finiscono per abituarsi all’ingombrante presenza dell’orso, accettando di camminare al suo fianco tutta la vita, ma senza rinunciare ad essa.