Cara mamma,
ho appena messo a dormire Halley e dovresti vederla, è così bella rannicchiata nella sua culla. Io, Howard Wolowitz, la sto guardando proprio adesso mentre ti scrivo queste parole. Sì, lo so che suona creepy, ma la verità è che il pavimento scricchiola e se mi muovo si sveglierà e ricomincerà a piangere e io non posso passare un’altra notte a cercare di farla riaddormentare. Perché ogni volta che proverò a uscire la sveglierò e dovrò di nuovo prenderla in braccio, cantarle una ninna-nanna, sussurrarle parole dolci, cullarla… È un loop infinito. Quindi credo che resterò qui a guardarla dormire fino a quando mi addormenterò anch’io contro questo muro.
Non sai quanto vorrei che avessi conosciuto tua nipote. E non solo perché è la bambina più bella del mondo – e lo è – ma anche perché ti somiglia tantissimo. Credimi, la riconosceresti fra mille. Ha solo pochi mesi ma quando piange mi ricorda te. Ha la tua voce e questo è un bene, perché finché urlerà così non potremo mai perderla. Non che io voglia perdere mia figlia, ma potrebbe succedere, no? Insomma, potrei dimenticarmela in auto o… No, okay, non potrei. Credo. Spero. In ogni caso, la sentirei piangere anche dall’altro capo del mondo, quindi il problema non si pone. E poi non sono quasi mai da solo con lei. C’è sempre anche Bernadette. E Raj. E Stuart.
Sì, mamma, abbiamo praticamente adottato anche lui. Sappiamo quanto ti stesse a cuore, quindi abbiamo deciso di tenerlo. Certo lui e Raj fanno più danni che altro, ma ogni tanto sono anche utili. Ogni tanto.
Mi manchi, mamma. Mi manchi e vorrei che fossi qui.
Non sai quante volte mi sembra di sentire la tua voce in cucina o in bagno e subito corro per aiutarti, ma è solo Halley che piange tra le braccia di Bernadette. Ti ho mai detto quanto ti sono grato per aver approvato Bernadette? Ero così preoccupato quando te l’ho presentata… Beh, insomma, lo sai, per il fatto che è cristiana. Lo so, lo so, ma è l’unico difetto che ha. Cioè, guardala. È bellissima. E non solo è bellissima, vuole anche venire a letto con me! Con me, mamma! Ehm… Okay, questo forse è meglio che tu non lo sappia. Anche se tecnicamente lo sai, perché insomma abbiamo fatto una figlia, quindi è ovvio che…
Lo sai che sono stato nello spazio? Sono un astronauta, mamma, un astronauta! Sei un po’ orgogliosa di me? Sì che lo sei. Eri ancora viva quando è successo, stavo solo cercando di cambiare argomento. Però una cosa la vorrei davvero, che tu fossi orgogliosa di me.
Ce la sto mettendo tutta per essere l’uomo che volevi che fossi, l’uomo che non è stato papà.
Non pianterò in asso mia moglie e mia figlia, so che, anche se non sono perfetto – sono lontanissimo dall’essere perfetto – loro hanno bisogno di me. E io voglio esserci, voglio vedere Halley crescere, dire la prima parola, camminare, voglio portarla a scuola, poi all’università, voglio vederla diventare la più grande scienziata del suo tempo, migliore persino di Sheldon, così poi vediamo chi è quello con il minore QI!
No, no, lo so, mia figlia non è un’arma contro Sheldon, è solo che voglio che abbia successo. Voglio vederla crescere sana e forte, voglio che si realizzi nella vita come ho fatto io. Ci avresti mai creduto quando vivevo ancora con te? Avresti creduto che un giorno avrei avuto una mia famiglia, una famiglia stupenda. Io ancora la sera ho paura di addormentarmi e di svegliarmi nella mia vecchia stanza. Perché la mia vita è diventata troppo bella per essere la mia.
L’unico lato positivo se mi svegliassi nella mia vecchia stanza una mattina sarebbe che tu saresti ancora viva, ma in fondo tu lo sei ancora. Tu vivi in questa casa, in Halley, in me. E mi assicurerò che lei ti conosca, le racconterò di te, te lo prometto.
Ti voglio bene, mamma. Ti voglio bene e mi manchi.
Tuo