Il commovente addio che The Big Bang Theory ha regalato al suo pubblico, dopo dodici esilaranti anni di emozioni e risate, ci ha lasciato un vuoto incolmabile che non smette di bruciare anche a distanza di oltre un anno dalla fine. Tra gli innumerevoli motivi di questa languida nostalgia c’è il modo in cui la serie ha saputo parlare d’amore, in particolare del sentimento che ha tenuto unita anche tra vorticosi saliscendi l’improbabile coppia formata da Penny e Leonard.
Non ci avremmo scommesso nemmeno l’ultima fetta della nostra torta preferita, date le inconciliabili divergenze tra due caratteri che sembravano provenire da mondi diversi e incomunicabili, eppure The Big Bang Theory ci ha sorpreso insistendo su questo rischioso assortimento con una fiducia incrollabile.
Leonard incrocia per la prima volta lo sguardo di Penny in un giorno qualunque, mentre è intento a trascinare con disinvoltura la sua solita esistenza da nerd lungo le scale dell’iconico pianerottolo di The Big Bang Theory, e ne rimane folgorato: spiazzato dalla sua bellezza, non si rende neanche conto di quanto la sua nuova biondissima dirimpettaia sia vacua. O forse sì, ma non gli importa. Sognare in fondo non costa nulla, e lui sa di poter solo immaginare l’irrealistica proiezione della loro fiabesca vita insieme.
I nostri figli saranno intelligenti e bellissimi!
Il loro rapporto sembra procedere secondo il banale cliché del secchione che si è preso una colossale cotta per la pupa di turno: un corpo celest(ial)e che orbita sinuosamente attorno alla sua vita ma sempre dannatamente lontano anni luce dalla sua portata. Un’attrice fallita esperta solo di oroscopo e di bollicine che nonostante l’aria svampita conosce fin troppo bene l’arte della seduzione, e capta fin dal primo istante la febbrile infatuazione di quello strampalato scienziato bassino e occhialuto nei suoi confronti. Consapevole di occupare tutte le sue fantasie, Penny si gode sorniona le attenzioni di Leonard e talvolta sfrutta bonariamente l’interesse del ragazzo per rimediare piccoli favori (o “prestiti” destinati a non essere mai più restituiti).
Intanto trascorre la maggior parte del suo tempo libero scivolando con nonchalance da un’avventura di poco conto all’altra, ed esibendo bellimbusti con cumuli di segatura al posto dei neuroni dai quali finisce per essere puntualmente delusa. E dove si rifugia l’avvenente ragazza dal cuore infranto, se non tra le braccia accoglienti del vicino di casa bruttino in masochistico e conclamato stato di friendzone? Uno stereotipo trito e ritrito, ma nel caso di The Big Bang Theory questo impietoso giudizio è stato troppo frettoloso.
Penny comincia infatti a provare un sincero affetto verso Leonard: una tenerezza che lentamente si trasforma in interesse, fino a sfociare finalmente nell’attrazione.
Non si tratta di uno sviluppo casuale, ma di una nuova prospettiva che si schiude di pari passo con l’incredibile evoluzione del personaggio di Penny, una ragazzina superficiale che proprio nel confronto con la complessità di Leonard trova lo stimolo a migliorarsi, arrivando a fare della sua normalità una qualità eccezionale. Solo una più penetrante sensibilità e un’acutezza maggiormente profonda avrebbero potuto permettere a Penny di accorgersi di quanto fosse preziosa la felicità che giaceva nascosta sotto il suo stesso naso: inizia così una storia d’amore dalla straordinaria portata simbolica, perché capace di sdoganare il preconcetto per cui la velina sceglierà sempre il calciatore e di imporre un nuovo destabilizzante trend, secondo cui è l’intelligenza la qualità più sexy.
Tuttavia in questa fase la relazione tra Penny e Leonard inciampa inevitabilmente in un altro stereotipo: la coppia risulta infatti estremamente sbilanciata e irrealistica, finendo per incarnare il luogo comune secondo cui “vince chi fugge” e “il meno coinvolto detiene il potere”.
Leonard infatti non fa altro che assecondare la sua fidanzata perché non può fare a meno di “sentirsi inferiore“, e teme di perderla da un momento all’altro. Dal canto suo, Penny sa perfettamente di essere la parte forte della coppia e questo la spinge a dare spesso l’amore di Leonard per scontato, convinta che tanto lui non la lascerebbe mai e sarebbe disposto a rincorrerla all’infinito. Questo perenne squilibrio mette spesso in crisi la loro relazione ed è la causa scatenante di innumerevoli tira e molla, punti di rottura generati da un’incomprensione latente nonostante la genuinità del loro sentimento, che ci hanno indotti a dubitare sempre di più della possibilità che The Big Bang Theory omaggiasse i due protagonisti con un meritato lieto fine.
Ed è proprio in questo frangente che la serie ci ha stupiti ancora una volta: quando il percorso personale di entrambi è giunto a compimento, infatti, l’amore indissolubile che li ha sempre legati lungo il tragitto è riemerso in tutta la sua unicità, anch’esso cresciuto insieme ai due amanti e trasformatosi in qualcosa di molto più consistente e significativo. Penny e Leonard si sono finalmente raggiunti dopo essersi a lungo inseguiti e sfuggiti a vicenda: lei sicura di aver trovato un compagno per la vita (al punto che i ruoli risultano quasi invertiti, ora che viene colta da attacchi di gelosia, si sente intimidita dall’intelligenza di Leonard e arriva persino a chiederlo in sposo pur di non lasciarselo sfuggire), e lui consapevole di meritare quella vita che si era immaginato accanto a una bellezza rubacuori che lo ama.
La coppia sperimenta anche momenti di ordinaria quotidianità e di noia, affronta conflitti destabilizzanti e profondi come il desiderio di paternità di Leonard e il timore di Penny di diventare madre, e da queste prove si risolleva rafforzata: anche quando l’entusiasmo iniziale si è affievolito e la trappola dell’abitudine ha minacciato la loro unione, i due opposti pezzi del puzzle si sono incastrati perfettamente compensando l’uno le imperfezioni dell’altro.