Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul quarto episodio di The Boys 2
Dopo le prime tre entusiasmanti puntate di inizio stagione, The Boys 2 regala ai fan una quarta puntata coinvolgente e decisamente all’altezza delle precedenti.
Interessantissima è la scena d’apertura: una donna sconosciuta parla fissa davanti a una telecamera, come se stesse prendendo parte a un’intervista e ci racconta la sua idea di amore e relazione. Non ci è dato capire il contesto, né la sua identità. E durante il corso della puntata più volte la narrazione sarà interrotta da queste inquadrature di donne che, avulse da ogni contesto, ci raccontano la loro idea di amore.
E in effetti questa puntata riflette molto sulle relazioni
Le diverse storyline che si intrecciano nel corso della narrazione sono tutte incentrate su delle relazioni di carattere sentimentale: abbiamo Butch e Becca, Hugh ed Annie, Frenchie e Kimiko, Patriota e Madelyn Stillwell (sì, avete capito bene).
Butch ha infatti finalmente trovato il rifugio della Vought dove Becca vive segregata insieme al figlio Ryan. Inizialmente tutto sembra andare per il meglio: i due sembrano scoppiare di gioia davanti all’improvviso ricongiungimento ed elaborano un piano di fuga per sfuggire al controllo dell’azienda e, soprattutto, di Patriota. Ma è ovvio che la cosa non possa essere così semplice.
D’altronde siamo in The Boys 2, le cose devono complicarsi per forza!
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Becca, infatti, capisce che Butch non ha alcuna intenzione di tenere il figlio con loro e prova un istintivo rigetto nei confronti di Ryan, sapendo che è il figlio di colui che ha stuprato sua moglie. Becca decide quindi di dirgli addio, pur provando un immenso dolore: è madre e non può scendere a patti con la rabbia repressa di Butch, che, come lei stessa osserva, è insita nel suo carattere e va ben al di là del suo odio per Patriota.
Abbiamo poi il tormentato rapporto che lega Frenchie e Kimiko. L’uomo, ormai lo abbiamo capito, malgrado il suo passato da killer professionista ha un cuore d’oro e una profonda sensibilità. Si tratta senz’altro di uno dei personaggi meglio scritti di tutta la serie e porta lo spettatore a una naturale empatia. Per questo soffriamo insieme a lui, osservando la sua impotenza davanti al dolore di Kimiko, devastata dalla morte del fratello. Dinnanzi a una disperazione così grande, Frenchie non sa cosa fare. E nel disperato tentativo di dare conforto a lei e a se stesso, prova finalmente a baciarla. Ma la ragazza è talmente chiusa emotivamente, talmente accecata dalla rabbia e dalla tristezza, che non può assecondarlo e, anzi, reagisce con violenza. Ed è così che vediamo l’uomo debole per la prima volta: fino ad ora solo Hugh ha dato segni di cedimento davanti alla gravità della situazione e, anzi, Frenchie aveva sempre cercato di confortare il ragazzo, spronandolo ad andare avanti e a non cedere davanti al dolore e alla fatica.
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Ma stavolta la sofferenza dell’amata e la sua volontà di chiudersi in se stessa, impedendo qualsiasi forma di aiuto o di affetto, è troppo anche per lui. Frenchie comincia a scendere in un tunnel di degrado, che lascia supporre una possibile evoluzione del personaggio.
La relazione fra Hugh ed Annie, invece, per quanto sia ben sviluppata, non risulta particolarmente interessante: ormai è da tanto che i due si rincorrono e si allontanano, quindi un improvviso ricongiungimento non risulta poi così eclatante. Di certo, la cosa più interessante della loro storyline è quella legata alla ricerca, insieme a Mother’s Milk, di una Super attiva negli anni Settanta colpevole di aver brutalmente assassinato un innocente ragazzo di colore. L’atroce delitto, ovviamente insabbiato dalla Vought, non solo è alla base di uno sconvolgente colpo di scena, ma risulta quanto mai significativo ed attuale. Ancora una volta, dunque, i supereroi non sono altro che pretesti per denunciare le piaghe della società in cui viviamo, invitandoci a riflettere.
E infine arriviamo a Patriota: in una sequenza vediamo il capo dei Sette atterrare nel giardino di una casa. E una volta varcata la soglia, veniamo accolti da una voce e da una figura incredibilmente familiari: Madelyn Stillwell.
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Con nostro enorme stupore non solo ci compare davanti viva e vegeta, ma decisamente felice di vedere Patriota. Risulta evidente che i due hanno una relazione e al momento questa valanga di informazioni lascia lo spettatore interdetto.
Solo dopo emerge la verità
Madelyn Stillwell non è magicamente tornata nel mondo dei vivi, ma è impersonata da Doppelganger, un Super minore in grado di mutare forma. La psicosi di Patriota ha dunque raggiunto livelli estremi, al punto da portarlo a fingere una relazione inesistente con una donna defunta. La linea narrativa di Patriota si riconferma la più interessante e complessa: l’uomo è ormai in preda ai fantasmi del passato e alle paure del presente. Sente la sua posizione minacciata e ha il terrore di essere messo da parte per Stormfront, che sa usare i social ed è in grado di manipolare la gente fomentando il suo odio attraverso discorsi semplicistici e populisti. La donna si finge l’eroina di cui il popolo ha bisogno ed è in grado di soppiantare Patriota con il cellulare come unica arma. Certo, il conflitto fra loro è molto interessante, ma ancora Stormfront non convince del tutto: manca ancora di quel carisma e quel fascino che potrebbero costituire una degna opposizione al capo dei Sette.
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Infine viene anche svelato l’arcano delle donne che raccontano la loro idea di amore
I loro commenti si sposavano talmente bene con una trama tutta incentrata sulle relazioni amorose da farci dimenticare il perché della loro presenza. Poi tutto viene rivelato: si tratta delle aspiranti mogli di Abisso che stanno partecipando a dei veri e propri casting. L’obiettivo è quello di condurre il supereroe a un matrimonio socialmente accettabile e che costituisca il lasciapassare per rientrare nei Sette. Si tratta di un siparietto divertente e grottesco, così come tutta la storyline di Abisso che, ne siamo certi, non deluderà e arriverà a regalarci dei risvolti inaspettati.