Andando avanti con le puntate (qui la recensione dell’episodio 2×05), The Boys diventa sempre più grottesca e sorprendente: è chiaro ormai che la prima stagione era solo un “assaggio” e serviva ad educare lo spettatore prima di arrivare all’exploit della seconda stagione. Per quanto anche i primi episodi denotassero un particolare gusto per il demenziale e lo splatter, la seconda stagione va ben oltre e con questa sesta puntata raggiunge l’apice.
In questo episodio, vediamo ormai consolidata la relazione fra Stormfront e Patriota e assistiamo alla trasformazione del capo dei Super in una specie di fidanzatino modello, che aspetta la donna nella roulotte con un mazzo di fiori e un tenero bigliettino. Il contrasto con ciò che è veramente Patriota risulta davvero stridente, soprattutto se si considera che il testo del biglietto recita: “Grazie per una giornata speciale.”. Inquietante pensare che la “giornata speciale” sia consistita in una missione nella quale i due hanno inseguito un criminale e, presi dalla passione, gli hanno schiacciato la testa che tenevano premuta contro il muro. Ma risulta ben presto chiaro che questo attaccamento a Stormfront è per Patriota una semplice ansia di restare da solo e una spasmodica ricerca di affetto. Motivo per cui non batte ciglio quando la donna gli rivela ciò che già sospettavamo: la Super è nata a Berlino nel 1919 e, dopo aver abbracciato le idee naziste, ha sposato il fondatore della Vought, che l’ha resa uno dei primi esperimenti con il composto V. Lo scopo era quello di creare un gruppo di uomini dai poteri sovrannaturali, che potessero promuovere la supremazia della “razza ariana”.
Molto probabilmente Patriota non è realmente interessato alle idee di Stormfront: ciò che gli sta realmente a cuore è il fatto che lei lo idolatri, in quanto perfetto compimento degli esperimenti del marito. L’unica cosa che attrae Patriota è dunque l’adorazione che la donna nutre nei suoi confronti, il suo amore morboso e la promessa che non lo lascerà da solo. I due altro non sono che solitudini trovatesi a condividere lo stesso dolore e le medesime manie di grandezza.
Ma che cosa stanno combinando, intanto, i The Boys?
Concentrandoci sulla loro storyline, vediamo che il focus della narrazione si è spostato decisamente verso Frenchie. Finalmente riusciamo a capire qualcosa di più del suo passato e dei profondi traumi che lo hanno segnato. Molto abilmente, gli sceneggiatori hanno deciso di accantonare per un attimo la linea narrativa riguardante Hugh, Butch e Starlight che, sebbene subisca un’evoluzione, ha ormai già raccontato molto e rischierebbe di risultare ripetitiva. È invece molto più interessante seguire LM, Kimiko e Frenchie all’interno di una clinica di igiene mentale dove Stormfront fa eseguire esperimenti sui pazienti, per testare gli effetti del composto V sugli adulti.
L’obiettivo è appunto quello di creare una “razza” di uomini superiori, secondo le perverse idee del fondatore della Vought. E qui si raggiunge davvero l’apice del grottesco: viene mostrato ogni genere di deformità e non solo. Quando una paziente particolarmente potente riesce a uscire dalla sua cella, libera altri pazienti, che sfogano tutta la loro rabbia e il loro terrore facendo a pezzi gli inservienti e chiunque trovino sul loro cammino.
E qui di certo né la regia, né la sceneggiatura si risparmiano dettagli macabri e a tratti disgustosi, ma che sono in perfetta sintonia con lo spirito della serie e con la piega sempre più radicale che sta prendendo. Che The Boys non fosse per palati delicati era già intuibile, ma adesso viene detto in maniera esplicita.
Molto interessante è anche il nuovo personaggio di Fiaccola: si tratta di un Super dal background piuttosto complesso, la cui storyline riguarda anche il passato di Butch, Frenchie ed LM. I tre, infatti, lavoravano per la CIA e facevano parte di un gruppo che aveva il preciso scopo di sabotare la Vought. Inizialmente, era stato proprio il loro capo a ingaggiare Fiaccola perché entrasse nei Sette come infiltrato. Non è ben chiaro come il Super abbia poi deciso di ribellarsi, ma quello che è certo è che ha una gravissima colpa sulle spalle: pensando di colpire il capo del gruppo che lo aveva usato come infiltrato, incendia una stanza in cui in realtà si trovano i suoi bambini, che muoiono fra atroci sofferenze. Fiaccola porta il peso e il dolore di quell’orrendo sbaglio da anni.
Si sa, i personaggi complessi e dall’oscuro passato sono il punto forte di The Boys e sicuramente Fiaccola subirà un’interessante evoluzione. Ne ha tutto il potenziale e, per come lo abbiamo lasciato alla fine della puntata, verrà presumibilmente sfruttato da Frenchie e dagli altri per qualche missione di sabotaggio.
Questo sesto episodio, dunque, non ha deluso le aspettative: ci sono molti colpi di scena, parecchie sequenze adrenaliniche che lasciano lo spettatore soddisfatto, anche se non per molto. Troppa è ancora la carne al fuoco e l’impressione generale rimane quella di un crescendo costante di tensione, destinato a sfociare in un’enorme esplosione che, si spera, arriverà a breve.