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The Boys 2×07 – Un finale esplosivo

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Sangue, violenza, cinismo: The Boys ci fornisce la solita dose settimanale di questi tre elementi, ormai imprescindibili dalla serie. Eppure, questa puntata si trascina un po’ lenta, forse anche satura di tante storyline ormai difficili da gestire. Non che The Boys non sia in grado di giostrarle in maniera magistrale, anzi. Però ormai lo spettatore ha talmente tanti interrogativi senza risposta, conosce così tante questioni aperte che non è più in grado di aspettare.

Certo, sia l’inizio che la fine del settimo episodio sono davvero esplosivi: anzi, la sequenza d’apertura è talmente brillante da poter essere trattata come un cortometraggio a sé stante. Viene infatti mostrato un individuo anonimo e tranquillo, che conduce sempre la stessa esistenza, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. La sua vita si trascina lenta e l’unica forma di evasione dallo squallore della quotidianità è l’adorazione che l’uomo nutre verso i Super e Stormfront in particolare. Indottrinato com’è dai suoi discorsi patriottici a difesa degli USA contro gli eserciti di Supercattivi che si stanno formando nel mondo, si mette in testa che il commesso del supermarket dove fa la spesa ogni giorno sia un terrorista potenziato dal composto V. E così , in modo del tutto inaspettato, lo uccide con un colpo alla testa.

Ed è in questa sequenza che emerge tutta la genialità di The Boys

In questi pochi minuti, c’è tutto: risulta chiara fin da subito la psicologia di questo personaggio anonimo e le sue motivazioni. Lui da solo rappresenta le tremende conseguenze che può avere l’indottrinamento politico. Come abbiamo già avuto modo di capire, The Boys altro non è che lo specchio della nostra società e questo assassino è la rappresentazione di tutti quei criminali che troppe volte fanno notizia uccidendo persone innocenti per folli motivi politici e sociali. E infatti poco dopo vediamo Stormfront e Patriota, che ormai fanno coppia fissa, in conferenza stampa, a commentare il tragico episodio di cronaca. E come dei perfetti politici sfruttano l’episodio per far propaganda: pur dichiarando il proprio rammarico per la vittima, lo usano come pretesto per ricondurre il discorso all’esigenza di difendere l’America dalla minaccia dei Supercattivi. Propongono quindi di incrementare il numero dei Super “buoni” attraverso la distribuzione massiccia di composto V. Peccato che il pubblico, totalmente soggiogato dai loro discorsi suadenti, non si renda conto che l’origine del problema è proprio il composto prodotto dalla Vought e che distribuirlo in grandi quantità non risolverebbe di certo la situazione.

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Per quanto riguarda i The Boys, li vediamo ora separati: Butch riceve un’importante chiamata dalla madre ed è costretto a tornare a casa, mentre LM insieme a Grace Mallory si reca da Jonah Vogelbaum, l’ex responsabile scientifico della Vought, per convincerlo a testimoniare nell’udienza convocata per indagare sui crimini perpetrati dall’azienda.

Hugh, dal canto suo, viene incaricato di sorvegliare l’altro testimone chiave contro la Vought: un Fiaccola depresso e in crisi esistenziale incapace di fare qualunque cosa, se non stare sprofondato nel divano a guardare film porno sui supereroi. Un dettaglio che ha del grottesco, ma che conferma ancora una volta lo spirito irriverente della serie.

Hugh subisce una scossa solo nel momento in cui scopre che Annie è stata smascherata e che, in quanto traditrice dei Sette, è stata segregata nella torre della Vought. Assistiamo dunque a un ribaltamento della situazione: se prima era Hugh sempre in pericolo e sistematicamente salvato da Starlight, ora diventa un cavaliere senza macchia che corre in difesa della sua principessa. Convince quindi Fiaccola ad aiutarlo ad introdursi alla Vought per poter liberare Annie. Peccato che, una volta arrivati lì, Fiaccola pensa bene di suicidarsi dandosi fuoco, incapace di reggere il peso delle sue colpe e dei suoi fallimenti. E questa, per quanto sia una svolta fondamentale ai fini della trama, dal momento che i The Boys si trovano privi di uno dei testimoni chiave contro la Vought, lascia un po’ l’amaro in bocca. Fiaccola era un personaggio complesso ed interessante, con un grande potenziale: esaurirlo in sole due puntate risulta veramente un peccato e fa pensare a una soluzione forse troppo frettolosa.

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Aumenta invece la curiosità nei confronti del personaggio di Black Noir, che sta diventando sempre più presente e pericoloso: non solo è lui che cattura Annie, ma cerca anche di impedirle la fuga dalla Vought. E l’avrebbe uccisa, se non fosse intervenuta Queen Maeve. La donna, sempre più stanca della sua vita costantemente sotto i riflettori, decide di ribellarsi all’azienda, impedendo al misterioso Super di attaccare Annie di nuovo. Come? Nel modo più semplice possibile. Lo strano personaggio, a quanto pare, è allergico alla frutta a guscio e l’unica cosa che fa Maeve è infilargli in bocca uno snack a base di mandorle.

Questi piccoli dettagli non fanno che aumentare gli interrogativi sul personaggio, che comincia a soddisfare parzialmente la bramosia del pubblico con pochi, piccoli dettagli sulla sua persona.

L’apice della puntata si raggiunge però sul finale

Assistiamo finalmente alla tanto attesa udienza contro la Vought. L’accusa chiama a testimone Volgelbaum, per denunciare le frodi compiute dall’azienda. Ma, proprio mentre l’uomo si sta avvicinando al banco dei testimoni, succede qualcosa di sconvolgente: in perfetto stile The Boys, la testa del capo della commissione giudiziaria esplode, seguita da quella di Vogelbaum. Nel panico generale, altre teste cominciano a scoppiare, inondando l’aula del tribunale di sangue. Il tutto in diretta Tv, con Hugh, Butch e gli altri che osservano la scena allibiti, illuminati dalla luce azzurrina dello schermo. Si tratta chiaramente di un attacco a difesa della Vought, dal momento che è stato ucciso uno dei testimoni chiave. Ma chi sia stato, non ci è dato saperlo e probabilmente rimarrà un grande punto di domanda ancora per un po’. Di certo è un finale di puntata magistrale, soprattutto se si considera la lentezza generale del resto dell’episodio. La stanchezza della trama, d’altronde, era prevedibile, specialmente dopo l’adrenalinica 2×06. Il grande pregio di The Boys è infatti la grande capacità di calibrare momenti di grande tensione con altri più tranquilli, in modo da concedere allo spettatore delle “pause”, pur tenendolo sempre sul filo del rasoio. E il finale di questa puntata è un bel “risveglio” dal torpore.

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