Il Teaser Trailer ufficiale della stagione 3 di The Boys ci aveva destabilizzato. Perché William “Billy” Butcher ha gli occhi fiammeggianti? Non ci abbiamo dormito la notte. Negli ultimi mesi, manco a dirlo, siamo stati travolti dall’hype. C’era Eric Kripke che dichiarava che la nuova stagione: «è forse una delle cose più folli che sia mai stata fatta» mentre in un’intervista alla britannica RadioX, Karl Urban (Butcher) ci stuzzicava l’appetito lanciando provocazioni succulente: «è così folle che al terzo episodio avevano già finito il sangue finto». Del resto, da bravi series addicted quali siamo, abbiamo imparato a non fidarci né delle dichiarazioni finalizzate a fomentare l’hype tantomeno dei teaser trailer; che fin troppo spesso si rivelano essere solo un montaggio sensazionale dei pezzi migliori di una stagione deludente. The Boys, finora, non ci ha mai deluso. Entrambe le stagioni hanno portato a casa un pasto succulento infarcito di satira e splatter. In che modo la terza stagione poteva essere addirittura più folle delle prime due? Il finale dell’ultimo capitolo è stato estremo, eccitante e disturbante. Si poteva andare ancora più il là di così? Ebbene, dopo la visione delle prime tre puntate della terza stagione, rilasciate su Prime Video il 3 giugno, possiamo dirlo: sì, è davvero come promettevano! Ed è esattamente ciò che desideravamo. La stagione è appena iniziata e, di bombe, ne sono cadute già a bizzeffe.
**Attenzione seguono SPOILER delle prime tre puntate della terza stagione di The Boys (e delle precedenti)**
Forse questa stagione avrebbe dovuto sottotitolarsi: The Boys – Prova a non vomitare.
I primi tre episodi sono un turbinio di rivelazioni, crolli mentali, suoni disgustosi e immagini truculente e perverse che hanno messo in subbuglio il nostro stomaco. I primi venti minuti del primo episodio sono un’escalation di caos allucinato e perverso, a partire dal Super che può rimpicciolirsi e… ci siamo capiti! I livelli di follia di The Boys 3 sono cresciuti e con essi la complessità dei personaggi dal futuro sempre più incerto. Tutti hanno i nervi così tesi che riusciamo a percepirlo sulla nostra pelle. È passato un anno dal quel giorno in cui Stormfront venne carbonizzata da Ryan. Tutte le accuse contro la squadra erano cadute. Marvin Milk era tornato dalla sua famiglia, Kimiko e Frenchie erano sempre più in sintonia. Butcher aveva donato a Ryan il medaglione di San Cristoforo (quello regalatogli da Becca) e lo aveva affidato alle cure di Mallory. Quest’ultima aveva proposto a Billy di lavorare per la CIA per tenere d’occhio i Super. Così, dopo 365 giorni di calma apparente, ritroviamo Hughie ripulito, sorridente e in giacca e cravatta sotto i riflettori dell’anteprima del ridicolissimo film Dawn of The Seven, diretto da Adam Bourke, sottobraccio alla sua fidanzata Starlight. Hughie, impettito come uno studente alla discussione della tesi, ora lavora per il governo nell’ufficio per gli Affari Super, al fianco di Victoria Neuman. Il Bureau, che ora collabora in sinergia con la Vought per eliminare le mele marce. Anche Stan – dice – inizia a blaterare di essere stanco della condotta dei Super. Tra i compiti di Hughie c’è quello di supervisionare Butcher, cioè di assicurarsi che Billy e ciò che resta della squadra (Kimiko e Frenchie) non esplodano contro un Super. Latte Materno, infatti, è uscito dal gruppo e sta provando con tutto sé stesso a fare il padre, ma il suo passato (e la nuova fiamma dell’ex moglie) lo tormenta.
Victoria Neuman – la deputata attivista anti-super e direttrice fondatrice del Federal Bureau of Superhuman Affairs – però, nasconde un segreto. Sì, parliamo anche di quelle teste esplose nel finale della seconda stagione. Anche i segreti, però, hanno la tendenza a esploderci in faccia se compressi troppo a lungo. Durante la prima del film (con un cameo d’eccezione: Charlize Theron nei panni della “nazi b***h”, da cui la Vought prende definitivamente le distanze) un ragazzo agitatissimo cerca invano di parlare con Victoria. Ma la chiama Nadya, insospettendo così Hughie e proseguendo il primo di una lunga serie di plot twist. Si respira un clima di pace, è vero, ma tutti hanno una gran voglia di trasformare quella quiete ipocrita in un bagno di sangue. E noi non vediamo l’ora. La salute psichica di Homelander è sempre più instabile. Per un minuto abbiamo perfino provato pietà per lui, soprattutto quando è al capezzale della sua amata nazista, ridotta alla stregua di un sofficino bruciato. Come un’energia distruttiva concentrata in un barattolo di sottaceti, Patriota riesce a trattenersi per un’intera puntata. Sembra un mastino castrato e al guinzaglio. La stampa non fa che domandargli come mai non avesse capito che la sua fidanzata fosse nazista mentre lui si limita a rispondere pacatamente con una frase confezionata ad arte. Abisso rientra nei Sette, ingoiando un boccone amaro, ed ha pure un ridicolissimo show, mentre A-Train ormai non può più correre, trangugia frullati e schifezze ed è alle prese con un re-branding. Le loro storyline evolvono in direzioni tanto esilaranti quanto struggenti.
Arma Anti-Super e Soldier Boy.
Homelander è fuori di testa. Lo era già. Ma nella terza stagione la sua pazzia prende una piega più umana. Non ha mai avuto un legame sincero con nessuno. Suo figlio è nascosto, non sa amarlo e sente che il piccolo non è come lui. Stormfront, invece, è stata la prima persona con cui ha stabilito un legame vero, seppur folle. Nella seconda puntata, in una scena raccapricciante e spaventosa, Patriota apprende dai notiziari che la sua amata è morta. Suicidio, dicono. In quel momento sentiamo rompersi le catene che trattenevano Homelander, così come sentiamo frantumarsi le ossa della malcapitata ragazza su quel tetto. Ora sì che ha perso tutto. Ma ora è libero. Così John si è trasformato in una pulsar impazzita. Ma I Boys potrebbero aver trovato un’arma di distruzione di supereroe. La leggenda di Soldier Boy, una parodia di Capitan America, è la chiave di volta dell’intera stagione. E Grace Mallory sa più di quanto pensiamo, a partire dall’Operazione Charlie, la lotta al comunismo e la cocaina. Queen Maeve ha portato il file a Butcher: se riuscissero a trovare quell’arma che presumibilmente ha ucciso Soldatino negli anni Ottanta – probabilmente russa – potrebbero eliminare Patriota. Il fascicolo però non è l’unico regalino. Maggie porta a Billy anche tre fiale di V temporaneo: un composto capace di renderlo un Super per 24 ore. Ecco spiegati i raggi laser dagli occhi! Gli effetti collaterali, poi, saranno uno spasso.
La storia di Soldier Boy ci viene narrata attraverso il video di celebrazione al parco Inclusive Land, uno smacco all’ipocrisia di un certo politically correct di facciata, quello fatto male, che rischia di essere ancor più offensivo. Molti hanno osannato The Boys per il suo essere così politicamente scorretta. Eppure la definizione non rende giustizia. La serie ideata da Eric Kripke, basata sull’omonimo fumetto di Ennis e Robertson, non è scorretta. La satira, quella fatta bene, non lo è mai. Smaschera i cortocircuiti e rivela le ipocrisie di una società scorretta e marcia. Torna la critica feroce e vera alle associazioni pro-armi, alle teorie complottiste e populiste, al razzismo fino al nostro bisogno di eroi, simboleggiato dallo star system, corroborato da una cultura violenta e patriarcale. I suoni carnosi, splatter, diventano sempre più accentuati e accurati, a coronamento di una critica sempre più incisiva. La disgustosa scena del polpo diventa così il simbolo di un meccanismo di sopraffazione e compromessi scellerati a cui siamo continuamente sottoposti. Mangia quel c***o di polpo! La co-partnership tra Starlight e Homelander, invece, è un distillato più puro degli intenti di denuncia della serie di Prime Video. La loro nuova relazione professionale è perversa, pericolosa e atroce da guardare. La ribellione di Annie – suggellata da quel pugno chiuso – che da Sex Doll diventa co-captain dei Sette, ci darà sicuramente tante soddisfazioni. “I’m offering you real power, full decision” gli dice Stan Edgar. Capire i suoi veri intenti diventa sempre più impossibile.
I Boys sono tornati.
Billy Butcher è a pezzi e si sfoga con Hughie, il quale si rende conto che seguire la retta via non porterà a nulla. Anche Marvin Milk realizza che serve a poco nascondere la polvere sotto il tappeto. È Monique, la sua ex-moglie, che gli suggerisce di tornare da Butcher: un bel rapporto in mezzo a tanto marciume. I Boys sono tornati. E finalmente Hughie si è tolto quel completo ridicolo. Kimiko e Franchie, però, non sono più così entusiasti e Nina e quel possibile “viaggio” in Russia potrebbero rivelarsi decisivi. Quindi, per abbattere i cattivi, bisogna comportarti come loro. Specialmente ora che Homelander ha spezzato le catene. Sul palco della sua festa di compleanno, in mondo visione, Patriota esplode sciorinando un discorso folle, ma vero – forse per la prima volta – che gli varrà il plauso del pubblico. Contro ogni previsione della Vought e di Ashley Barrett, la quale da un anno gli fa da tata.
Mi hanno manipolato come una marionetta. Mi hanno controllato. Voi avete bisogno di me perché io sono l’unico che può salvarvi. Non siete i veri eroi. Sono io il vero eroe.
Homelander, 03×02
Le promesse sono state già ampiamente soddisfatte, e le novità non fanno che accrescere il livello qualitativo di The Boys.
Preferirei essere amato, ma va bene anche essere temuto, se non ho altre alternative.
Neanche i ricatti funzionano più. Homelander, adesso, può fare il c***o che vuole. Le tre puntate sono un’esplosione incontrollata di frame esilaranti e perversi. Chi stava per skippare il trailer iniziale della 03×02 pensando fosse un vero trailer? E quanto è malato l’Homelander Birthday Special: una cafonata, l’ennesima tattica di un marketing malato? A mano a mano, le questioni che sono state lasciate in sospeso si stanno risolvendo con risvolti entusiasmanti. Finalmente vedremo fino a che punto si sono spinti con Herogasm. Le relazioni tra i personaggi e l’intreccio brillante degli archi narrativi, finora, sono il punto forte di questa nuova stagione, che ha in serbo tante soprese deliziose. Pensiamo al rapporto tra Ryan e Billy, il quale diventa sempre più simile a suo padre. Quello tra Nadya e Hughie, il quale ha scoperto il segreto di Victoria; il rapporto affaticato tra Hughie e Starlight (e quel barattolo); quello apocalittico tra Homelander e Butcher in stile “ne rimarrà in piedi solo uno”; quello tra Nadya ed Edgar; la Red River e le vere intenzioni della Vought; poi c’è Queen Maeve, che si è fatta vedere poco in giro, e tutti gli intrecci potenziali con le new entry. Arriva infatti Supersonic (Miles Gaston Villanueva) – Alex, vincitore di American Hero, ex fiamma di Annie e forse non così fantoccio come sembra, anzi un possibile alleato – e l’attesissimo Soldier Boy (Jensen Ackles), un corrispettivo di Patriota, svanito ormai nel nulla da anni. Scopriremo qualcosa in più sui Payback, come Crimson Countess (Laurie Holden), Gunpowder, Black Noir, di cui abbiamo già avuto qualche gustoso accenno. Insomma, ci aspetta una stagione clamorosa. Tuttavia, ancora una volta, è la bravura di Antony Starr a stregarci. L’attore è sublime: con un labbro inarcato e quel sorriso da psyco riesce a chiarire già gli intenti della terza stagione. I livelli di perversione, la qualità delle battute e della scrittura e il voluto effetto nauseante sono stati accelerati alla massima potenza. L’annuncio finale di Patriota, quello della storia d’amore con Starlight, è indigesto e nauseante. Ma quel pugno chiuso ci dà speranza: quel #HOMELIGHT gli entrerà per certo in qualche parte del copro.
Homelander è libero, nessuno può fermarlo. Oppure no? Forse per una volta giocheranno alla pari, come ci hanno promesso. E ormai sappiamo che The Boys mantiene le promesse. La quarta puntata ci aspetta venerdì 10 giugno su Prime Video, dopodiché procederemo con una straziante cadenza settimanale.