Come i fan più incalliti sapranno, la serie tv The Boys disponibile su Prime Video non è un adattamento del tutto fedele ai fumetti cui si ispira. Nella serie sono infatti presenti alcune deviazioni rispetto al materiale originale. Eppure, c’è una linea guida imprescindibile che lo showrunner Eric Kripke ha rispettato su richiesta esplicita dello scrittore del fumetto. La serie di fumetti a cui si ispira la serie è stata realizzata da Garth Ennis e Darick Robertson. Da qui, Eric Kripke ha creato l’ormai più celebre serie tv, della quale ha recentemente parlato in un’intervista a Variety.
Eric Kripke ha raccontato del suo confronto con gli scrittori del fumetto di The Boys
Confrontandosi con Garth Ennis, lo showrunner di The Boys ha affermato di aver anticipato chiaramente che lo show avrebbe presentato differenze col fumetto. Questo, nonostante avesse fatto di tutto per mantenere lo stesso tono, come infatti è stato. Ennis si è detto completamente d’accordo, e ha aggiunto che la cosa che più gli preme evidenziare della storia e sulla quale è intransigente riguarda Butcher. Per l’autore del fumetto, la cosa più importante alla fine della storia dovrà essere che “Butcher ha ragione”.
Nell’intervista, Eric Kripke ha raccontato come vedeva il fumetto e come immaginava di poterlo “migliorare”. Ha infatti parlato del fatto che, attraverso i fumetti, la storia gli è sempre parsa una specie di procedural, in cui ogni 2/3 numeri sopraggiunge un caso differente. La sfida dello showrunner di The Boys era adattarsi alle necessità dello streaming e avere una storia orizzontale che potesse durare almeno otto ore. Cosa che, invece, mancava ai fumetti.
L’accordo tra Eric Kripke e Garth Ennis
Eric Kripke ha quindi aggiunto:
“Sapevo sin dall’inizio cosa servisse. Quindi ho detto subito a Garth Ennis ‘voglio catturare solo l’essenza dei personaggi e voglio mantenere il tono narrativo, ma a te sta bene che la storia non sia la stessa?’. E lui è stato fantastico, ha capito perfettamente le mie intenzioni. È buffo, perché l’unica cosa che mi dice sempre è ‘basta che Butcher abbia ragione'”.