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The Boys è l’esatto opposto della tipica serie che ti aspetteresti negli anni in cui viviamo

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Al giorno d’oggi è sempre più difficile trovare un prodotto, seriale o cinematografico che sia, in grado di esprimere un linguaggio esageratamente esplicito o violento, senza subire ripercussioni o critiche (The Idol è solo un esempio recente, ma ce ne sono davvero tanti); questo perché, nonostante la rivoluzione della tv sia iniziato proprio nel momento in cui lo stesso mezzo televisivo ha deciso di abbattere queste pareti, viviamo in una società sempre più attenta a muoversi con cautela in questa direzione. Sembrerebbe quasi un passo indietro, mettendola in questi termini, eppure ci sono alcune serie tv che riescono, ancora oggi, a fare di questo tipo di comunicazione ed espressione, il proprio punto di forza: una di queste è The Boys, che non si pone davvero alcun limite. Non si tratta soltanto di linguaggio, ma anche e soprattutto di tematiche; tematiche che The Boys mette a nudo e affronta in modo crudo e diretto, senza risparmiarsi sul sesso e sull’explicit, sulla violenza o su temi di disturbi mentali o problemi psicologici. E allora ci chiediamo, sarà forse la possibilità di esagerare su tutto, vista la trama di The Boys, a permettere una sorta di “green pass” per non essere politically correct?

Il seguente articolo contiene numerosi SPOILER sulla trama di The Boys.

Dove non è mai troppo

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Homelander (640×360)

Se pensiamo al massimo della corruzione, della depravazione e della malvagità, non possono che non venirci in mente i supereroi di The Boys, che incarnano una sorta di élite mondiale che potrebbe tranquillamente rappresentare dei vip sottoposti di una classe politica totalitarista. Allora è forse in questo modo che si può parlare a tutti usando il tone of voice che si vuole, nell’era delle piattaforme? In realtà, lo streaming non ha cambiato le cose rispetto a quanto fatto dalle Pay tv, almeno in linea teorica: nel momento in cui paghi un abbonamento per accedere a un servizio, automaticamente accetti le sue regole, per farla in breve; tuttavia, data la sovraesposizione mediatica dei prodotti seriali, si fa sempre più attenzione al “non esagerare” con la rappresentazione di determinate tematiche ritenute scomode, soprattutto per via del temibile spettro del politically correct, che per certi versi ha costretto le stesse piattaforme a valutare con estrema attenzione tutte le possibili ripercussioni del caso. Ma poi ci sono serie come The Boys, che si presentano al pubblico, fin da subito, proprio come realtà alternative a questo tipo di modus operandi. La serie originale Prime Video è una sorta di “isola felice” in cui tutto è concesso, perché il suo pubblico è quello che non si fermerà di fronte alla vista, nel primissimo episodio, di una ragazza che viene letteralmente smaterializzata, venendo investita dall’uomo più veloce al mondo, come nemmeno di fronte alle molestie subite da una nuova dipendente al suo primo giorno di lavoro; esatto, perché tutto questo rappresenta esattamente ciò che c’è di più squallido e tristemente reale nella società odierna.

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A-Train (640×360)

The Boys sfrutta lo status dei supereroi per spettacolarizzare qualsiasi tipo di violenza fisica, sessuale o psicologica, e lo fa con l’obiettivo di esprimere una delle più aspre e nitide critiche al mondo in cui viviamo, dove i più potenti e i più amati (o almeno la maggior parte di loro), sono i primi carnefici, nonostante appaiano come gli eroi da ammirare. Di conseguenza, il linguaggio utilizzato in The Boys non può che essere il più crudo, spietato e oltraggioso possibile, perché per affrontare certi temi e certe situazioni, porsi dei limiti di espressione sarebbe deleterio e renderebbe tutto vano, inutile. The Boys esce dai limiti imposti dalla critica, quasi facendosene beffa, osando più di chiunque atro possa fare, perché è nata con quel preciso obiettivo e, anzi, qualora smettesse di spingersi oltre, perderebbe in termini di credibilità. In apertura abbiamo nominato The Idol per il semplice motivo che, in tempi recenti, è stata la serie più criticata per via del modo in cui ha provato a esprimersi; il fallimento della serie HBO, a nostro parere, non è dato dal fatto che sia stata troppo esplicita (e lo sia stata in modo del tutto gratuito), perché i problemi di questo prodotto sono ben altri, ma è vero che le critiche ci sono state eccome, tra l’altro ancor prima che la stessa serie fosse di dominio pubblico, oltre al fatto che si tratta della seconda opera di Sam Levinson, autore di Euphoria, altro prodotto che riscrive a proprio modo il concetto di politically correct. The Boys, a differenza di The Idol, innanzitutto prescinde dalla dimensione del reale (il che è già un ottimo punto per potersi permettere certe cose), ma va ben oltre tutto ciò, presentandosi da subito e senza mezzi termini come una serie profondamente irriverente e violenta, ma con uno scopo ben preciso.

L’incarnazione del male, quello reale

The Boys (640×360)

The Boys si nutre, fin da subito, dello spirito malato e corrotto dei propri interpreti, relazionandosi con il pubblico in modo del tutto particolare: sfidandolo, puntata dopo puntata, scena dopo scena, a una sorta di prova di forza, per testarne non solo la sensibilità, ma anche la capacità di reggere e accettare determinati argomenti. Per la maggior parte dei fan, una delle situazioni più assurde messe in scena in The Boys riguarda il famigerato Herogasm, ossia un’orgia a cui partecipano i supereroi più depravati per soddisfare i propri desideri più osceni e perversi; allo Herogasm non ci sono davvero limiti, e lo spettatore, addestrato da decine e decine di altri momenti, per così dire, estremi, tende a subire tale rappresentazione finendo per incuriosirsi ancora di più, domandandosi fin dove possa ancora spingersi la serie. Ma non si tratta solo della messinscena di un’orgia, perché The Boys aveva già fatto di più andando a rappresentare nuovamente l’odio e la violenza causata dagli ideali politici del nazismo, le perversioni sessuali di un uomo apparentemente indistruttibile, come Abisso, ma evidentemente fragile e vulnerabile; e ancora, anzi, soprattutto, seguendo passo dopo passo il delirio di onnipotenza di Patriota (Homelander), partendo dalla rappresentazione del suo complesso di Edipo, passando dalla leggerezza con cui decide di lasciar morire centinaia di persone in un incidente aereo, e finendo con la sua volontà di esprimere la propria rabbia liberamente, in pubblico, creando di fatto un mostro difficile da contenere.

Abisso (640×360)

The Boys è tutto questo e molto di più. E la forza della serie originale Prime Video sta proprio nel voler scardinare, pezzo dopo pezzo, tutti i complessi che il politically correct ha imposto di rispettare, ma non con l’obiettivo di porsi come alternativa, come bandiera di chi è stufo di sottostare a tali imposizioni, assolutamente no, The Boys è tutto questo e molto di più proprio perché, nonostante la serialità faccia sempre più attenzione al modo in cui si esprime, la società attuale è sempre più corrotta e al contempo sovraesposta, e dunque il pubblico necessita di un qualcosa che mostri, tramite una serie di iperboli più o meno accettabili, il lato più oscuro della realtà, paradossalmente dovendo ricorrere al più banale prototipo di fantasia: un mondo fantastico in cui i supereroi esistono davvero.