Vista a raggi X, muscoli d’acciaio, velocità e capacità di volo: Homelander, il grande villain di The Boys, è una vera macchina da guerra, pressoché impossibile da sconfiggere.
Più volte ci si è chiesti quale sia il suo punto debole, ma sembra non averne uno. D’altronde, tutti i supereroi hanno una debolezza, qualcosa che li renda almeno parzialmente vulnerabili. Anche perché altrimenti quale sarebbe il divertimento? La lotta fra Super e umani risulterebbe decisamente impari. Persino un Super apparentemente invincibile come Black Noir ha un bizzarro punto debole: l’allergia alla frutta a guscio. E anche i fulmini di Stormfront possono essere parzialmente neutralizzati.
Eppure, Homelander sembra veramente invincibile
Lo sceneggiatore Eric Kripke ha affermato in più di un’occasione che il punto debole di Homelander è la sua psiche. E questo è innegabile per chiunque sia fan di The Boys. Già nella prima stagione risulta evidente che il Super abbia dei problemi psicologici molto gravi, sicuramente dovuti al suo essere stato allevato come una cavia da laboratorio. Homelander, infatti, non ha una famiglia: è stato trattato fin da neonato con il composto V e assistiamo a un agghiacciante flashback in cui il bimbo viene osservato da dei freddi scienziati dietro a un vetro, in una stanza con le pareti bianche.
Homelander soffre per la mancanza di amore
Non avendo mai avuto la possibilità di sentire vero calore familiare, l’uomo sembra avvertire perennemente bisogno di attenzioni. E le ricerca disperatamente e in ogni forma: in parte tramite Madelyn Stillwell, con cui intrattiene un’inquietante relazione edipica, dall’altra attraverso il rapporto con i fan. Homelander alimenta il suo ego e il suo bisogno di amore grazie all’adorazione degli statunitensi. E infatti il suo mondo comincia a crollare nel momento in cui la sua fama vacilla. Quando arriva un nuovo Super, Stormfront, che di certo ha la grande capacità di entrare nelle grazie delle persone, l’attenzione degli americani si sposta inevitabilmente su di lei. E questo Homelander non è in grado di sopportarlo.
Improvvisamente, si ritrova senza il consenso e l’adorazione delle persone, l’unica cosa che per lui poteva rappresentare una parvenza di amore, almeno dopo la morte della Stillwell.
Il suo bisogno patologico di affetto e attenzioni si riversa dunque sulla sua più acerrima rivale: proprio Stormfront, con la quale avvia una turbolenta relazione che, per un attimo, gli dà la speranza di poter costruire un nuovo nucleo familiare, con lei e il figlio Ryan. Ma quando anche questa parvenza di felicità futura gli sfugge dalle dita, l’uomo è totalmente fuori controllo e la chiusura della seconda stagione fa presagire le tragiche conseguenze del suo tracollo.
Tuttavia, questa non è l’unica debolezza di Homelander
Nel corso del finale di stagione di The Boys (qui la recensione), è emersa inaspettatamente anche una debolezza fisica del villain: la sensibilità al suono. I Boys, infatti, per poterlo distrarre e liberare così Ryan dalla gabbia in cui è stato tenuto nascosto per anni, montano dei dispositivi che emettono un ronzio insopportabile per l’orecchio umano. Si penserebbe che un rumore simile non arrechi disturbo a un uomo dotato di un super udito. Eppure, inspiegabilmente, anche Homelander è profondamente disturbato dal suono, al punto che è costretto a uscire di casa e cercare la fonte del rumoraccio per poterla neutralizzare.
Si tratta di una debolezza piuttosto curiosa, perché associa Homelander a un altro supereroe, famoso in tutto il mondo: Superman.
Nei fumetti, infatti, oltre alla Kryptonite, emerge che uno dei suoi punti deboli è proprio l’udito. Se costretto ad ascoltare un suono particolarmente forte, che va ben oltre l’umana sopportazione, anche Superman risulta impotente. Questa analogia fra Homelander e l’uomo d’acciaio della DC ribadisce ancora una volta come The Boys porti alla ribalta un’oscura parodia dei supereroi, sottolineando come la vita sia sempre tutt’altra cosa rispetto a cinema e fumetti. La dura realtà, infatti, presenta sempre un rovescio della medaglia: più un umano è dotato di poteri eccezionali, più è incapace di gestirli. Difficile che un qualunque individuo investito di capacità che vanno oltre le naturali attitudini abbia la coscienza per usarle a fin di bene. E la serie lo sottolinea ancora, proponendo appunto una versione oscura e psicopatica dell’eroe buono per eccellenza.
Homelander rappresenta di fatto la risposta a una domanda molto semplice: come sarebbe Superman nella vita reale? E la risposta è: un supereroe problematico e terribilmente pericoloso, talmente smanioso di alimentare il suo narcisismo da sconfinare nella pazzia.