Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su The Boys
C’è un prima di The Boys e un dopo di The Boys: la Serie Tv targata Prime Video funge da spartiacque tra un mondo televisivo che prima di essa era totalmente diverso e un nuovo modo di concepire una storia sui supereroi. Fino all’arrivo di The Boys, infatti, la figura dell’eroe era smembrata e analizzata secondo i canoni tradizionali per cui il supereroe è un liberatore a cui si affida l’umanità per estirpare il male e i suoi atroci derivati. I vari Spiderman e Superman non ammettevano repliche: la vita andava vissuta per generare bene e proteggerlo da ogni invasione. Dalla Marvel in poi i protagonisti sono buoni che si emancipano dal resto del mondo attraverso un viaggio tridimensionale in cui la meta intermedia e poi anche quella finale sono segnate dall’altruismo e dal coraggio. Nel classico copione a cui siamo stati abituati nel corso degli anni il supereroe diventa veramente tale se rispetta il principio morale che chiama in causa il senso del dovere e della pura giustizia. Ma se il copione fosse diverso? Se il Supereroe non è solo quello che abbiamo sempre conosciuto e ammirato?
The Boys prova a rispondere a questi interrogativi immergendosi in un racconto anti-convenzionale e anti-conformistico. La storia estirpata dalle pagine del fumetto di Ennis tende la mano alla descrizione fatta da Pirandello ne sul celebre romanzo Uno, Nessuno e Centomila: nelle pagine si esprime la non coincidenza tra l’Io percepito dal soggetto e quello stesso Io interpretato dagli altri. È importante, soffermandoci soprattutto su questo ultimo dettaglio, analizzare la scelta fatta da The Boys e la sua controversa storia che la differenzia da tutte le Serie Tv a stampo supereroistico. Gli autori della serie si prendono beffa dell’immagine classica dell’eroe scevro da ogni peccato per portare sul piccolo schermo personaggi corrotti e divorati dal vizio – personaggi che usano i loro poteri solo ed esclusivamente per arrivare ai propri obiettivi personali – mentre la maggior parte della popolazione continua a guardarli come detentori di ogni bene. Tutti sono ammaliati dalla bellezza mediatica e esteriore degli eroi fino a quando questi si presentano al pubblico come un Superman qualsiasi mentre nel privato si comportano come conquistarti spregiudicati e spregevoli. Pirandello Docet.
Al di là degli aspetti che riguardano il modo in cui vengono analizzati i personaggi in scena, la Serie Tv sui Boys è una serie di rottura anche per la straordinaria capacità di scioccare il pubblico
In un’era dominata dalla parvenza del politicamente corretto, la Serie Tv su Patriota si prende gioco della società da cui è stata partorita per annullare ogni briciolo di riverenza. The Boys porta sul palcoscenico della sua trama scene paradossali e situazioni che mirano a sconvolgere un pubblico ancora ancorato a un tipo di narrazione convenzionale, soprattutto ancora radicato a pillole di momenti visiti e rivisti. In The Boys non c’è nulla di tutto questo. In The Boys ci sono storie che raccontano momenti di sesso sfrenato senza nessun tipo di vergogna e altrettanti ritratti di violenza per cui esploderanno organi del corpo da ogni dove. La Serie Tv targata Prime non si preoccupa del come vengono mostrate parti del racconto principale, né tantomeno si allontana dal suo obiettivo principale: fare una satira molto scomoda e cinica della società in cui viviamo staccandosi dal cordone ombelicale del “va raccontato per far breccia nei cuori di qualcosa o qualcuno.
Nessuna Serie Tv prima di The Boys è stata capace di portare sullo schermo scene come quella vista nel primo episodio della terza stagione, quella in cui Termite si rimpicciolisce per entrare nell’organo genitale del suo partner. Da quel momento in poi assistiamo a uno dei momenti più crudi dell’intero panorama seriale: Termite starnutisce nell’organo genitale ritornando nelle sue dimensioni quotidiane e provocando la morte dell’altro protagonista come un’esplosione che brucia i mondi. Anche la vendetta di Kimiko ci fa pensare a The Boys come una serie unica nel suo genere: Kimiko strappa letteralmente la faccia al suo rivale per vendicare la morte del fratello scomparso. Scene, come quelle appena descritte, che ricorderemo per sempre come figlie di menti geniali e irriverenti.
Una visione lontana da quella a cui siamo stati abituati fino ad oggi
The Boys spinge lo sguardo al di là di una visione dettata dal buonismo per scavare a fondo di un mondo imbottito di corruzione e intrighi. Ciò che viene fuori dal quadro divergente e stravagante di The Boys è una società malata, forgiata dall’egocentrismo e assetata di un potere che spesso viene ottenuto usando la forza sui più deboli. Quest’ultimi, metaforicamente e non, siamo noi e tutte le persone messe al centro di un gioco tra chi ci comanda e tra chi ci annienta con una demagogia che spaventa sempre di più. La forza di The Boys risiede poi nell’umorismo con cui si raccontano le vicende più tragiche e per cui si ha la sensazione di osservare qualcosa di profondamente triste mentre siamo spinti a ridere di gusto. E non è un umorismo becero o banale, come ormai ci sta abituando la Marvel con le sue mille sbavature, ma una parodia coerente e logica che si fa forza dall’analisi lucida di un momento generazionale pieno di contrasti e angoscia.
The Boys è una serie di rottura perché ha avuto il coraggio di osare quando ha preso una strada diversa rispetto a quando il mondo televisivo stava andando verso un’unica direzione, quella più difficile da prendere: parlare al pubblico senza freni. Parlare al pubblico per comunicare qualcosa di importante e grottesco ma allo stesso tempo tangibile, senza preoccuparsi di ferire qualche fetta di pubblico o gigante del web. Oggi ci sarà un prima e un dopo The Boys.
“Mi chiedono: qual è nostra più grande debolezza? Raggi gamma? Pugnali di ferro? Qualcosa di stupido e ridicolo. La verità è che la nostra debolezza è la stessa di tutti gli altri: sono le persone, quelle a cui teniamo. Quindi è meglio lasciar perdere, per il loro bene e per il nostro. Così sarai davvero a prova di proiettile” – Maeve in The Boys