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Dobbiamo parlare una volta per tutte dell’ossessione per il latte di Homelander

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su The Boys

Non ci abitueremo mai. Ogni volta che vediamo Homelander trangugiare del latte con un disgustoso senso di piacere che combina gli impulsi dell’infante con quelli sessuali, l’effetto è sempre quello della prima volta. L’abbiamo visto a più riprese nel corso della varie stagioni di The Boys, e altre volte succederà. L’ha esplicitato Antony Starr, interprete di Homelander, in un’intervista di alcuni giorni fa a Rolling Stone in cui ha affrontato il tema nel dettaglio.

Ecco alcuni tra gli stralci più significativi, riportati anche da noi: “Se non ricordo male questa cosa è spuntata fuori prima in sceneggiatura, e il merito va al team degli scrittori perché è un dettaglio davvero strambo. Comincia con Patriota che guarda attraverso i raggi X Madelyn Stillwell, per lui una figura materna ed edipica, mentre sta allattando suo figlio al seno, cosa che lo colpisce perché è molto geloso del bambino. Quindi, all’inizio della seconda stagione di The Boys trova in frigo il suo latte materno e inizia berlo, prima che lei lo scopra. Era una cosa talmente strana e assurda che ho scritto subito una mail ad Eric”.

Ha poi continuato: “Nella mail ho scritto: ‘Amico, nello show dobbiamo mettere più latte possibile. Diventerà un leitmotiv, la sua firma. Dobbiamo assolutamente farlo’. E la risposta di Eric Kripke è stata: ‘Sono già un passo avanti a te, fratello. Sto mettendo questa cosa dappertutto’. E così ogni occasione è buona per riprendere questa cosa del latte. Anche i fan l’hanno trovata divertente”.

Posta in questi termini, sembra quasi che l’ossessione di Homelander sia poco più di un divertissement. Un espediente comico, o qualcosa del genere.

Ma è davvero così? No, affatto.

La fissazione del personaggio per il latte affonda le radici su motivazioni molto più consistenti. Motivazioni che si stanno consolidando nella quarta stagione come non mai, fino alla deriva con Firecracker a cui abbiamo assistito nel finale del sesto episodio. E che dicono tanto a proposito del personaggio.

Approfondiamo meglio la questione.

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Partiamo dalla fine, e della scena di The Boys 4×06 che ha spiazzato totalmente i fan. Nel corso di una conversazione privata tra Firecracker, nuovo membro ultra-conservatore dei Seven, e Homelander, la Super seduce l’oltreuomo con una modalità piuttosto particolare. Anche se “seduzione”, in questo caso, potrebbe non essere il termine più appropriato (ci arriveremo): la donna, infatti, scopre il seno e rivela a Homelander di aver affrontato una particolare terapia che le permetterà di produrre perennemente latte materno. Homelander, fin lì indifferente e spesso infastidito dalle attenzioni di Firecracker, cambia atteggiamento nel momento lei spruzza il latte verso la sua bocca. Homelander è spiazzato, incuriosito, eccitato e allo stesso tempo coinvolto emotivamente dalla donna.

Da qui la sequenza finale dell’episodio: dopo aver consumato un rapporto sessuale, Homelander si fa cullare nel grembo da lei, una tossica figura materna che asseconda la particolare ossessione di Patriota per ottenere le sue attenzioni.

Secondo Firecracker questo è, prima di tutto: un atto di lealtà. Il sesso è un mezzo, non un punto d’arrivo.

Ma come è nato tutto questo? Perché Homelander, protagonista nella quarta stagione di The Boys di un percorso progressivo di disumanizzazione, ha un legame tanto viscerale col latte? Già detto delle motivazioni tecniche, passiamo a quelle tematiche. La prima volta che abbiamo scoperto questo lato di Homelander, l’abbiamo scoperto in associazione alla figura di Madelyn Stillwell, un’importante dirigente della Vought che aveva stabilito un legame sentimentale disfunzionale con Homelander. Come è emerso nel corso della quarta stagione di The Boys, il Super è cresciuto in un laboratorio, privo di ogni connessione potenzialmente emotiva, e controllato attraverso una manipolazione psicologica mirata all’accentuazione della sua necessità di ricevere amore e affetto. L’obiettivo? Tenerlo a bada, portarlo a obbedire agli ordini ed evitare che diventasse un pericolo concreto per l’intera umanità: è un’arma preziosa, da maneggiare con la massima cura.

Altrettanto fa Madelyn, l’unica donna capace di gestire davvero un personaggio dagli equilibri a dir poco fragili.

Oltre a stabilire con lui un rapporto di natura sessuale, Madelyn diviene un surrogato della figura materna, da sempre assente nella vita di Homelander. Il trait d’union è, in tal senso, il latte. Vediamo spesso l’uomo ricercare il seno della donna come se fosse un infante; tale fattore esplode nel momento in cui Stillwell ha un figlio e produce, di conseguenza, il latte materno. La dinamica edipica tra i due personaggi è plateale, e divampa nel momento in cui Homelander prova una radicata gelosia nei confronti del neonato. Successivamente, Stillwell viene uccisa da Homelander, chiudendo un cerchio che si riapre nel momento in cui scopre alcune sue riserve di latte materno. Da questo momento in poi, l’ossessione assume significati sempre più inquietanti, scavando a fondo nella psiche di un personaggio sempre più pericoloso.

Homelander, infatti, metabolizza il lutto connettendosi con maggiore intensità al latte. Lo vediamo berlo a più riprese, provando anche un senso di piacere disgustoso quando si ritrova a berlo direttamente dalla mammella di una mucca.

The Boys enfatizza sempre più l’aspetto, e arriva a trasmetterlo anche nel rapporto a sua volta disfunzionale col figlio Ryan.

Come sappiamo, il giovane ragazzo è al momento sospeso tra la volontà di seguire le tracce di Homelander e quella di avvicinarsi maggiormente alla figura materna ormai scomparsa, ancora presente grazie a Billy Butcher. Homelander, dal canto suo, fa di tutto per portarlo dalla sua parte. Con la presenza costante del latte, stavolta sotto forma di milkshake.

Il padre cerca l’approvazione del figlio, sperando che il figlio faccia altrettanto con lui.

Non è un caso, allora, che il milkshake venga negato a Ryan nel momento in cui mostra delle esitazioni nel seguire le tracce del padre, mentre al contrario condividono il frullato quando Ryan si avvicina al suo esempio. Sembra quasi che Homelander voglia interrompere la crescita del figlio, mantenendolo in uno stato di sospensione perenne tra la fase dell’infanzia e la vita adulta. Una fase in cui Homelander è intrappolato da sempre: la ricerca del nido e del grembo materno, allora, si converte nell’inconsapevole penetrazione in una gabbia bianca dal quale non vuole più uscire. Homelander è, in questo senso, un bambino che rimarrà tale per sempre, subendo perennemente l’imprinting impostogli nei duri anni in cui era recluso nell’asettico laboratorio.

Quel che non aveva previsto chi l’aveva “impostato” in tal modo, è che a un certo punto Homelander sarebbe diventato incontrollabile. L’uccisione di Stillwell va in questa direzione: non si era previsto che la necessità costante di essere amato sarebbe diventata un’ossessione cieca, e quell’ossessione cieca ne avrebbe fatto una bomba a orologeria. L’educazione imposta lo ha portato a ricercare l’approvazione in ogni modo possibile, senza alcun compromesso: la perseguirà a tutti i costi. Nel momento in cui qualcuno lo priva di quel legame, oppure percepisce una presenza che minaccia la sua capacità di essere amato, resta sempre e solo una via d’uscita: l’eliminazione dell’ostacolo. In sostanza, Homelander è diventato un mostro perché non ha mai ricevuto amore in modo sincero, e non è obbediente perché ha bisogno di percepire quel sentimento negli altri.

Firecracker ha fatto così breccia nell’anima di Homelander: la sua incondizionata devozione, palesata attraverso un atto di lealtà estremo, porta il Super a ritrovarsi in un spazio sicuro senza provare scetticismo a riguardo. Per ora, almeno.

Homelander è per questo un bambinone alla ricerca disperata d’affetto, incapace di passare alla vita adulta e per questo ancora più pericoloso. Il latte rappresenta così il fattore scatenante e calmante, eccitante e disinnescante, rassicurante e disturbante allo stesso tempo.

Un bolla psicologica in cui il protagonista di The Boys si potrebbe associare facilmente ai protagonisti di Arancia Meccanica.

Anche in quel caso abbiamo a che fare con personaggi che non intendono abbandonare l’età dell’adolescenza. Una volontà proiettata, per l’appunto, da un forte legame col latte: tutti ricordiamo il famigerato Korova Milk Bar in cui Alex DeLarge e i suoi drughi si rifugiavano. Un particolarissimo bar latteria in cui il latte veniva combinato con le droghe più estreme, segnando profondamente le esperienze e le derive dei protagonisti. Una “generazione allo sbando”, direbbe qualcuno oggi (superficialmente).

L’età dell’innocenza che si sporca con le ombre oscure di una disillusione degenerante, aggiungiamo noi.

Ma cosa succede se allo sbando c’è invece l’uomo più potente del mondo? Un uomo che potrebbe circondarsi di fuoco e cenere con uno sforzo ridicolo? Lo scopriremo presto, e abbiamo già iniziato a farlo: le gocce di sangue macchieranno sempre più il candore del bianco, fino a dissolverlo. E distruggere, di conseguenza, chiunque o qualunque cosa incontrerà sulla sua strada. L’età adulta non è mai stata tanto lontana: è iniziata, invece, l’età del terrore.

Antonio Casu