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La visione reazionaria di Patriota nel microcosmo complottista

The Boys non è una semplice serie sui supereroi, non lo è mai stata. Non lo era il fumetto e non lo è, coerentemente, l’adattamento di Amazon Prime Video. La critica sociale riveste un ruolo fondamentale, facendosi vero fulcro dell’opera. Già Garth Ennis scrittore della serie a fumetti immaginava The Boys come un violento attacco a una certa America. Il complottismo iniziava ad attecchire negli anni successivi all’11 settembre e la radicalizzazione delle parti politiche ed extrapolitiche si faceva più viva. Fomentate dalla “paura del terrorista” come a suo tempo era stato per la “paura del comunista” le posizioni andavano in direzione di un estremismo più marcato in nome della sicurezza personale e nazionale.

E su questo aspetto, sul “Keep America Safe” che campeggia a chiare lettere nella manifestazione che chiude la 3×08 di The Boys, gli statunitensi ci hanno costruito un credo, spesso fatto di porto d’armi e diritti di autodifesa. Garth Ennis nel suo fumetto recuperava questo fermento e quelle tendenze radicali in germe ma già vive. Si chiedeva dove iniziasse e dove finisse la libertà personale e collettiva e che morale potesse esserci senza la paura di una pena. The Boys risponde con crudezza a questi interrogativi, mostrandoci l’altro volto del supereroismo americano, quello narcisista e amorale di chi si crede al di sopra delle leggi.

Hughie
(640×360)

Dietro i supereroi di The Boys si nascondono politici, uomini di potere, colletti bianchi che osannati dalle masse come eroi e intoccabili agli occhi della legge sguazzano nel più totale arrivismo e desiderio di potere. Così si apre The Boys di Amazon Prime Video, con la spiazzante e cruenta scena, ripresa dal fumetto, di A-Train che disintegra la fidanzata di Hughie. Qualcosa di totalmente improvviso e straniante per la banalità con cui viene rappresentato. Il supereroe si limita a rendersi conto dell’involontario omicidio per poi riprendere la sua corsa del tutto insensibile.

A farne le spese sono le persone comuni.

A-Train è un narcisista amorale e più volte nella serie, con magistrale attenzione al dettaglio, si ribadisce la sua indifferenza al crimine commesso che lui stesso, addirittura, mostra di non ricordare. È uno dei Sette, il team di supereroi che è un vero potentato, un conglomerato che detiene un monopolio commerciale fatto di merchandising, diritti d’immagine ed eventi su scala mondiale. La Vought America è il volto stesso degli Stati Uniti, pronta com’è a fagocitare l’intero mercato mondiale e desiderosa di allungare la sua mano anche alla politica. A rappresentare il volto dell’azienda più di ogni altro è Patriota, un nome che è già un programma conservatore.

The Boys
(640×360)

È il più forte sulla faccia della terra, l’erede del leggendario Soldatino, decisivo quest’ultimo (ma solo nella propaganda americana) per la vittoria degli Alleati nella seconda guerra mondiale. È un avvicendamento significativo quello tra i due, perché se Soldatino rappresentava a pieno il modello tradizionale di eroe del bene, Patriota, nonostante il nome, mostra una decisa caratterizzazione più individualista. È un passaggio anche politico: da un rappresentante di tutto il popolo americano a un vero e proprio politico schierato. Dalla “paura del comunista” alla “paura del (super)terrorista”. Patriota è dichiaratamente un appartenente alla destra conservatrice, portatore di valori tradizionali, di una religione cristiana (sulla carta) e di una visione reazionaria.

Lo è a causa di un’infanzia senza padre e madre, senza una figura genitoriale forte che, difatti, ricerca continuamente negli altri. E qui The Boys di Amazon Prime mostra già uno dei primi, grandissimi meriti: l’introduzione del personaggio di Madelyn Stillwell, assente invece nel fumetto (dove appare James Stillwell). È una modifica significativa perché Madelyn, vicepresidente della Vought, per tutta la prima stagione conferma di essere l’unica in grado di controllare Patriota.

Lo fa facendo leva proprio sul lato materno ma anche autoritario che così tanto attira l’eroe (che da piccolo non ha mai ricevuto raccomandazioni e rimbrotti e brama disperatamente una seconda infanzia).

Anche politicamente questa sovrapposizione delle due figure, Stillwell-Patriota, trova senso in una fase della politica americana in cui l’estremismo reazionario (Patriota) era in qualche modo contenuto e controllato dalla destra parlamentare (Stillwell), usato come specchietto per le allodole quando utile, nascosto e mantenuto a distanza quando dannoso. Ma in The Boys, come nell’America contemporanea, qualcosa cambia. Questo cambiamento, impossibile da cogliere ancora per l’ideatore del fumetto nel 2006, viene reso perfettamente da Eric Kripke nella serie televisiva. Patriota gradualmente riesce a uscire dal morboso controllo “materno” della Stillwell e inizia la sua scalata alla Vought. La sua scalata alla destra.

The Boys
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E se la Vought si era appoggiata a lui per una politica conservatrice, Patriota non può far altro che guardare ancora più a destra rispetto alla sua destra complottista e reazionaria. Guardare al suprematismo. Ecco quindi Stormfront, nomen omen, visto che l’eroina si chiama così con riferimento a un celebre forum suprematista, nazionalista e neonazista. L’estremizzazione del conflitto, che è anzitutto un conflitto sociale, porta a questa nuova alleanza con un polo politico che si sposta ormai in pianta stabile in posizioni extra-parlamentari: suprematismo bianco e vagheggiamento di un potere assoluto, di un nuovo ordine mondiale in cui il leader diventa l’hitleriano superuomo. Biondo, bianco, invincibile. Questa è la visione di Stormfront che forse spiritualmente Patriota non condivide ma certo mostra di apprezzare nel suo narcisismo, irretito dagli elogi e dal ruolo di semidio che gli viene prospettato.

Patriota è la destra radicale che “se la fa” con l’estremismo suprematista e che di quell’estremismo si fa modello e portavoce. Ed è a questo punto, esattamente nel momento in cui Patriota ingloba queste istanze nazionaliste che anche di fronte al venire meno di Stormfront lui non cade, anzi. Non c’è più bisogno di lei, perché Patriota l’ha fagocitata e metabolizzata nella sua politica. Giungiamo così all’atto finale dell’evoluzione (ma sarebbe meglio dire involuzione) politica americana. Ecco l’emergere di vere e proprie guerre sociali che dividono e dilaniano la nazione, gli estremismi di sinistra e di destra pronti a scontrarsi violentemente: è la cancel culture dell’estrema sinistra, è il reazionarismo di destra. Sono Patriota contro Starlight-Maeve.

Concretamente, questo scontro ideologico si manifesta nel finale della terza stagione di The Boys.

Proprio le ultimissime immagini sono affidate a una manifestazione di piazza che vede gli uni inneggiare a Patriota e Stormfront, gli altri a Maeve e Starlight. Mentre i frame scorrono, non possiamo fare a meno di notare una figura con un copricapo con le corna e la faccia dipinta con la bandiera americana. Palese il riferimento alla figura dello “Sciamano” dell’assalto di Capitol Hill, uno degli eventi simbolicamente più rilevanti dell’ultimo decennio.

Sciamano
Lo “sciamano” di The Boys (640×360)

Come a Capitol Hill anche nella manifestazione di The Boys si distinguono chiaramente simboli che richiamano il suprematismo bianco e striscioni del tipo “Keep America Safe“, anch’essi piuttosto evocativi. Accanto allo “sciamano”, un altro manifestante si avvicina minaccioso alla telecamera e urla “Vaffan**o tu e tutte le tue bugie” prima di assalire il cameraman. Una vera e propria rappresentazione plastica del volto complottista di questa fazione. Ma la scena forse più emblematica di The Boys deve ancora arrivare. Patriota appare d’improvviso in mezzo ai manifestanti acclamato insieme a suo figlio. Un tale però, dello schieramento pro Starlight, dopo avergli urlato “Vaffanc**o, fascista” colpisce Ryan (significativo come l’insulto sia condiviso dalle due fazioni, a sottolineare l’estremismo di entrambe). Patriota fuori controllo gli fa saltare la testa.

Non sa come reagiranno i manifestanti anche se forse se lo immagina. Per anni ha dovuto nascondere sotto il tappeto i suoi crimini, tutti gli omicidi e i comportamenti sopra le righe. Ha dovuto preservare la sua immagine apparendo a tutti i costi perfetto. Per anni la politica americana si è dovuta comportare allo stesso modo: gli avversari, i giornalisti andavano a pescare anche il più insignificante scheletro nell’armadio del candidato alla presidenza e la rivelazione spesso portava a una perdita di punti percentuale nella scalata alla Casa Bianca. Patriota deve aver pensato di essersi rovinato. E invece no. I suoi seguaci, dopo un attimo di esitazione, lo acclamano, perfino più di prima.

È una svolta epocale.

Per la prima volta un politico americano lascia alla luce del sole tutti i suoi scheletri: la moglie-trofeo, i tradimenti, i silenzi pagati, le frodi fiscali. E non cambia assolutamente nulla, anzi, diventa presidente degli Stati Uniti e, persa la rielezione, fomenta con frutto una rivolta alimentata da una teoria del complotto che lo vede vittima di brogli elettorali. Lo showrunner conferma: «Patriota è un’analogia di Trump». Già con Stormfront in The Boys ci eravamo resi conto del potere della cultura di internet, della facilità di volgere le masse a proprio favore alimentando fake news e diffondendo meme. Ora Patriota ne coglie i frutti. E dalla sua, non sono estremisti ma gente comune avvinta a un odio talmente radicato da farsi violenza. Non è un caso che a sbloccare il silenzio seguito all’omicidio del manifestante sia Todd, il nuovo marito di Monique e patrigno di Janine. Già in precedenza lo avevamo visto sempre più coinvolto in manifestazioni pro Patriota finendo per portare con sé anche la figliastra, destando così la violenta reazione di Latte Materno che lo aveva colpito in volto.

Todd
Todd esaltato per l’omicidio commesso da Patriota (640×360)

Ora lui, uomo qualunque, dopo aver assistito di persona a un omicidio insensato grida esaltato “Sì! Sì, sì! Ben fatto! O mio Dio!” fomentando la folla che gli va dietro. È il punto di non ritorno, l’indottrinamento politico alimentato dal complottismo, il populismo che tocca il suo culmine. Ora Patriota non deve più nascondersi, ora a frenarlo nella sua depravazione non c’è più neanche il disperato bisogno di essere amato dagli altri, perché quell’amore lo ha a prescindere.

The Boys si chiude con il sorriso malato di Patriota a cui fa da riflesso quello di Ryan. Si chiude con la vittoria della visione reazionaria di Patriota, ora leader di un vero e proprio schieramento politico che non disdegna la violenza più cruda. La serie Amazon Prime Video mostra così di accogliere pienamente l’eredità dell’opera a fumetti aggiornandola ai nostri tempi e offrendoci uno spaccato incredibilmente reale, seppur esasperato in senso distopico, della visione reazionaria della destra USA nel microcosmo complottista di internet. Ed è questo il motivo per cui alla domanda se The Boys segnerà la storia delle Serie Tv o sarà soltanto una fantastica parentesi possiamo già da ora mostrarci possibilisti.