Netflix è stato il servizio di streaming a pagamento che, per quasi 10 anni, non ha avuto rivali. La pandemia del 2020, poi, aveva portato una nuova ondata di abbonati, sancendo la piattaforma come quella più popolare in circolazione. Netflix non era solo un servizio streaming, è diventato negli anni un simbolo, un culto per tutti gli appassionati di serie tv e film, tanto che non essere abbonati a Netflix significava perdersi tutte quelle serie tv che, già in poco tempo, erano diventate dei cult (come The Crown, Stranger Things). E’ indubbio il fatto che Netflix abbia rivoluzionato il modo di intendere la serialità e la TV, introducendo il concetto di binge-watching e segnando così la nostra fine (noi che eravamo abituati ad aspettare con impazienza una puntata a settimana per ogni nuova serie che usciva).
Come sappiamo, Netflix non propone solamente i suoi contenuti originali, ma anche film e serie tv prodotti altrove che distribuisce in esclusiva, e che erano il principale richiamo per gli abbonati. Chi si è abbonato a Netflix nei primissimi tempi lo ha fatto principalmente perché sapeva di poter trovare una gran vastità di serie tv “storiche”, come Friends, The Office, How I Met Your Mother, Lost, Grey’s Anatomy ecc., da poter vedere e rivedere, senza contare il pubblico più giovane che non aveva avuto modo di vederle in televisione quando avevano fatto la loro prima apparizione. Il vasto catalogo di Netflix, quindi, attirava inesorabilmente un pubblico sempre più crescente, puntato molto poco, però, sui suoi titoli originali e in esclusiva.
Sicuramente, The Crown è tra le poche punte di diamante di Netflix. E se esaminiamo una porzione ancora più ridotta, prendendo in considerazione solamente quelle Serie Tv nate con una trama di un certo spessore, ci rendiamo conto che sono molto meno di quanto pensiamo.
The Crown, BoJack Horseman, Dark, Ozark sono i titoli che saltano subito alla mente come i prodotti Netflix più riusciti (non menzioniamo in questa analisi Stranger Things e Black Mirror solo perché non sono ancora concluse e hanno subìto un percorso differente). Sono questi gli esponenti di quella che abbiamo ribattezzato “Golden Age di Netflix”, il “periodo d’oro”, in cui le Serie Tv avevano una trama di un certo spessore, ambientazioni, fotografia, storia, tensione, emozione e tutto ciò che ci va dietro. Un periodo, purtroppo, che sembra essere durato troppo poco.
Una delle critiche che è stata mossa a Netflix è quella di investire sulla quantità piuttosto che sulla qualità. E difatti, se agli albori della sua crescente fama i titoli originali erano pochissimi, ora Netflix è diventata senza ombra di dubbio la piattaforma streaming con più titoli originali presenti sul panorama televisivo. E se le critiche che arrivano dal pubblico sono fondate e sentite, ritenendo che Netflix cancelli Serie Tv potenzialmente devastanti (so che state pensando a The OA, 1899, Chiamatemi Anna, Space Force, Archive 81 per dirne alcuni), beh, vi svelerò una cosa: la colpa non è di Netflix, ma nostra. Netflix è un’azienda che si basa su domanda e offerta: se ciò in cui ha investito non porta a risultati soddisfacenti, preferisce investire su qualcos’altro, qualcosa di sicuro e che sa piacere al pubblico medio.
Ed è normale che più prodotti propone, meno possibilità c’è che il “diamante” di turno si faccia notare.
Netflix continua però a proporre ottimi prodotti ma è più difficile, rispetto a qualche anno fa, accorgersi subito del “gioiello”, perché siamo bombardati da mille mila serie nuove alla settimana. Il catalogo è immenso, ed è anche per questo motivo che l’anno scorso gli abbonamenti sono diminuiti drasticamente. Il pubblico ha iniziato a preferire prodotti Prime Video, Apple TV+ e Disney+ per questo motivo: perché i loro prodotti originali (oltre ad essere qualitativamente ineccepibili) non fanno certo fatica ad emergere, e sicuramente non investiranno in prodotti che sanno attirare già il pubblico di abbonati Netflix. Sarebbe certamente una scelta coraggiosa produrre teen-drama andando a scontrarsi con i già rodati prodotti Netflix. D’altronde, è il pubblico che influenza e detta le scelte di produzione, se così non fosse, tutte le principali piattaforme sarebbero in bancarotta. Mentre aspettiamo l’uscita della sesta e ultima stagione di The Crown ci chiediamo, quindi: la Golden Age di Netflix è davvero finita? E’ difficile rispondere a questa domanda.
I suoi prodotti di punta sono nati e fioriti quando ancora riuscivano a distinguersi e farsi notare.
Ora le cose sono (e saranno) sicuramente più difficili, considerando anche la forte concorrenza che si è creata negli anni, ma ciò non toglie che Netflix continui a proporre ottimi prodotti (in ultima guardate Beef). E’ diventato solo più difficile notarle.