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Le 5 scene più commoventi di The Crown

The Crown
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The Crown è il racconto morbido ma invadente di una delle famiglie più importanti nel mondo. Durante le prime due stagioni riscontriamo una sensazione simile al pudore: era come se, in qualche modo, i creatori della serie cercassero di non superare mai il limite emotivo, ma questa prerogativa – dalla terza stagione in particolare – sembra ormai essere stata completamente accantonata lasciando spazio a quel giusto equilibrio tra racconto biografico che cerca di non romanzare le storie e bisogno di emotività.

La Famiglia Reale inglese è al centro di questa storia: ogni personaggio viene raccontato e studiato per ogni suo punto debole e forte e proprio questo bisogno di analizzare nel miglior modo possibile i componenti di questo nucleo ha creato la necessità di scendere a patti con la fragilità. The Crown, così, è riuscita a mettere in scena dei momenti che ci hanno mostrato la vulnerabilità insediarsi all’interno di Buckingham Palace riducendo gli abitanti di quel palazzo, a volte, a una disperazione che non riuscivano mai a urlare.

Vediamo insieme i 5 momenti più commoventi, e fateci sapere che scena aggiungereste!

1) Diana Spencer nell’ultima scena di The Crown

Gli occhi lacrimano ansia, la bocca cerca di respirare e lo sguardo è perso dentro un dramma che sembra non potersi risolvere: questi sono gli ultimi frangenti della quarta stagione di The Crown.

La puntata finale della quarta stagione si chiude così: Diana viene chiamata per fare la foto ufficiale di famiglia, ma quale famiglia esattamente? All’interno di quel nucleo la Spencer si sente un’intrusa, qualcuno che non ha nessun motivo di respirare la loro stessa aria, un frutto che hanno tutti lasciato marcire sul tavolo. Questa tempesta emotiva ha portato la giovane Diana a soffrire per tutta la stagione riducendola a brandelli nell’ultima puntata: quello sguardo è il frutto della frustrazione, del panico, della paura.

Intrappolata dentro una famiglia (sur)reale, si trova costretta a reggere una corona pesante fatta di bugie, recite e solitudine. Il marito non la stima e con il tempo anche lei inizierà a provare questo sentimento mancato, il suo lavoro di solidarietà non verrà visto come tale ma solo come un modo per riuscire a prendersi la scena. Tutto converge così verso quegli ultimi attimi, quell’ultimo sguardo colmo di un senso di inadeguatezza frutto di un futuro che sembra annunciarle guerre dentro e fuori di sé. Quella foto è finta, piena di disegni che lei non ha mai neanche scarabocchiato fatti di scelte politiche a cui non sa come sottrarsi. Diana – lì, in mezzo a tutti – è sola, vuota di ogni piccola sensazione di serenità.

2) Il monologo di Carlo nella terza stagione di The Crown

 “In tutto questo tempo voi mi avete frainteso: io vivo di pane, proprio come voi. Provo desiderio, assaporo il dolore, ho bisogno di amicizia. Così asservito, come potete venirmi a dire che sono un re?”

Carlo nel monologo della terza stagione di The Crown

La terza stagione lascia grande spazio al personaggio di Carlo, Principe del Galles. Il suo personaggio per la prima volta riesce a imporsi nella scena e lo fa con la storia di una crisi che mette in dubbio la sua identità e il suo futuro: chi è lui, veramente?

Non è quello il momento giusto per rispondere a questa domanda. L’unica cosa che sembra comprendere è di essere un principe infelice, incompreso e in balia di un futuro che gli attribuisce un posto che fatica a sentire proprio. La recitazione – da sempre considerata come vera vocazione – sembra aiutarlo ad affrontare ogni impegno, missione politica o scelta infelice. Il suo vero rifugio è lì, ed è proprio quello il momento in cui riesce a esprimere davvero la sua inquietudine: con un monologo straziante Carlo ammette ogni sua vulnerabilità mettendo in dubbio ogni particella della sua essenza monarchica.

Così The Crown racconta un uomo che non saremo in grado di riconoscere nella successiva stagione: l’immagine che ci lascia è autentica e in grado di farci venire faccia a faccia con l’anima disintegrata di Carlo, la stessa che riuscirà a farci empatizzare completamente con lui.

3) La Missione Apollo 11 e l’insoddisfazione di Filippo

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La settima puntata della terza stagione per la prima volta fa svuotare definitamente il sacco al Principe Filippo, costringendolo ad ammettere la sua vulnerabilità.

Forse è questo il vero asso nella manica di The Crown: inizialmente ha permesso ai membri della Famiglia Reale di presentarsi a noi con estrema freddezza lasciandoli agire come dei robot che, in quanto tali, disconoscevano la fragilità. Poi qualcosa cambia del tutto ed è qui che la serie li mette alle strette cancellando qualunque scena che potesse mettere in atto una recita non solo per noi, ma anche per loro. Si prendevano in giro a vicenda cercando di negarsi che non stava affatto andando tutto bene, che l’esplosione della loro insoddisfazione stava per arrivare e Filippo ne sarà la prova.

Fin dal principio quello che viene chiesto al duca di Edimburgo è di farsi da parte, lasciare tutto lo spazio necessario non solo a sua moglie ma anche e soprattutto alla Regina, l’essenza della Monarchia. Il carattere impunito e forte del Principe mostrerà grandi difficoltà nel limitare la sua presenza in scena ma dovrà farlo perché non esistono altre soluzioni: lui è subordinato al ruolo imprescindibile della corona. Con questo spirito – nella 3×07 di The Crown ammette la sua insoddisfazione, la sua mancanza di fede. Con un monologo, Filippo spiega di non riuscire più a meravigliarsi e questa frustrazione lo porta a non provare più nulla, non sentire altro che una tremante crisi che pian piano potrebbe portarlo nella strada dell’apatia.

Questo momento assume le sembianze di una rivelazione che non ha intenzione di cambiare le carte in tavola della sua vita. Per questo motivo le sue parole suonano come piccole particelle di rassegnazione che si uniscono e fanno esplodere l’insoddisfazione del Principe.

4) Diana balla per se stessa, libera

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Occhi colmi di ansia, paure e solitudine. Le preoccupazioni non hanno lasciato la giovane Lady D. respirare per l’intera quarta stagione di The Crown, ma c’è una scena in cui tutto questo non esiste e l’animo di una normalissima ragazza riesce finalmente a riprendere luce.

Un ballo liberatorio – quello proposto da Diana – che riesce per un attimo a farle dimenticare tutte le pressioni e tristezze di quel momento. Sopra a dei pattini e in mezzo a un corridoio gigante tutto riesce a sembrare più piccolo, più sopportabile ed è grazie a questa percezione (durata solo qualche minuto) che la ragazza riesce a liberarsi in un ballo esplosivo che possa portarla verso una serenità ormai dimenticata.

Sappiamo bene che quel momento sarà solo passeggero e vivrà in un attimo condannato a non esistere più. La consapevolezza che abbiamo riesce a rendere quei passi di danza in mezzo al corridoio ancora più significativi e profondi, intrisi di una malinconia devastante.

Lo sguardo che viene raccontato della giovane principessa nasconde sempre un dettaglio nostalgico, triste, e pian piano che la narrazione procede la cosa andrà sempre di più aggravandosi lasciandole solo uno sguardo cupo, pieno di terrore, smarrito. Quel ballo non poteva essere dimenticato, non quando si ha una tale tristezza attorno.

5) La tragedia di Aberfan

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Con la tristezza che una simile tragedia richiede, The Crown racconta la tragedia di Aberfan unendola al complicato modo di gestire le emozioni della Regina.

I morti non si riescono quasi a contare e la consapevolezza è una sola: sono troppi. Filippo cede alla disperazione di quella gente, di quelle famiglie che si sono ritrovate improvvisamente senza più nulla a cui aggrapparsi. Nessuna speranza di poter riavere con sé i propri cari. La disperazione che The Crown racconta di quella tragedia è tangibile, reale. Questo fatto di cronaca sconvolse in mondo e la Regina, che ricorda quella catastrofe come un rimpianto: quello di non essere subito corsa li per abbracciare le famiglie.

Per la Regina Elisabetta le cose, infatti, saranno difficili soprattutto sul piano emotivo che la costringerà a chiedersi se la sua forza non sia, in realtà, apatia.

Per tutto la sua esistenza non ha mai fatto altro che mascherare le sue debolezze, cercando di raccontare un’immagine forte, tenace, che non si piega mai di fronte alla vulnerabilità. La tragedia di Aberfan le impone di doversi fare delle domande: perché non riesce a gettare alcuna lacrima di fronte a un simile scenario? C’è qualcosa di sbagliato in lei? Ed è proprio con queste due domande che la Regina D’Inghilterra cede e parla della sua vulnerabilità per la prima volta al primo ministro raccontandogli di come si senta fuori luogo nel cedere alle sue emozioni.

Questo discorso suona come una liberazione da parte di Elisabetta che riesce, per la prima volta, a porsi di fronte a quell’argomento riuscendo ad affrontarlo con una forza tale da renderci semplice empatizzare con lei. E così – sulle note di una tragedia appena consumata e della sua confessione – alla Regina cade una lacrima, la prima che ci sia mai stata concessa di vedere.

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