Attenzione la lettura implica spoiler su: The Crown, La Regina degli Scacchi, Le Terrificanti avventure di Sabrina, Parks and Recreation, House of The Dragon e Game of Thrones
Nei film così come nelle serie tv, i costumi di scena sono fondamentali. Che siano personaggi realmente esistiti come Lady Diana in The Crown o appartengano addirittura a un intero mondo completamente inventato, come nel caso di Game of Thrones o di House of The Dragon, i costumi diventano un mezzo per esprimere in maniera ancora più chiara caratteristiche proprie della personalità dei vari personaggi. Se nel caso di The Crown, il lavoro è complicato perché necessita di una certa accuratezza rispetto agli eventi realmente accaduti, nei personaggi frutto di fantasia di certo non lo è meno. I costumi diventano fondamentali per permettere allo spettatore di entrare in una nuova realtà, capirne la storia, intuire sfumature della psiche dei personaggi, tramite un linguaggio non verbale che funziona solo se attentamente studiato.
È in questa ricerca del dettaglio che spesso si nasconde una certa qualità nella narrazione e non a caso i costumi più efficaci spesso diventano il simbolo di qualcosa di molto più grande: una vendetta, una dichiarazione di guerra, una realizzazione personale o in alcuni casi, come in The Handmaid’s Tale, permettono una suddivisione in caste della società in cui l’abito indossato può addirittura togliere l’umanità.
The Crown, Got, House of the Dragon e molte altre serie chiariscono come i costumi di scena siano sempre un supporto per la narrazione, ma anche come, in alcuni casi, diventino loro stessi la narrazione.
Ecco qualche esempio:
1 Diana – The Crown
Nel 1994 durante un party organizzato da Vanity Fair, la Principessa del Galles Diana Spencer ha sfoggiato questo mini abito in seta nera che ha letteralmente stregato chiunque l’abbia vista. Per andare a quella festa in realtà il vestito designato era un altro, un abito lungo e decisamente più classico, ma all’ultimo momento Lady Diana decise di cambiarlo, optando per qualcosa di decisamente più audace. L’abito in questione in effetti è conosciuto come Il Vestito della Vendetta, indossato dalla principessa subito dopo l’intervista in cui l’allora Principe Carlo ha ammesso, quasi in diretta nazionale, di non esserle sempre stato fedele. Difficile tenere la testa alta quando si viene pubblicamente umiliati, ma in questi casi spesso la miglior risposta possibile è proprio quella di non dire niente e cercare di apparire al proprio meglio. Al di là di ogni dubbio la Principessa è riuscita nell’impresa: al ricevimento nessuno l’ha compatita, ma anzi tutti l’hanno ammirata tanto che ancora oggi quel vestito viene ricordato come un simbolo di orgoglio e coraggio. L’episodio viene fedelmente riprodotto durante l’ultima stagione della serie Netflix The Crown, in cui possiamo vedere Elizabeth Debicki splendere in una fedele copia dello stesso abito, nascondendo il suo dolore dietro al solito timido sorriso che l’ha resa davvero credibile nei panni di Diana.
2 Beth Harmon – La Regina degli Scacchi
La Regina degli Scacchi mostra la difficile ascesa di Beth Harmon, un’orfana dal carattere piuttosto introverso e difficile che però riuscirà a trovare un suo posto nel mondo grazie al gigantesco talento come scacchista. Cosa non poi così scontata, considerando il contesto profondamente maschilista in cui riesce a realizzarsi. Il finale di stagione mostra la partita definitiva, in cui Beth riesce non solo ad aggiudicarsi la vittoria sulla scacchiera, ma capisce anche di essersi realizzata nella vita. In effetti la serie si conclude con la protagonista che festeggia la vittoria camminando lungo il sentiero di un parco: abiti, stivali, perfino il cappello, sono bianchi, dal taglio geometrico, ordinati e candidi e appare evidente l’intento di voler ricordare la Regina, inteso come il pezzo che di solito si trova sulla scacchiera. L’immagine ci riporta quindi l’evoluzione finale, dopo un lungo gioco di strategie, momenti di difficoltà, dopo aver quasi sfiorato la disfatta, più per auto distruzione che per un attacco ben congegnato dagli avversari. Beth sul finale di stagione trova finalmente la sua vittoria, la sua pace interiore, ritrova se stessa, dentro e fuori dalla scacchiera.
3 Leslie Knope – Parks and Recreation
Nella quinta stagione di Parks and Recreation assistiamo non solo al tanto agognato matrimonio di Leslie e Ben, ma più che altro ci viene data la prova ufficiale di com’è fatta un’amicizia sincera. Nonostante la coppia si sia ritrovata ad avere meno di due ore per organizzare la cerimonia non è andata incontro alla disfatta totale, ma anzi ha raccolto il frutto dei rapporti intrecciati all’interno del reparto parchi e attività ricreative, che durante lo scorrere delle puntate ha trasformato dei colleghi in amici. In particolare il tempo risicato con cui preparare le nozze, non lascia scampo all’abito da sposa che purtroppo non potrà essere pronto in tempo. Le vere amiche però servono a tendere una mano nel momento del bisogno e infatti Ann, collega e migliore amica di Leslie, riesce a trovare una soluzione quasi poetica al problema. Leslie si sposerà con un abito fatto su misura per lei dalla sua migliore amica, la gonna è costituita da un’infinità di origami fatti a mano, usando una raccolta di pagine di giornale in cui sono riportati tutti i suoi migliori successi politici. Praticamente un’ode all’amore, all’amicizia e alla stima.
4 Sabrina Spellman – Le Terrificanti Avventure di Sabrina
Le Terrificanti Avventure di Sabrina racconta la vita di una normale teenager americana, che però si trova a dover seriamente prendere in considerazione l’idea di mollare tutto, fidanzato, amici, scuola, per abbracciare la magia Nera, giurare fedeltà a Satana e diventare quindi ufficialmente una strega. Sembra una decisione già presa, ma all’ultimo momento Sabrina ci ripensa e non firma il “Libro della Bestia”, perché non si sente ancora pronta ad abbandonare del tutto la sua vita mortale. L’ambivalenza del personaggio è evidente, da una parte Sabrina vuole essere come tutte le altre ragazze della sua età, dall’altra il personaggio vive in un contesto quasi da film dell’orrore. Il vestito con cui ricordiamo la protagonista è un abitino semplice, rosso scuro, su cui spicca un candido collettino bianco. Anche in questo caso è possibile identificare facilmente un simbolismo legato al costume in cui tra l’altro è riconoscibile un rimando piuttosto famoso. Un vestitino sgargiante su cui spicca un colletto da scolaretta è lo stesso stile indossato diversi anni prima anche da Mia Farrow in Rosmary’s Baby, famosissimo film di Polański, in cui il personaggio principale si ritrova a vivere nella stessa ambivalenza: vuole combattere per la vita di suo figlio non sapendo di trovarsi, proprio a causa sua, in un film dell’orrore. Entrambi i personaggi si trovano spaccati a metà fra bene e male, fra ciò che vorrebbero, ciò che è moralmente giusto e ciò che la famiglia impone. Entrambe queste protagoniste racchiudono in un unico personaggio caratteristiche opposte e incompatibili che però a sorpresa, sembrano essere perfettamente abbinate.
5 Le Ancelle – The Handmaid’s Tale
Diana in The Crown sceglie un abito per valorizzare se stessa agli occhi del mondo, le Ancelle in The Handmaid’s Tale non possono scegliere più niente per loro stesse, possono solo indossare un abito che equivale a un bersaglio. Lo sgargiante rosso dell’abito delle ancelle fa in modo che spicchino in un mondo fatto di silenzio e colori polverosi, ma se può sembrare una maniera di celebrare l’importanza del loro ruolo per l’umanità, la realtà è che quel colore le rende sempre e perennemente visibili, agli occhi di chiunque, in qualsiasi momento. In altre parole sono più facili da controllare. A ben vedere infatti l’abito è appariscente, ma impedisce a chi lo indossa di muoversi in maniera comoda o veloce. Il vestito è lungo, pensante, ingombrante, rende difficile il movimento costringendo le ancelle a essere sempre molto contenute, il che è perfettamente in linea con le limitazioni che le ancelle si ritrovano a vivere ogni giorno. Infine la divisa è completata da un copricapo candido, dotato di due alette laterali che chiaramente tolgono la possibilità di poter vedere il mondo, ma al tempo stesso cancellano il loro volto agli altri, togliendo loro l’identità. Il simbolismo dei costumi in The Handmaid’s Tale è parte integrante della narrazione e dà vita a un messaggio così forte da venire recepito dallo spettatore quasi in maniera inconsapevole.
6 Sansa Stark – Game of Thrones
Anche in Game of Thrones i costumi sono una parte integrante della narrazione e il fandom della saga ha più volte scoperto piccoli dettagli che li ha resi ancora più interessanti. Fra gli abiti più ricchi di simbolismo c’è sicuramente quello indossato da Sansa Stark al momento della sua incoronazione. L’abito è formato da un corsetto simile a un armatura leggera in cui si possono distinguere dei rami. Il richiamo è quello agli Alberi-Diga, un tempo diffusissimi nel territorio di Westeros ma di cui ne rimane un solo esemplare ancora in piedi, proprio nel parco degli Dei di fronte al palazzo degli Stark. Anche le maniche dell’abito sono caratterizzate da un motivo che le fa sembrare quasi delle scaglie, un po’ come quelle del metalupo che caratterizzano la casata a cui Sansa appartiene. Infine la corona: vista da davanti è possibile riconoscere due lupi, simbolo della casa di appartenenza della nuova regina, ma vista da dietro la particolare forma ondulatoria della corona ricorda quella di un’altra grande sovrana Cersei Lannister. La spietata regina aveva tormentato per anni Sansa che però ora è in un certo modo legata a lei tanto da voler esprimere in questo modo una certa influenza. Questi dettagli sull’abito di Sansa raccontano la storia stessa del personaggio e di come si presenti alla sua incoronazione tenendo strette le sue radici e il lungo percorso di sofferenza, che però l’hanno portata a diventare finalmente Regina.
7 Alicent – House of the Dragon
Il vestito di Diana in The Crown è una vendetta, quello delle ancelle serve a renderle riconoscibili, quello di Sansa è un inno alle sue radici e al suo passato. Un abito può prendere un’infinità di significati diversi e in House of the Dragon indica una chiara e precisa scelta politica. Alicent, che fino a quel momento sembrava voler rimanere un personaggio vagamente sfumato sullo sfondo, entra in scena a metà del discorso del consorte durante le nozze di Rhaenyra e Laenor. Dal matrimonio con Viserys, Alicent ha sempre indossato abiti caratterizzati dai colori della casata dei Targaryen, quindi il rosso e il nero, ma decide di presentarsi alle nozze con un abito verde capace di far trasalire tutti gli abitanti di Westeros. Tutti sanno che il faro degli Hightower si illumina di verde quando vuole indicare l’inizio di uno scontro, una specie di chiamata alle armi. Ecco quindi che l’abito diventa una dichiarazione di guerra, il segnale chiaro della rivalità fra Alicent e Rhaenyra che si rivelerà fondamentale nello svolgimento della storia, perché senza ritorno. Un abito che segna una scissione definitiva fra un prima e un dopo per le due donne, ma anche per Alicent stessa che decide di prendere una posizione forte e non essere più alla stregua di una pedina.