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Lady Diana reggeva il peso della corona più pe(n)sante di tutte

The Crown
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È da poco arrivata la quarta stagione di The Crown (vi lasciamo la nostra recensione qui). Il racconto della Famiglia Reale d’Inghilterra è giunto a un punto fondamentale per i telespettatori. Il perché di questo è riconducibile a un nome: Diana Spencer. Il mondo non ha mai dimenticato la donna che non si dimenticava mai di lui. Il racconto di Lady D ha stregato tutti perché colmo di umanità, una dote che – anche se a volte viene data per scontata – nasconde dentro una poesia senza tempo.

Questa quarta stagione ha messo in luce la storia di una persona, non di un titolo. E la corona che tanto pesantemente Lady Diana ha retto, è diventata per noi solo un accessorio e non tutto il vestito.

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Perché Lady Diana ha fatto la storia della monarchia inglese, e lo ha fatto mentre cercava di fare solo la storia per se stessa. Il cuore della Principessa è stato maltrattato da ogni membro della Famiglia Reale, e sembra essere solo stato usato per trovare una soluzione all’amore impossibile di Carlo. Hanno tutti bramato Lady D chiamandola a far parte di una realtà che li rende tutti degli attori non protagonisti. Ognuno ha il proprio ruolo ma con un unico obiettivo: subordinare la Regina. La solitudine che viene raccontata, la malinconia che trasuda dal Palazzo Reale, rende The Crown un pezzo di teatro di successo. Ma questa vena poetica questa volta se la prende tutta Lady Diana, e agli altri lascia i doveri da assolvere in nome di una corona che lei fatica a portare come le chiedono.

Fin dalla prima puntata la Principessa viene usata come un accessorio che deve migliorare un vestito e di cui non si può fare a meno. All’inizio ne sembrano tutti così entusiasti: la vedono come una ragazza estremamente innocente e vulnerabile che non farebbe mai nulla di male, e che non potrebbe mai prendersi alcuno spazio se non quello di moglie di Carlo. D’altronde loro sono sempre stati abituati così: i coniugi rimanevano i coniugi, non si appropriavano di un loro posto nel mondo. Guardavano gli eventi accadere annegando lentamente nell’apatia. Le cose non sono andate come avevano previsto, e per dieci puntate la Famiglia Reale cerca solo di aggiustare il tiro, di arrendersi a un matrimonio che ormai è cosa fatta. Lady Diana aveva un’anima e questo ha imposto che gli eventi non potessero svolgersi nel circolo vizioso dell’apatia, ma che dovessero mutare fino a fare la differenza, cosa che lei ha fatto fin dal principio.

La Principessa Di Galles ha retto la corona lottando contro di essa e cercando di infilarsela sulla testa con forza e prepotenza all’inizio della sua storia d’amore con Carlo. Ha accettato i tradimenti, le costrizioni, la consapevolezza di doversi abbracciare da sola, ma non ha mai permesso a tutto questo di farle fare un passo indietro e di umiliarsi. Le cose brutte capitano a chiunque, ma subirle senza rispondere non significa venire meno alla propria identità e in questo lei è stata imbattibile.

Camilla Parker era per Carlo ciò che Diana non sarebbe stata mai: era l’amore della sua vita. Quello a cui la Principessa poteva aspirare – per i Reali – era riconducibile solo a un dovere morale nei confronti della nazione: una nuova corona.

Non appena preso il possesso di questo oggetto, la Famiglia Reale ha iniziato a indietreggiare e a guardare la donna con distacco non riconoscendosi mai in lei, nei suoi comportamenti. L’umanità della Spencer non è mai stata vista di buon occhio, e per ogni suo gesto pieno di compassione ed empatia per il popolo, quello che riceveva in cambio era un abbraccio mancato, un allusione alla sua volontà di voler rubare la scena.

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Ma la scena che tanto avevano paura che lei rubasse era sua di diritto, non l’aveva mai chiesta. Forse bastava guardarla un po’ più da vicino e con più attenzione, magari in questo caso si sarebbero accorti della donna che stavano per fare entrare dentro la famiglia. Ma la fretta, anche nella monarchia, ha impedito di fare quello che dovrebbe venire spontaneo e ovvio: conoscere una persona, senza rendere i rapporti meccanici a suon di doveri.

Lady Diana ha retto il peso di una corona troppo pesante che pretendeva da lei tutto quello che in realtà riusciva ad aumentare: se la corona chiedeva empatia per la Nazione, la principessa regalava abbracci. Se chiedeva affetto, lei dava amore. Se chiedeva un tour negli ospedali, lei dava comprensione. In quel momento non c’era la principessa, ma solo Diana Spencer. E c’era Diana Spencer anche ogni volta che litigava con Carlo per il matrimonio disastroso a cui aveva preso parte: non dovevano esserci doveri, ma solo la realtà di due persone che non potevano più – insieme – fare del bene a loro stessi. Avvelenati dalla loro agonia cercano di ricreare la magia di un rapporto che, in realtà, non era mai esistito. Quello che gli rimaneva tra le mani era l’insoddisfazione e una promessa da rispettare.

E mentre il mondo si avvicinava alla coppia questa non faceva altro che allontanarsi.

The Crown 4

Un senso di vuoto – quello raccontato in The Crown – che ha costretto per anni Lady Diana a reprimere i suoi sogni e le sue libertà lasciandosi trasportare dentro una famiglia disfunzionale che non era ancora pronta a fare il passo che lei ha compiuto in pochi anni di corona. Nel mezzo di questo viaggio c’è stata tanta sofferenza che si è rivelata essere anche fisica e che nessuno ha mai aiutato.

Ogni aiuto è stato negato.

Era inevitabile che Lady Diane dovesse fare a modo suo, dovesse imparare da sé. Ma non ha dovuto studiare molto: era una Principessa perfetta, e questo era dovuto al fatto che per prima cosa lei si sentisse solo una persona. A volte i grandi non sanno d’essere grandi. La sua corona era la testa pensante di un cervello che faceva un frastuono incessante e delicato che ha retto il peso delle sue aspirazioni, delle pretese altrui.

Il suono di una vita con le sembianze di una recita, di un abbraccio mancato che lei non ha mai negato.

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