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I 5 momenti più intensi della terza stagione di The Crown

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Accolta da pubblico e critica con recensioni stellari, la terza stagione di The Crown è riuscita ad alzare ancor di più il livello di uno show che, per qualità, non ha mai davvero smesso di brillare. Per quanto il recasting (di cui abbiamo parlato qui) sia stato parecchio discusso, attori come Olivia Colman, Tobias Menzies ed Helena Bonham Carter hanno messo a tacere chi aveva storto il naso senza neppure vedere il trailer. Regalandoci performance spettacolari, storie coinvolgenti e personaggi dalle mille sfaccettature.

Quest’anno, più che nei precedenti, la scelta di Peter Morgan di scoprire il lato più umano e meno noto dei protagonisti si è rivelata vincente, dando vita a un interessante mix di storia istituzionale e geografia sentimentale e lasciandoci spazio e tempo per empatizzare con i dubbi, le gioie, i dolori, le incertezze della regina, del principe Carlo o della principessa Margaret. Distruggendo una volta per tutte quella cortina di ferro che da sempre ce li fa guardare come lontani, irraggiungibili, quasi mitologici.

È stato proprio questo meccanismo, forse, a dar vita a una collezione di momenti commoventi che hanno segnato un episodio o fatto la differenza per il resto della stagione tre di The Crown. Sceglierne solo cinque non è stato per niente facile, ma ci abbiamo provato.

Dall’emozionante arrivederci di Elisabetta a Winston Churchill al duro confronto col Principe Carlo, ecco la nostra selezione. 

1) L’ultimo saluto di Elisabetta a Winston Churchill

https://www.youtube.com/watch?v=PbnNBbyINGM

Nel primo episodio, Olding, si mette in chiaro immediatamente il tema che, in un modo o nell’altro, attraverserà l’intera stagione di The Crown.

La regina avverte il peso degli anni che passano, dei momenti che iniziano e finiscono in un battito di ciglia, delle persone che entrano ed escono dalla sua vita. Come l’ex primo ministro Winston Churchill che, per anni, l’ha affiancata nella guida di un Paese complicato. L’arrivederci che Elisabetta rivolge a Churchill sul letto di morte racchiude una delicatezza carica di gratitudine e tristezza. Ed è la dimostrazione di quanto la freddezza che in tanti hanno imputato allo sovrana non sia stata altro che una strategia per proteggere la parte più fragile di sé dalla gogna mediatica.

“Non oso immaginare come sarebbe. Avere un primo ministro di cui non mi fido. Quando penso a com’era con lei. Lei era il mio angelo custode, il tetto sopra la mia testa, la colonna nella mia schiena, il ferro nel mio cuore, la bussola che mi dava la direzione. Non solo a me, a tutti noi. Dove sarebbe la Gran Bretagna senza il suo più grande uomo. Dio la benedica, Winston”: credo che queste parole non necessitino di ulteriori commenti a margine. E le lacrime di Elisabetta sono state, in fondo, quelle di tutti noi. Davanti a uno schermo abbiamo visto due delle più grandi personalità della storia inglese svelarsi a vicenda, svestendosi del protocollo e non nascondendo più il dolore della perdita e la paura della fine. 

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