Avevamo lasciato Lucy Chambers a casa sua tra le fiamme e la ritroviamo oggi come detective di fronte allo stesso incendio, ma nella villetta dei suoi vicini. Come è possibile tutto questo? Beh, la risposta ce l’aveva data il gelido Gideon durante quell’interminabile interrogatorio in cui l’aveva fatta ravvedere sul loro comune destino intessuto di reminescenze e reset. Pertanto, quella che seguiamo nel primo episodio di The Devil’s Hour 2 su Prime Video è la prima Lucy. La sola che sarebbe esistita se non gli avesse chiesto di impedire il suicidio della madre. E come potete ben notare già da tale dettaglio, l’intricato gomitolo di vicende, piani temporali, multiverso tra passato e futuro, déjà vu e strane visioni persistono. Anche in questo che sembrerebbe un prequel (qui i migliori della storia) riguardo l’esistenza di Lucy, ma un sequel nei termini della narrazione.
Quindi il primo episodio riprende quasi tutti i punti cruciali della prima stagione, apparendo ridondante e stantio ma con l’alter ego di Lucy e di tutte le persone che la circondano in entrambe le vite come Isaac e Ravi. Qui conosciamo il suo volto quando era un adolescente orfana, osserviamo l’incontro fortuito con l’agente Nick Holness e da lì il suo futuro professionale da detective. Lavorerà con Ravi sui fatti criminosi relativi a Gideon fino a innamorarsi di lui, sposarlo e desiderare un figlio che tuttavia non arriverà.
Contemporaneamente, la donna si scontrerà con l’inquietante non-figlio Isaac
A questo proposito, il bambino la chiamerà “mamma” e non riuscirà a starle lontano. Tutto andando avanti sembra però distendersi quando vengono riprese le fila della seconda Lucy. Quella che poi si riconferma protagonista anche in The Devil’s Hour 2, nonché madre di un Isaac che è sempre più consapevole di essere un’anomalia bisognosa di pace e tranquillità, per non perdere il suo equilibrio nel presente.
Si trasferiranno per questo in un casa in mezzo al bosco e lui imparerà a cacciare via i fantasmi indossando l’orologio rotto che le aveva regalato Lucy in passato. Oramai è anche in grado di sorridere o piangere quando lo ritiene necessario, sviluppando inoltre il controverso dono del teletrasporto e quindi dell’invisibilità. Risveglierà la nonna Sylvia dal suo torpore schizoide (qui trovi i 5 personaggi devianti più iconici di sempre)! La farà rinsavire e permetterà a noi di conoscere l’incredibile carica cerebrale di una donna che è la matriarca di quella famiglia di eco-riferiti.
Tuttavia, queste sono vicende collaterali al vero focus intorno a cui ruota la trama di The Devil’s Hour 2. Torniamo dunque alla nostra impavida e caparbia Lucy. Questi, durante la sua solenne visita in carcere, aveva infatti promesso a Gideon che lo avrebbe aiutato a salvare da un attentato ben 17 persone, di cui 11 bambini, soltanto ad una condizione: quella appunto di salvare la madre dal suo infausto destino tale da rendere impossibile anche il suo tormentato passato.
Per farlo, Lucy sarà costretta a mentire anche a Ravi e alla polizia
Gli agenti infatti la consideravano già da tempo una sospettata, in quanto a loro parere mentalmente instabile e possibile complice del serial killer più ricercato della zona. Dovrà così lottare contro i suoi sentimenti ancestrali nei confronti dell’uomo. Cercherà ogni giorno di sbloccare anche a Ravi le memorie della loro vita insieme. Creerà quindi, ancora una volta, l’anomalia di rimanere incinta per poi, ahinoi, abortire spontaneamente.
La visione così del cattivo e quindi dell’antagonista verrà dirottata per lo spettatore verso un uomo incappucciato con una felpa gialla. Costui avrebbe lasciato uno zaino con l’esplosivo nel fatidico negozio di giocattoli chiamato Rigby’s Toys. Questo però la polizia, che si schiera a prescindere dalla parte del giusto, non poteva saperlo. Difatti era Shepherd che da millemila cicli temporali veniva arrestato perché responsabili di tutti quei delitti. Le intenzioni di questi, secondo la loro logica, non potevano essere buone come millantava lui.
Lucy e Gideon andranno quindi fino in fondo in The Devil’s Hour 2
I due cercheranno, attraverso svariati indizi e ricerche, di rivelare quel volto nascosto capace di tale atrocità. La difficoltà per la sovrumana mente di Gideon stava nel fatto che, fin quando non riusciva a vederlo in volto, non avrebbe potuto fermarlo neanche dopo tutti i reset attuati per fermarlo.
Saranno infine tre le persone coinvolte in tale azione. Gideon e Lucy, ovviamente, e un risorto Ravi. Il detective aveva rimembrato il momento in cui la sua Lucy detecrive-fidanzata gli aveva telefonato per informarlo di quella strage di innocenti. Così, andrà alla volta del Rigby’s, ma a un passo dal vedere il volto dell’incappucciato verrà da lui pugnalato rimanendo inoltre vittima dell’esplosione. Il povero Ravi, impressionabile e arguto come pochi altri agenti, era rimasto inerme di fronte alla visione del suo stesso sangue, seguita poi dal disastro.
Un errore però Lucy lo aveva già commesso
La donna si era fatta allontanare dalla security dopo aver rovistato dentro uno zaino incustodito di una ragazza credendo fosse quello con l’esplosivo. Gideon, intanto, verrà messo a terra pure dall’attentatore nel parcheggio sotterraneo e a lui e Lucy non restava che morire nuovamente per non farsi arrestare dalla polizia. Questa nel frattempo non aveva smesso di cercarli neanche per un istante, sempre con l’obiettivo di sbatterli dentro.
Ecco quindi che, dal colpo di fucile di Gideon sulla fronte di Lucy, richiudiamo l’anello aperto nella scena iniziale del primo episodio di The Devil’s Hour 2. In quel punto, infatti, avevamo visto un Isaac ormai ragazzo che trasudava vendetta dagli occhi e rancore dalle parole proferite di fronte all’assassino di Lucy. Egli l’aveva minacciato del fatto che non l’avrebbe scampata per aver ucciso la migliore madre che avesse potuto mai avere nel suo spazio-tempo. Possiamo infatti intuire come il ricordo del padre Mike, colpevole di non averlo mai compreso e quasi fatto morire tra le fiamme, fosse ormai stato seppellito da figlio ed ex moglie. Un Isaac adesso maturo voleva rivendicare l’unica persona che lo avesse mai amato sin da quando era venuto al mondo, esaltando ogni giorno il suo essere speciale, miracoloso e foriero di vita e morte, paura e speranza, luce e tenebre.
Abbiamo così toccato dei focus necessari per capire la dinamica di The Devil’s Hour 2
Tuttavia, adesso, possiamo asserire che inizialmente ritenevamo fosse un prosieguo farraginoso della prima battuta (qui la recensione della stagione 1), già fitta di complicazioni, decentramenti, ellissi ed iperboli di natura logica e narrativa. Verso la conclusione però cambiamo il nostro principio di pensiero. Questo in quanto molti interrogativi accumulati in maniera spasmodica la prima volta, qui vengono chiariti e addirittura approfonditi. Il primo episodio ci serve a incorniciare meglio tutto ciò a cui assisteremo successivamente, insegnandoci a comprendere bene la bussola dell’intera storia. Resta però il fatto che i momenti reiterati risultano tediosi e connotati da un ritmo che, seppur condito dalla suspense d’ordinanza dello show, risulta troppo prolisso e a tratti insostenibile.
Emergono sempre con limpidezza, invece, le eccelse scelte di regia e scrittura di Tom Moran. Queste, nonostante apparissero alle volte ampollose e inverosimili, definiscono sempre al meglio l’identità multigenere della serie. Pertanto, la vera e unica problematica di questo flusso, in fondo, è l’intenzione perpetrata dallo showrunner di volerlo stirare fino a stracciarlo su una scala che va dal film al serial! Sembra infatti suggerito dallo stesso racconto che il formato calzatogli a pennello sarebbe stato quello della miniserie di pochi episodi.
L’idea invece di produrne 6, per poi aggiungere i 5 di The Devil’s Hour 2 e addirittura la stagione 3, diluisce il climax
Ma non solo. Così facendo vengono riesumati soltanto i difetti che purtroppo la contaminano. Tra gli altri di cui si è già ampiamente letto, si persevera con l’illusione di svariate svolte horror o tendenti al sospiro soprannaturale! Tutto si risolve, in realtà, in un dramma che va a braccetto col thriller psicologico e il poliziesco, lasciandoci in una sorta di apnea per accumulo di fiato sospeso.
Detto ciò, è ovvio che a questo punto nuove domande vengano fuori. Tuttavia, queste non sono del tutto orientate al futuro della storia. Quanto più simili a questions del tipo: “Ma quindi dopo il reset vedremo ancora gli stessi avvenimenti, per poi giungere a Lucy e Gideon che devono fermare l’attentatore?“. L’unica ancora di salvezza a tutto ciò, cui in maniera abbastanza velata si è affidato Moran in The Davil’s Hour 2, è indubbiamente la figura di Isaac.
Quest’ultima mossa sembra abbastanza evidente in tale stagione. All’inizio, infatti, lo abbiamo trovato cresciuti e sicuro dei suoi obiettivi, mentre alla fine lo abbiamo lasciato bambino e ancora più inerte prima che l’acusmatica voce di Lucy chiamasse il suo nome. Il futuro avrà probabilmente il nome del figlio in bocca e magari il passaggio del testimone del serial killer tornerà a Gideon. Questa volta, ad affrontarlo non sarà più la polizia forse. Piuttosto, un potenziale malvagio ragazzo, che nutre un potente lato oscuro e che non riesce a vivere privato della guida costante di sua madre.
Non ci resta dunque che spremere la nostra curiosità anche dai pori più profondi
Soltanto così non caschiamo nel tranello di interrompere la visione della serie dopo The Davil’s Hour 2. Magari ne varrà davvero la pena, scoprendo poi che quanto detto finora fosse propedeutico a un trionfale e appagante finale. Al momento non possiamo ancora riuscire a digerire alcuni grossi bocconi, come la presa in causa di personaggi che potevamo anche rimanere circostanziali, come Evelyn o il titolo stesso dello show che devia abbastanza chi guarda dalla specifica natura del male narrato.
Nessun demone, esorcismo o abbaglio esoterico. Ma non ti bastano già tutti questi eventi eternamente attorcigliati tra loro? A questo proposito, non ci resta che indossare il nostro impermeabile da Sherlock (un articolo sul fenomeno del suo successo) e la nostra più spiccata attitudine da criminologi, così da lasciarci nuovamente trascinare dagli incubi che sopraggiungono ogni notte all’ora del diavolo.