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Le due facce del Diavolo

the devil's hour

Il seguente articolo contiene SPOILER su The Devil’s Hour.

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The Devil’s Hour ha ancora tanto da raccontarci, con una terza stagione che dovrà rispondere a tutta una serie di interrogativi rimasti aperti. Il fil rouge che lega i protagonisti del thriller dalle tinte horror di Prime Video riguarda l’esercizio del libero arbitrio sulla vita degli altri. Il personaggio centrale è Gideon Shepherd, interpretato da un brillante Peter Capaldi nelle vesti che meglio lo caratterizzano. Il messaggio della serie è criptico: The Devil’s Hour indaga sul concetto di giustizia come valore universale. Il complesso loop temporale spesso porta lo spettatore a distrarsi dal vero tema portante che permea la serie (che potete recuperare qui). Ma oggi vogliamo soffermarci a riflettere sull’importanza di questa tematica, analizzando il ruolo dei personaggi più importanti di The Devil’s Hour: Lucy Chambers, Gideon e, soprattutto, Isaac.

Lucy Chambers è al centro della narrazione di The Devil’s Hour, ma il caos che ruota attorno a lei è la vera anima della serie

Jessica Raine interpreta Lucy Chambers
credits: Prime Video

Il primo è il principale attore del demoniaco bug spazio-temporale di The Devil’s Hour, nonostante ancora non si sia capito perché e per come (e questo è il principale problema della serie). Gideon è l’anima della serie, il casus belli che riscrive il destino dei personaggi a proprio piacimento. C’è una connessione evidente tra lui e un altro personaggio fondamentale: Isaac. Il ragazzino, nella nuova vita che (non) sta vivendo è figlio di nessuno, è materia ignota. Ma è proprio questo il suo destino, in realtà. Isaac non doveva nascere e quindi, in un certo senso, è come se non fosse dotato di anima propria. Così come sua nonna, che era destinata a vivere molto meno di quanto le è stato concesso contro la sua stessa volontà. In mezzo c’è Lucy, la protagonista di The Devil’s Hour, che dai poteri di Gideon ha ottenuto più del dovuto.

La condizione di Lucy invita lo spettatore a riflettere sul libero arbitrio, che è uno dei temi portanti della serie. Lucy, di fatto, si trova in un limbo spazio-temporale da cui dipende totalmente il progredire della sua esistenza. Senza Gideon, che col passare del tempo tenta di assumere sempre di più le sembianze di un cavaliere temporale senza macchia, Lucy non esisterebbe. O meglio, non esiterebbe niente di tutto ciò che lei ama. Il mancato suicidio di sua madre Sylvia ha portato la protagonista a vivere un destino fittizio, collocandola in un contesto in cui comunque fatica a muoversi. Lucy è appesantita dall’incapacità di tessere un rapporto normale con suo figlio Isaac. Si sente incompleta, ma finge di non vedere che, sotto sotto, qualcosa non va. Isaac, inconsciamente, è forse l’unica vera vittima di questo dramma. E’ come uno spettatore obbligato, un personaggio che tutti possono vedere ma che non può realmente interagire con ciò che lo circonda.

Gideon, dal canto suo, è un burattinaio mosso da uno scopo nobile quanto pericoloso

Peter Capaldi nei panni di Gideon Shepherd
credits: Prime Video

E’ qui che torniamo al discorso del libero arbitrio e alle mille sfaccettature della sua complessità. Gideon risulta inattaccabile nel momento in cui racconta di aver agito in un certo modo per cambiare il proprio destino. Dal momento che dopo aver scoperto i suoi poteri li ha utilizzati per salvare se stesso e suo fratello, le sue azioni risultano del tutto motivate. Dopodiché Gideon non è diventato un santone: non ha mai cercato la gloria grazie alle sue capacità. Forse non si tratta di un megalomane ma quello che, in cuor suo, Gideon ritiene essere buon senso, non può essere un criterio universale. The Devil’s Hour racconta due facce del destino. Da una parte c’è una bambina che schiva un trauma che ne avrebbe condizionato l’esistenza in modo negativo. Dall’altra c’è il dolore di una donna che non aveva nessuna intenzione di continuare a vivere e che si è ritrovata a farlo perché un estraneo ha deciso per lei.

Nel mezzo c’è il piccolo Isaac. Per Lucy l’unico motore della sua vita, per suo padre Mike un impedimento vero e proprio. Il sentimento di quest’ultimo potrebbe essere esplorato più a fondo e, chi lo sa, magari risultare determinante ai fini della trama. Ma al di là di ciò che provano gli altri nei suoi confronti, The Devil’s Hour in qualche modo ci spinge a interrogarci su ciò che prova lui stesso. E la risposta è semplice ma significativa: assolutamente nulla. Isaac rappresenta al meglio il concetto intrinseco della serie, è figlio delle decisioni di qualcun altro in tutto e per tutto. Lucy, che acquisisce consapevolezza della situazione tra le due stagioni di The Devil’s Hour, non distingue realtà e giustizia. E’ accecata dal più umano dei sentimenti, quello materno, ed è dunque incapace di giudicare oggettivamente la caducità degli eventi.

Gideon e Isaac sono accomunati dalla stessa origine: nessuno dei due ha potuto scegliere

Il piccolo Isaac
credits: Prime Video

Gideon Shepherd ha deciso di essere un moderno giustiziere che si sostituisce al divino nel deliberare chi debba vivere e chi non lo meriti davvero. Ma prima di essere un carnefice a tutti gli effetti, è stato egli stesso vittima della volontà altrui. Suo padre aveva deciso per lui e per suo fratello, e Gideon ha fatto da scudo a quest’ultimo caricandosi sulle spalle l’intero peso delle responsabilità. Ciò che lo spinge a muoversi continuamente avanti e indietro nel tempo senza sosta è la presa coscienza dell’importanza del suo ruolo. Gideon è obbligato a ripetere in eterno le stesse gesta, e la sua capacità di cambiare gli eventi è più che altro un fattore aggiuntivo. Era dunque inevitabile che prima o poi si scontrasse con un caso limite come quello di Lucy Chambers. Tuttavia, né lui né nessun altro poteva prevedere Isaac.   

Isaac è – nel senso metaforico del termine – l’errore naturale del bug sistemico di The Devil’s Hour. Su di lui la narrazione, così come l’intero loop temporale della serie, si stoppa, fa crash. Isaac è uno spettatore passivo: è lo sguardo interno alla serie, la vittima predestinata. Nella seconda stagione il bug si manifesta esplicitamente quando il personaggio interpretato dal prodigioso Benjamin Chivers riappare letteralmente dal nulla. In quanto materia esistita, Isaac non può più non vivere. Ciò che non può fare, in realtà, è nascere. Ma essendo egli nato contro la volontà del fato, non può provare sentimenti umani. Lucy Chambers probabilmente non riuscirà a risolvere in modo definitivo il loop di The Devil’s Hour, un loop in cui la sua unica certezza, in ogni caso, è l’amore per un figlio che non doveva nascere ma che non può più non esistere nella sua memoria.