ATTENZIONE: questo articolo potrebbe contenere SPOILER su The Devil’s Hour.
Il 28 ottobre 2022 Amazon Prime Video ha distribuito la prima stagione di The Devil’s Hour, il nuovo thriller sovrannaturale creato da Tom Moran e prodotto da Steven Moffat. Nome, quest’ultimo, che ormai tutti conoscono grazie a Doctor Who. Moffat è entrato a far parte dell’immenso universo di Doctor Who come produttore solo a partire dal 2010, quando è diventato produttore esecutivo e direttore della sceneggiatura. Era presente, quindi, nel 2013 e ha voluto fortemente che nell’ottava stagione di questa serie sci-fi così amata dal pubblico entrasse in scena un nuovo Dottore. Nonostante il periodo di casting lungo e impegnativo, Moffat aveva già in mente un volto e un nome per quel ruolo tanto ambito.
Voleva a tutti i costi che Peter Capaldi offrisse il suo contributo e rendesse unico il Dodicesimo Dottore (uno dei migliori, fra l’altro). Sappiamo bene com’è andata a finire. La collaborazione tra Capaldi e Moffat si è rivelata incredibilmente efficace. Doctor Who è stato un successo e quindi perché non tentare di nuovo quella strada con un prodotto di genere diverso ma con un protagonista che ha molti tratti in comune con il Dodicesimo Dottore?
Moffat deve aver pensato proprio questo quando ha deciso di creare insieme a Tom Moran, nel 2019, una serie per Amazon Prime Video. Poiché il colosso di streaming ha approvato The Devil’s Hour solo nel 2021, la scelta del cast è stata possibile soltanto a partire dal giugno di quell’anno. Ma i produttori non hanno avuto dubbi quando hanno annunciato gli attori che avrebbero interpretato i due protagonisti. Jessica Raine sarebbe stata Lucy Chambers, mentre Peter Capaldi avrebbe dovuto dare il meglio di sé nel ruolo del criminale Gideon Shepherd. Date alcune caratteristiche di questo inquietante ma affascinante personaggio, che sembra essere stato scritto apposta per lui, Capaldi ha potuto servirsi di parte dell’esperienza acquisita sul set di Doctor Who. È stato un po’ come se avesse recitato a casa sua, in una comfort zone che però gli dona molto.
Perché sì, Gideon Shepherd di The Devil’s Hour e il Dodicesimo Dottore di Doctor Who hanno molte cose in comune, ed entrambi i personaggi sono tanto misteriosi quanto avvincenti.
Anche se la presenza di Capaldi in The Devil’s Hour non è bastata agli spettatori per avere completa fiducia nella serie, per i fan più fedeli di Doctor Who è stato senza dubbio un ottimo motivo per dare una possibilità al nuovo thriller di Steven Moffat, abituati com’erano a vederlo lavorare insieme all’attore scozzese. E sono stati ancora più sorpresi quando hanno incontrato per la prima volta Gideon, un uomo ambiguo, un assassino che sembra agire secondo un preciso schema di cui solo lui comprende la logica. Ci troviamo di fronte a un personaggio estremamente riflessivo, intrappolato in un costante déjà vu, dove passato, presente e futuro diventano un unico flusso costante di avvenimenti e ricordi. Inizialmente non comprendeva il vero scopo di quei ricordi, ma quando ha cominciato a capire, la sua è diventata un’ossessione. Doveva intervenire prima che le tragedie di cui aveva avuto visione si verificassero. Ha dovuto prendere delle decisioni difficili in nome di qualcosa di più grande, proprio come spesso è chiamato a fare il Dodicesimo Dottore a cui Capaldi ha prestato il volto.
Gideon è un personaggio che non può rispettare le regole della società perché ciò che vede sfida qualsiasi legge della fisica. È un uomo in apparenza scontroso, tutt’altro che affabile. Inizialmente mette in discussione sé stesso e la moralità delle scelte che compie, ma che da un certo momento in poi è costretto a fare i conti con il proprio inevitabile destino. Così, anche il Dodicesimo Dottore, un po’ anarchico, burbero per chi non lo conosce. È impossibile captare le sue emozioni. Quasi nulla traspare dal suo volto di cera e l’abbigliamento (diverso dai Dottori che lo hanno preceduto) che ha rispecchia alla perfezione la sua indole. Nessun accessorio superfluo, colori scuri, presenza ordinata. Un look che lo distingue e al tempo stesso è estremamente rappresentativo di un personaggio ribelle, di un outsider, di qualcuno che osserva il mondo con occhi diversi.
Peter Capaldi ha definito il suo Dottore come il “più alieno degli ultimi tempi.” Ed è un po’ così anche Gideon Shepherd.
Nessuna ricerca di approvazione da parte della società e degli altri esseri umani. Solo una pressante consapevolezza di dover fare il proprio lavoro. Il Dodicesimo Dottore è un personaggio enigmatico, sembra sorreggere da solo il peso del tempo che passa, dei conflitti che ha vissuto, del suo essere in tutto questo immensamente solo. E, in ciò, non è affatto diverso da Gideon, perché anche lui ha deciso di prendere sulle proprie spalle il ruolo di “giustiziere”. Entrambi possono essere aggressivi se qualcosa o qualcuno si frappone tra loro e il loro obiettivo. Sono nati da una scrittura complessa, e non bastano pochi episodi per comprenderne fino in fondo la psicologia.
Peter Capaldi è stato in grado di donare a tutti e due un’espressività unica, capace di trasmettere agli spettatori sensazioni contrastanti, di farli entrare nelle loro menti solo attraverso uno sguardo. Ed ecco cosa succede quando recita in casa, subentrando in un ruolo che ormai gli è così familiare e sembra essergli stato cucito addosso. Steven Moffat non poteva che pensare a lui per questa parte.
Capaldi ha reso memorabile il suo personaggio in The Devil’s Hour, regalando a questo thriller psicologico e sovrannaturale di Amazon Prime Video qualcosa per cui essere ricordato. Un appiglio per far sì che una serie che non è riuscita a fare scalpore per tematiche e svolgimento non venisse gettata subito nel dimenticatoio. Sicuramente ha dato un enorme contributo affinché Amazon Prime Video decidesse subito (a novembre 2022) di rinnovare la serie per una seconda e anche per una terza stagione.
E se non fosse stato per lui, che nella puntata finale di questo prodotto drammatico dalle tinte sovrannaturali si è fatto portavoce del significato profondo dei sei episodi che lo compongono, probabilmente ci staremmo ancora interrogando sul senso di ciò che abbiamo visto. Perché alla serie è stato dato forse troppo poco spazio, e ciò che è stato detto in sei puntate non è stato sufficiente. Troppo caos e troppa carne al fuoco, troppo materiale da poter sviluppare e poco tempo per farlo nel modo migliore. In questo senso, la presenza di Capaldi è stata necessaria per dare credibilità alla serie. E, forse, creare un personaggio così simile al Dodicesimo Dottore, che lui ha interpretato per ben 3 anni, ha avuto anche lo scopo di attirare più pubblico possibile con la promessa di un piccolo ritorno al passato.