Rilasciata il 20 aprile 2023 la prima stagione The Diplomat ha ottenuto un buon successo di critica e di pubblico tanto da ottenere in tempi brevissimi la conferma per una seconda, attualmente già in lavorazione.
La serie, creata da Debora Cahn già sceneggiatrice tra le tante cose di Homeland, Grey’s Anatomy, The West Wing e Vinyl, ha come protagonisti Keri Russell (The Americans) nei panni dell’ambasciatrice americana a Londra Kate Wyler e Rufus Sewell (The Man in the High Castle) nei panni del marito, Hal Wyler. Attorno a loro gravitano David Gyasi (Interstellar), nei panni del Ministro degli Esteri inglese, Ali Ahn (Billions) nei panni del capostazione CIA a Londra, Rory Kinnear (Penny Dreadful) nei panni del Primo Ministro inglese, Ato Essandoh (Chicago Med) nei panni dell’attaché americano all’ambasciata americana.
The Diplomat è principalmente un avvincente political thriller arricchito da interessanti rapporti relazionali tra i vari personaggi. Ma non sono le uniche due cose che hanno davvero funzionato in questa serie targata Netflix. Noi di Hall of Series ne abbiamo trovate cinque altrettanto importanti e interessanti.
1) Credibilità
The Diplomat si prende parecchie licenze narrative e di questo gli autori ne sono più che consapevoli. Ciononostante gli addetti ai lavori, e parliamo dei vari diplomatici che l’hanno seguita su Netflix, si sono detti molto soddisfatti. Perché The Diplomat è riuscita a raccontare una storia verosimile sotto ogni punto di vista, in particolar modo quello legato ai ruoli istituzionali.
La carica di ambasciatore a Londra, per esempio, non ha una valenza attiva ma piuttosto risulta essere una sorta di rimborso. Di fatti viene data a quei politici che hanno sostenuto la campagna elettorale del presidente con grosse elargizioni economiche e che sono quasi a fine carriera. Inoltre, è molto di rappresentanza (cene e ricevimenti) e non comporta certamente il tentativo di salvare il mondo, cosa che invece hanno altre sedi diplomatiche come, per esempio, quella a Kabul alla quale Kate Wyler aspira. In diverse occasioni il personaggio di Keri Russell si trova al di fuori del protocollo che le compete facendo impazzire non poco i suoi sottoposti. Ciononostante, considerato il genere, alti diplomatici americani si sono prodigati nell’elogiare l’attendibilità della serie.
Del resto Debora Cahn, per la creazione di questa serie, si è affidata a un nutrito gruppo di uomini e donne del Dipartimento di Stato americano (l’equivalente del nostro Ministero degli Esteri, per intenderci) che l’hanno guidata nei meandri della diplomazia di stato.
2) I personaggi femminili americani
In The Diplomat hanno grande importanza i personaggi femminili, in particolar modo quelli americani. Le tre protagoniste della vita politica statunitense occupano praticamente tre ruoli chiave: capo di Gabinetto della Casa Bianca, Ambasciatrice a Londra e capostazione CIA nella capitale del Regno Unito.
La Capo di Gabinetto della Casa Bianca, Bilie Appiah, è interpretata da Nana Mensah. Il suo ruolo è, sostanzialmente, quello di far funzionare la presidenza degli Stati Uniti. In particolar modo questa presente nella serie che sembra esser affidata a uno smemorato, anziano, presidente americano prossimo alla pensione. Billie, la vediamo nella prima puntata, non ci appare subito come una donna di potere quanto, piuttosto, come una normale segretaria. Soltanto quando è nello Studio Ovale e spiega a Kate il motivo della sua convocazione comprendiamo tutta la sua autorità: non è minacciosa ma fa ben capire che quello che desideri dev’essere fatto. E nella maniera migliore.
Billie Appiah sa il fatto suo e lo dimostra nello scegliere Kate Wyler per il ruolo di ambasciatrice. Poco importa che la cosa sia un po’ (tanto) fuori dalla realtà: per la nostra storia è così che deve andare.
Quando Kate Wyler riceve la telefonata dalla Casa Bianca è convinta che sia per il marito, considerato quello più famoso. Così non è e tutti i suoi piani, e la sua vita, sono destinati a cambiare in maniera radicale. Kate Wyler viene catapultata in un mondo sull’orlo della Terza Guerra Mondiale ritrovandosi a che fare con personaggi ambigui e senza scrupoli. La donna riesce a districarsi bene nella giungla della diplomazia e dell’inganno anche se rimpiange amaramente il fatto di non essere in Afghanistan dove, realmente, si fa qualcosa per cambiare la vita a chi è in pericolo.
Cercando di far quadrare il cerchio l’ambasciatrice americana inizialmente si scontra e poi si allea con Eidra Park, l’agente CIA a capo della stazione londinese. L’agente segreto, interpretato da Ali Ahn, è ben lontana da una James Bond in gonnella e ancora di più da una Carrie Mathison di homelandiana memoria. Usufruisce al massimo della tecnologia cercando di spiare alleati e nemici e intanto intrattiene una relazione con il vice capo dell’ambasciata. Apparentemente in grado di scindere lavoro da situazione sentimentale alla fine si renderà conto di cosa sia veramente importante a discapito, forse, della propria, effimera, felicità.
3) I personaggi maschili americani
Attorno alla protagonista di The Diplomat girano due figure maschili davvero importanti: Hal Wyler e Stuart Hayford, interpretati rispettivamente da Rufus Sewell e Ato Essandoh.
Il primo è il marito dell’ambasciatrice, ex ambasciatore e famoso in tutto il mondo come abile risolutore di crisi. È incapace di stare al suo posto, egocentrico e narcisista, ne combina di tutti i colori per riprendersi quello che crede sia il posto che gli compete: sotto i riflettori. E per farlo non guarda in faccia a nessuno: né alla moglie né al suo ex superiore, il Segretario di Stato.
Hal Wyler, però, non è soltanto un personaggio negativo. E nel breve tempo in cui cerca di stare al suo posto perché ha dannatamente paura di perdere la moglie che lo minaccia di lasciarlo fa di tutto per aiutare Kate a capire come risolvere la crisi nella quale sono invischiati. Lo fa con suggerimenti utili e intuizioni geniali che fanno capire al telespettatore quanto sia un personaggio complesso e ben costruito.
Stuart Hayford, invece, è il vice capo dell’ambasciata americana. Conosce a memoria l’arte del protocollo e fa di tutto affinché Kate lo rispetti, anche se con scarsi risultati. È incaricato di sorvegliarla per comprendere se possa venir promossa al ruolo di Vice Presidente degli Stati Uniti e per questo, in un certo senso, tradisce la fiducia della sua capa. Ma è l’unico del quale Kate può fidarsi perché devoto alla Nazione e a ciò che il ruolo di ambasciatore rappresenta nel mondo.
4) La relazione tra Kate e Hal Wyler
Oltre alla Storia, quella con la esse maiuscola, c’è anche la storia con la esse minuscola: quella tra Kate e il marito Hal.
La coppia di coniugi si ritrova in una situazione alla quale non è abituata: in primo piano c’è Kate e nelle retrovie, invece, c’è Hal. A entrambi le nuove circostanze non piacciono anche se fanno buon viso a cattivo gioco. Del resto, quando la Casa Bianca comanda si obbedisce, senza discutere.
La loro è una relazione che attraversa tre fasi abbastanza ben definite. Inizialmente, Hal sembra riuscire ad accettare il ruolo della moglie. Ma non appena ne ha l’occasione cerca di intromettersi nella sua agenda combinandole un incontro con un membro di spicco del partito conservatore inglese. Kate viene portata via di gran carriera dal suo staff per evitare di compromettersi già alla sua prima uscita ufficiale.
Questa trovata provoca un iniziale attrito che diventa sempre più stridente dal momento che entrambi cominciano a esternare antipatie nei confronti dell’altro. Il matrimonio va in crisi, una crisi profonda ma per un motivo prettamente politico i due non possono separasi e fanno buon viso a cattivo gioco.
Iniziano così una sorta di nuova luna di miele durante la quale tutto sembra andare di nuovo bene. Forse perché deresponsabilizzati dai rispettivi ruoli famigliari, ormai convinti che tutto sia finito (è soprattutto lei a pensarlo) i due invece si riavvicinano ricordando soprattutto i bei tempi passati.
Infine, come in ogni relazione seriale che si rispetti l’idillio si infrange del tutto quando Kate scopre che il marito è in trattative per prendere il posto del Segretario di Stato americano.
Il rapporto tra Kate e Hal Wyler è un rapporto del quale conosciamo poco. Inizialmente li vediamo a casa, intenti a guardare la televisione. I due si punzecchiano ma sembrano molto affiatati. Quando Kate riceve l’incarico Hal non riesce a stare al suo posto. Volente o nolente è in grado di ingarbugliare tutto quello con il cui viene a contatto dando di sé un’immagine che non corrisponde alla fama che lo precede normalmente.
5) Location
Per chiudere questa breve lista di cinque cose che hanno davvero funzionato in The Diplomat non potevamo non citare le location, tutte meravigliose. Interni ed esterni sono stati presi in Inghilterra, principalmente Londra, e in Francia, a Parigi.
I produttori, per dare maggiore credibilità alla serie, hanno voluto utilizzare luoghi realmente esistenti così hanno chiesto e ottenuto il permesso per poter girare al governo americano e quello britannico.
Gli Stati Uniti hanno dato il permesso di riprendere l’ambasciata americana a Londra, il complesso diplomatico americano più grande d’Europa situato a Nine Elms, zona residenziale londinese. Invece, per la residenza dell’ambasciatore non è stato possibile utilizzare quella vera, Winfield House, con il suo giardino privato più grande di Londra dopo Buckingham Palace ed è stata sostituita con una meravigliosa grande casa di campagna, Wrotham Park, situata a South Mimms nell’Hertfordshire (usata anche per The Crown e Bridgerton).
Anche una delle residenze del Ministro degli affari Esteri è situata fuori Londra, precisamente a Chevening, nel Kent. La dimora si chiama Chevening House, molto fantasiosamente. Singolare è il fatto che la residenza sia assegnata dal Primo Ministro a un membro del suo gabinetto o a un discendente di Giorgio VI, padre di Elisabetta II e nonno di Carlo III, e che questi, per il periodo di soggiorno, debba pagarne tutte le spese di mantenimento.
Restando in tema di ministero degli affari esteri un’altra location londinese realmente esistente è proprio il Foreign, Commonwealth and Development Office utilizzato per diverse scene. Gli uffici e le corti non sono stati minimamente ritoccati essendo praticamente perfetti.
Sempre a Londra è situato il luogo dove sono state girate le scene nelle quali l’ambasciatrice americana depone una corona in memoria delle vittime dell’attentato alla portaerei inglese: si tratta del Old Royal Naval College, situato a Greenwich e caratterizzato dalla cupola che compare in diverse altre serie e in moltissimi film di successo.
Ci sono poi anche le scene girate a Parigi che non vanno dimenticate. Nell’ultima puntata Kate si trova con il ministro inglese nella capitale francese ed è possibili vedere la Piramide del Louvre e uno dei più celebri ponti sulla Senna: Pont-Neuf.