ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste incappare in spoiler di The Diplomat.
Uscita lo scorso 20 aprile su Netflix The Diplomat è una serie ideata e scritta da Debora Cahn la quale, nella sua seppur breve carriera di sceneggiatrice, ha già lavorato in diverse grosse produzione come The West Wing, Homeland, Grey’s Anatomy e Fosse/Verdon.
Da ciascuna la showrunner ha attinto per creare quella che, fin da subito, è stata considerata come una delle più interessanti serie prodotte da Netflix quest’anno.
In questo thriller politico viene raccontata la storia di Kate Wyler, ambasciatrice a Londra suo malgrado. Il personaggio, cucito perfettamente addosso a Keri Russell, viene infilata brutalmente dentro una situazione geopolitica piuttosto intricata e pronta a esplodere.
Accanto a lei sono stati creati diversi altri personaggi ognuno dei quali è parte integrante di un meccanismo che, almeno in questa prima stagione, funziona egregiamente. Non tutti sono supereroi della diplomazia riuscendo così a dare una interessante variegatura all’intero cast.
Noi di Hall of Series, appassionati da sempre di political drama, abbiamo stilato per voi la classifica dei cinque migliori personaggi di The Diplomat.
5) Nicol Trowbridge
Il Prime Minister Nicol Trowbridge è interpretato da Rory Kinnear, già visto in Penny Dreadful e nei panni di Bill Tanner negli ultimi quattro James Bond con Daniel Craig.
Appare piuttosto frastornato dall’attentato alla portaerei e sembrerebbe portato a prendere la decisione sbagliata in base alle informazioni sbagliate in suo possesso. Ma poi, per fortuna, grazie a Kate viene messo sulla retta via.
Il Primo Ministro inglese sembra il tipico politico incapace di perseguire la felicità dei suoi compatrioti. In calo nei sondaggi e considerato un debole decide di gettarsi a capofitto in una impresa bellica per risollevare le sue sorti. Per fortuna attorno a lui c’è gente con un certo giudizio che lo fanno ragionare.
Mano a mano che la puntate si susseguono, però, la fame di bombardare qualcosa si ingigantisce anche perché continua, imperterrito, a prendere una cantonata dietro l’altra o a essere messo alla berlina dal suo stesso entourage e dal Presidente degli Stati Uniti.
Insomma, Nicol Trowbridge sembra un po’ lo stupido del villaggio. Sennonché, cogliendo di sorpresa tutti, durante una visita nella casa di campagna del suo ministro degli esteri il Primo Ministro comincia a svelare le sue carte dimostrando che, forse forse, non è poi così superficiale come vuole apparire.
E il colpo di scena finale, a quanto pare, dimostra che avesse in mente un piano ben preciso al quale nessuno aveva mai pensato.
4) Margaret “Meg” Roylin
Interpretata da Celia Imrie (Better Things) Margaret Roylin è l’eminenza grigia dietro il Primo Ministro inglese. Una specie di Hal Wyler senza eccessive manie di grandezza, per intenderci. Spiccatamente conservatrice Margaret Roylin è quel tipico personaggio che tesse la tela, tira le fila, nascosta nell’ombra. Una specie di Dar Adal in versione femminile. Uno di quei personaggi che appaiono innocui, tanti sorrisi e tazze di tè, ma che alla fine ti piazzano una stilettata tra le scapole.
Il personaggio di Celia Imrie è tra i più interessanti di The Diplomat. Ci viene presentata nel corso di una manifestazione, la vediamo vicina a Hal Wyler che parlottano come vecchi amici. Il vicecapo missione mette in guardia Kate Wyler dall’incontrare Margaret Roylin poiché influente membro del partito conservatore e possibile causa di attrito con l’amministrazione americana. Ma l’incontro è soltanto rimandato.
Perché Kate capisce che le azioni del Primo Ministro inglese non sono tutte farina del suo sacco e decide di incontrare chi ordisce alle sue spalle.
L’incontro nel cottage di campagna tra Margaret e Kate è piuttosto significativo. Con la dialettica tipica dei diplomatici la donna inglese dice e non dice. Lascia intendere ma non conferma. Svela ma nasconde al tempo stesso.
Margaret Roylin, almeno in questa prima stagione, è probabilmente il personaggio più difficile da decifrare ma sicuramente tra i più interessanti.
3) Hal Wyler
Sul gradino più basso del podio troviamo Hal Wyler, interpretato da Rufus Sewell (John Smith in The Man in the High Castle). Hal Wyler è il marito di Kate ed è quel classico personaggio abituato ad avere tutto quello che desidera che, all’improvviso, si ritrova con un pugno di mosche in mano.
Apparentemente felice per la nomina della moglie ad ambasciatrice a Londra è incapace di restare al suo posto soffrendo il un bisogno patologico di stare al centro della scena, non importa a spese di chi.
Brillante, certamente. Acuto e intelligente, non lo nega nessuno. Amato e venerato da tutti, considerato come uno dei più acuti diplomatici sulla faccia della Terra, dispensatore di saggezza e capace di risolvere le peggiori crisi mondiale.
Nonostante, o forse proprio a causa, tutte queste qualità Hal è un personaggio incredibilmente egocentrico, irritante, indisponente, menefreghista e asfaltatore. E no, non ha anche dei difetti.
A parole tutti lo apprezzano ma alla fine l’unica che se lo prende è la moglie alla quale lui, peraltro, fa patire le pene dell’inferno. Hal, proprio per questo suo carattere, risulta imprevedibile ma nella sua imprevedibilità perfettamente scontato. Sai già che se qualcosa andrà storto di mezzo ci sarà il suo zampino. è matematico. E le sue battute per cercare di rimediare saranno soltanto una pezza peggiore del buco.
Del resto, sotto il suo savoir faire e i suoi sorrisi disarmanti si nasconde un’indole da predatore capace di fare le scarpe a chiunque pur di proseguire la scalata alla sua carriera politica.
2) Stuart Hayford
Il vicecapo missione a Londra è interpretato da Ato Essandoh (Chicago Med e Vynil). Elegante nei suoi completi interi, alto e dinoccolato, preciso e puntuale, sempre informato su tutto, Stuart è perfetto per guardare le spalle della sua nuova capa, l’ambasciatrice americana a Londra. È lui, infatti, che manda avanti la baracca, che organizza gli incontri, che filtra e media tra il Regno di sua Maestà e la repubblica a stelle e strisce dato che l’ambasciatrice è troppo impegnata a salvare il mondo.
Stuart, però, ha il duplice compito di osservare e riferire. È uno dei pochissimi a sapere che Kate Wyler è candidata per il ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti e che si trovi a Londra per dimostrare di esserne all’altezza.
Apparentemente Stuart è il classico impiegato, di altissimo livello sia chiaro, tutto casa e lavoro. Conosce il protocollo a memoria, sa come ci si deve comportare con i dignitari, cerca di istruire la sua superiore evitandole incontri sgradevoli. Prova a frenare il marito di lei cercando di snaturarsi interpretando persino il ruolo di consulente matrimoniale. Il tutto mentre porta avanti una relazione clandestina con Eidra Park (Ali Ahn), capo della stazione CIA a Londra.
Ed è proprio nel ruolo di fiancé che Stuart ha il suo punto debole. In The Diplomat le storie d’amore, anche quelle meno complicate e più normali, sembrano destinate a una triste fine. C’è qualcosa di paradossale nel come vanno le cose tra lui ed Eidra: quest’ultima, infatti, sembra accusarlo di avergli nascosto qualcosa, cosa per altro vera. Ma detto da un’agente della CIA, ecco, forse ci pare un filo ipocrita.
1) Kate Wyler
Non poteva che non esser suo il primo posto di questa breve, quanto intensa, classifica dei cinque personaggi migliori di The Diplomat: Kate Wyler, interpretata dall’intrigante Keri Russell. L’ambasciatrice americana a Londra e futura vicepresidente, chissà, occupa il gradino più alto del podio non tanto perché la star della serie, sarebbe scontato, quanto piuttosto per la sua capacità di resilienza nei confronti di un universo che fino a quel momento aveva sempre vissuto come moglie e non da protagonista.
Keri Russel interpreta un personaggio molto particolare. Di tutti è quella che ha uno sviluppo minore all’interno della serie Netflix, perché fin dall’inizio si mostra per quello che è. Non nasconde scheletri nell’armadio risultando, in un certo senso, persino scontata. La guardi in azione e dopo un po’ sai già come si comporterà.
Proprio per questo Kate Wyler è perfetta in The Diplomat. È una roccia, è granitica. Un faro acceso che illumina la notte tempestosa. Un riferimento per chi le gira attorno. Per nulla eroica, piena di difetti e di risentimenti, di umanità. Non è nemmeno una gnocca stratosferica. Piange, urla, strepita, si arrabbia, si offende, si mortifica, tutto il suo agire è dettato da un unico, reale, interesse: preservare la pace, evitare la guerra. Non come il marito che per soddisfare il suo ego ipertrofico ne combina di tutti i colori.
Kate Wyler è l’unica che, fin dall’inizio, sembra prendere sul serio le cose. L’unica che non sa come muoversi ma che, imparando in fretta, è in grado di spostarsi tra un capo di stato e l’altro dando loro la briciolina che desiderano ed evitando così la fine del mondo.
Viene redarguita in continuazione perché non segue il protocollo e invece di mandare tutti al diavolo salva un paese dietro l’altro, Iran e Russia, evitando ai suoi capi di passare alla storia come coloro che distrussero il pianeta.
Date una carriola di medaglie a questa donna, per favore! Se le merita tutte!