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The End of the F***ing World 2×02 – Che ci fa Alyssa vestita da sposa?

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Dopo un primo episodio interamente incentrato su Bonnie, il nuovo personaggio di The End of the F***ing World 2, con il secondo torniamo a focalizzarci sui veri protagonisti.

Li avevamo lasciati in situazioni disperate: Alyssa in lacrime e James ferito, o forse peggio. Alyssa è tornata quella di prima, prima dell’avventura, prima delle emozioni, prima di una disperata corsa alla ricerca della salvezza, prima, soprattutto, di James.

“Sono tornata a non sentire niente. Mi piace non sentire niente, è come un superpotere.”

Ha una nuova vita, un lavoro, una famiglia leggermente diversa (la madre viene nuovamente mollata dal compagno), ha anche un nuovo fidanzato, Todd, dolce, carino, “una specie di cagnolino” col quale si trova a proprio agio, va d’accordo e che la tratta bene.

Un fidanzato, che è sì dolce e carino, ma non è James, e i suoi ripetuti flashback ai tempi della loro storia lo provano.

Solo che lei continua a ripetersi il contrario.

Nel suo consueto stile cinico, realista e asciutto che l’ha resa così speciale in The End of the F***ing World – proprio da fine di un mondo per il quale non si prova alcun interesse – Alyssa va incontro al proprio destino super-conformista, proprio lei che è sempre stata così diversa.

Sembra quasi che si lasci vivere da ciò che le sta accadendo, senza opporre resistenza. In fondo, dopo tutto quello che è successo, è ciò che tutti si aspettano da lei. Non importa che non sia felice; forse non lo è mai stata davvero, per cui le cose non cambiano di molto.

The End of the F***ing World

Ha tutto ciò che dovrebbe desiderare: un abito bianco, un fidanzato gentile e sincero, la madre estasiata da tutti i progetti matrimoniali, ma lei continua essere a priva di qualsiasi sentimento.

Solo quando si rende conto che la macchina che la pedina è guidata da un maldestro James, sgrana gli occhi e sul suo viso compare una sincera emozione.

Ma cos’è successo a James nel frattempo? Beh, lui aveva pensato di aver raggiunto la “conclusione perfetta”: una fuga disperata, un colpo d’arma da fuoco e la morte. Solo che James non è morto.

Assistito dal padre che o piange o mangia, ma più spesso fa entrambe le cose, James passa davvero tanto tempo in ospedale: ha subito delle lesioni importanti, non si sa se potrà camminare di nuovo. Non l’aiuta di molto la crudele madre di Alyssa, che, in un perfetto copione in stile The End of the F***ing World, non fa altro che allontanarlo da lei. È costretto a scrivere una lettera alla ragazza per dirle che tra di loro è finita.

In ospedale, James ha tanto tempo per riflettere, è come se subisse un castigo che lui stesso pensa di meritare. Su di lui grava la consapevolezza di avere e sentirsi addosso tutte le responsabilità, di non essere all’altezza, di non avere un futuro.

“Se le vuoi bene, lasciala”.

Contrariamente alle aspettative, riesce a rimettersi in piedi e scampa anche alla prigione perché, in fondo, l’omicidio di Koch è stata pura legittima difesa.

Perde però il padre, che muore di attacco cardiaco. James adesso è solo, senza un soldo e senza una casa, è costretto a vivere in macchina e non ha né meta, né speranze.

Quindi fa l’unica cosa che avrebbe potuto fare: va a cercare Alyssa, perché, in fondo, non l’ha mai dimenticata e solo con lei si è sentito bene.

“È strano: se rivedi dopo tanto una persona importante, ti sembra di respirare meglio.”

A che punto sono, quindi, James e Alyssa?

Bene o male, esattamente allo stesso: entrambi soli, infelici e ancora soli in un mondo ostile che non li capisce e che loro, proprio, non riescono a capire.

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