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The Flight Attendant – La Recensione dell’ancora più folle seconda stagione

The Flight Attendant
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Cassie Bowden è tornata, ma con più problemi di prima (qui trovate la recensione del finale della prima stagione). Una prima stagione frenetica e ansiogena subito rinnovata dopo l’inaspettato successo. «Sarei sparita se The Flight Attendant non fosse piaciuta» ha commentato Kaley Cuoco con enorme sollievo. Perché la dark comedy mystery di HBO è stata sicuramente la sfida professionale più difficile che l’attrice californiana ha affrontato dopo la fine di The Big Bang Theory. Tutti noi temevamo, infatti, di ritrovare una nuova Penny in versione hostess alcolista. Non solo le nostre paure non si sono avverate, ma la presenza di Kaley Cuoco nel progetto (che ha co-prodotto) ha assicurato quel nonsoché comico che ha reso la prima stagione davvero piacevole, originale e inaspettata. Se dal primo capitolo Cuoco ha ottenuto una pioggia di nomination, il secondo – per il momento – le ha regalato uno schiaffone in faccia da parte di Sharon Stone. La prima stagione pareva essere autoconclusiva. Del resto, le vicende complicatissime e poco realistiche che si srotolavano nel corso delle otto puntate non lasciavano sperare in un proseguimento (tantomeno così efficace). Fatta eccezione per quel cliffhanger messo là, di traverso, come a dire: “noi, l’esca l’abbiamo gettata” , che ha dato il via alle nuove avventure di Cassie. In Italia, le otto nuove puntate della seconda stagione di The Flight Attendant sono state rilasciate settimanalmente su Sky e NOW dal 9 al 30 maggio 2022 e ci hanno sovraccaricato dei nuovi problemi dell’hostess, ancora più intricati, ancora più gustosamente impossibili. Il teaser della seconda avventura ci assicurava una dose ancora più massiccia di adrenalina ed emozioni. Perciò vediamo se la promessa è stata mantenuta.

**Attenzione, evitate la lettura se non avete ancora visto la prima e la seconda stagione di The Flight Attendant**

La seconda stagione parte da premesse ancora più iperboliche, ma stranamente convincenti.

The Flight Attendant

La sfida della prima stagione è stata quella di combinare il dramma con la commedia, il mystery con il dark humor, la spy story con il romance. Il risultato è stato un thriller frizzante, divertente e intrigante tanto iperbolico quanto credibile. Quanto succede a Cassandra nella stagione iniziale, infatti, è volutamente esasperato; a partire dallo stile recitativo che ricorda piacevolmente una versione di Penny, sì, ma più cupa e ben oltre l’orlo di una crisi di nervi. Cassandra “Cassie” Bowden è un’assistente di volo della Imperial Atlantic impulsiva, con la passione smodata per party, alcol e amanti. La festa però finisce dopo quella notte selvaggia a Bangkok, passata con un suo passeggero. L’indomani mattina, si risveglierà accanto al corpo del bello e misterioso Alex Sokolov (Michiel Huisman), a cui qualcuno ha tagliato la gola.

I postumi di una sbronza epica e il risveglio insanguinato la porteranno a commettere il primo di una lunghissima serie di errori: ripulire la scena del crimine per poi dileguarsi senza avvisare la polizia. La prima stagione è stata un crescendo di ansia, voli, fughe e misteri. Una sorpresa dopo l’altra, però, abbiamo capito che il mistero da risolvere non era tanto l’assassinio di Alex, ma la salute psichica di Cassie, tormentata da flashback e allucinazioni intermittenti sia di quella notte, sia del suo passato. Il finale ci è sembrato una conclusione lieta e perfetta, ma a quanto pare ci sbagliavamo. Megan (Rosie Perez), sua amica e collega, era in fuga; la sua migliore amica, Annie Mouradian (Zosia Mamet), aveva perso il lavoro mentre Cassie, che era affondata nella sua coscienza fino a ritrovare sé stessa, era riuscita finalmente a perdonarsi. La stagione terminava con Shane Evans (Griffin Matthews) che annunciava a Cassie la decisione della CIA di arruolarla come risorsa. Se la prima stagione era folle, la seconda stordisce, come scrive il Guardian, che l’ha già promossa con quattro stellette su cinque:

La seconda stagione dello spionaggio di Kaley Cuoco porta il quadrante WTF fino a 11 per un gioco esilarante e scattante che ti fa sentire assolutamente stordito.

The Guardian

La seconda stagione si conferma un nuovo thriller frenetico e spensierato in cui, ancora una volta, il mistero da risolvere è Cassie.

Kaley Cuoco

Ritroviamo una nuova Cassie con tanto di frangetta, ma con gli stessi problemi e la stessa suoneria del telefono. La fastidiosissima versione di Two of Hearts di Stacey Q, che squillerà sempre nel momento meno opportuno. È passato quasi un anno dall’ultima turbolenza e l’hostess ci accoglie più equilibrata e coscienziosa. Ha ricominciato una nuova vita a Los Angeles. Frequenta gli Alcolisti Anonimi, ha perfino una sponsor deliziosa, Brenda (Shohreh Aghdashloo), e un fidanzato stabile, Marco (Santiago Cabrera). Ha un appartamento incantevole e – dice lei – non tocca una goccia di alcol da quasi un anno. Cosa potrà mai andarle storto? Ah, sì, dimenticavamo! Nel frattempo è diventata una risorsa della CIA. Una risorsa che, ovviamente, non si limita a osservare, come le è stato ordinato dal suo referente, Benjamin Berry (Mo McRae), e dal suo capo Dot Karlson (Cheryl Hines). Il nuovo incarico affidatole dalla CIA all’inizio della storia consiste semplicemente nel sorvegliare – da molto lontano – un uomo, Will Kotov, a Berlino. Cassie, ormai la conosciamo, non riesce a stare lontana dai guai. Li divora come orsetti gommosi e più ne mangia, più ne vuole. Le accadrà di tutto perché, di nuovo, è lei a infilarsi là dove non dovrebbe. E a mentire per salvarsi. L’esplosione spettacolare, quella donna misteriosa che si finge Cassie e una strana coppia di criminali, Gabriella ed Esteban, sono quindi l’innesco per la nuova spirale autodistruttiva che saboterà ancora una volta la lotta di Cassandra per la sobrietà.

Chi potrà mai prendere il ruolo del morto ammazzato che abita la sua coscienza?

The Flight Attendant

Nel nuovo capitolo ritroviamo una struttura narrativa molto simile alla precedente. Insospettabilmente, però, funziona ed è molto convincente, nonostante l’eccesso, ben orchestrato, di storyline, di intrighi internazionali, rapitori e spie. In questo nuovo viaggio, Cassie è alle prese con qualcuno che finge di essere lei. Una sorta di doppelgänger che uccide e dissemina prove ovunque al fine di incastrarla ed eliminarla. I depistaggi per confonderci, e per confonderla, sono stati architettati talmente bene che abbiamo iniziato a sospettare di tutti, tranne che dei veri colpevoli. L’hostess non è l’unica a dover risolvere i suoi problemi. In queste nuove puntate, la trama si appesantisce infatti di ulteriori zavorre emotive. Pare proprio che tutti stiano andando in pezzi: la sua amica Annie, alle prese con un invadente anello di fidanzamento datole dal futuro marito Max, interpretato da Deniz Akdeniz (Annie, deciditi: chi non vorrebbe avere come partner un hacker comprensivo, saggio e amico leale della propria migliore amica?); poi c’è Megan, la quale deve tirarsi fuori dai guai che ha causato con quel suo passatempo chiamato spionaggio; e Shane, abile risorsa della CIA, il cui fidanzamento rischia di andare al macero a causa della linguaccia di Cassie.

Annie, Max, Shane, Megan e suo fratello Davey (T. R. Knight) continuano quindi a rivestire un ruolo principale, e tanto decisivo. A rimpiazzare i personaggi cardine della prima stagione, invece, subentrano delle new entry davvero interessanti. Parliamo dell’insospettabile Jenny (Jessie Ennis), una compagna degli alcolisti anonimi che continua a spuntare come un funghetto fastidioso (anzi, una verruca). Dice di avere un podcast – al quale non avevamo creduto neanche un po’ – ma di certo non immaginavamo il collegamento con il pazzoide “amante dei gatti” della prima stagione. Troviamo una nuova collega di volo, Grace St. James (Mae Martin, comica, sceneggiatrice e attrice canadese), un personaggio insolito, interessante e che non ce l’ha mai data a bere. I due referenti della CIA, Dot e Benjamin, i quali ci confonderanno fino all’ultimo. Infine, l’ultima new entry, non certo per importanza, è la madre di Cassie, interpretata da una sfavillante Sharon Stone.

Kaley Cuoco

La seconda stagione prosegue così il viaggio emotivo di Cassie. Se nel primo capitolo di The Flight Attendant, l’ospite nel suo “palazzo della mente” aveva le sembianze di Alex, nella seconda stagione a provocarla, punzecchiarla e a metterla in crisi ci pensa l’hostess stessa. Cioè le versioni di Cassie: una depressa, una festaiola e una adolescente. Steve Yockey, il quale ha sviluppato la serie sull’omonimo romanzo del 2018 di Chris Bohjalian, ha deciso di ripercorrere la premessa iniziale, ma scavando ancor più in profondità. Il viaggio emotivo di Cassie, infatti, è stato il fulcro della storia, il tratto distintivo del thriller, perciò non poteva essere eliminato:

Questa è stata una parte così importante dello spettacolo, qualcosa che ha appassionato davvero il pubblico. Quindi la domanda era: come possiamo reinventarlo in modo da poter sorprendere le persone e farle divertire ancora?”

Steve Yockey

La co-showrunner Natalie Chaidez ha pensato che, tematicamente, bisognava capire come giocare con il lato oscuro di Cassie, quello emerso proprio durante la presa di coscienza della prima stagione. Esistono più parti della stessa persona che non sempre vanno d’accordo. La seconda parte è diventata quindi necessaria affinché tutti i lati di Cassie si chiarissero una volta per tutte. Questo ha portato gli showrunner ha sviluppare il tema del doppio di matrice hitchcockiana. Il recupero di una persona che da anni convive con un problema come l’alcolismo non poteva completarsi in solo otto puntate. Non si diventa una persona nuova dal giorno alla notte. Così, nel corso dei nuovi episodi, Cassie dovrà imparare ad accettare tutti questi pezzi di sé e iniziare, davvero, a riunirli in un’unica identità. Non è l’alcol a dover scomparire dalla sua vita, ma la voglia di bere, quella che sente quando vuole mettere a tacere le parti di sé che non vuole accettare.

Ti voglio bene, ma non mi piaci.

The Flight Attendant Sharon Stone

Il finale della seconda stagione di The Flight Attendant ci regala quindi una ripartenza. Una rinascita per tutti (quasi tutti: qualcuna trova la morte, qualcun’altra la prigione). La prima rinascita di Cassie, infatti, è stata soltanto una prova generale. Una rincorsa. In fondo è rincuorante. Nessuno, nella vita reale, risolve i suoi problemi con una manciata di puntate. L’hostess pareva rinata, ma era solo una falsa partenza. Tutti quegli anni di bugie, dette soprattutto a sé stessa, e il suo egocentrismo hanno presentato il conto nella nuova stagione. Alla fine, in aereo, le turbolenze sembrano essere davvero scomparse. Sobria da trenta giorni, e forse ispirata dal consiglietto che una piccola passeggera stringe tra le braccia (un animale guida della prima stagione), Cassie fa finalmente quella famosa chiamata.

Io sono difettosa, questa è la vera me: narcisista, stravagante. Non mi piaccio molto, ma sono fatta così.

The Flight Attendant (02X10)

Riparte da questa presa di coscienza. La bevanda preferita di Cassandra, infatti, non è l’alcol, ma i puzzle e l’adrenalina. Si tratta di una personalità buona e altruista, ma è talmente egocentrica da risucchiare coloro che entrano nel suo vortice. La seconda stagione ha vinto dunque una nuova scommessa: ha rincarato la dose di adrenalina e di eccessi e ha mantenuto lo stesso risultato piacevole. Riviviamo la stessa sensazione che una bomba stia per esploderci tra le mani e ritroviamo l’assortimento caotico, ma con più sangue, morti, doppi giochi, sosia, rapimenti, cadaveri, missioni della CIA, ex amanti e perfino le loro fidanzate psicopatiche.

La prima stagione riguardava l’onestà nell’ammettere finalmente che la parte oscura di sé stessi è lì e non può andare via. La seconda stagione, di conseguenza, doveva riguardare l’accettazione di tutte queste parti.

Steve Yockey

Torna l’uso, quasi compulsivo, dello split screen, che arricchisce la narrazione di pathos e suspense; ritroviamo quella fotografia luccicante e pastosa, una gioia per gli occhi, e ritorna la stessa sigla fumettosa, perché abbandonarla sarebbe stato il vero delitto. Con la seconda stagione di The Flight Attendant riassaporiamo, come per la prima volta, lo stesso cocktail di problemi di coscienza, commedia e giallo. Torna la colonna sonora meravigliosa, così come i costumi, le ambientazioni glamour di una Los Angeles urban chic, le location esotiche (questa volta in Islanda) e quegli elementi surreali, stranianti, ma esilaranti, come il Teddy bear che emerge dall’oceano. Un dettaglio, portavoce di un simbolismo azzeccato, che merita una standing ovation.

HBO Max non si è ancora espressa sul rinnovo della terza stagione de L’assistente di volo. Per quanto ci riguarda però – e considerando il finale davvero autoconclusivo – sarebbe meglio mettere un punto alle strampalate avventure di Cassie Bowden. La seconda stagione è stata un azzardo riuscito, ma riproporre ancora lo stesso cocktail potrebbe sortire effetti indesiderati. Kaley Cuoco ha dimostrato di avere ancora tanto da offrire sia come attrice che come produttrice. Ci piacerebbe vederla ancora, ma in un nuovo progetto altrettanto azzardato, divertente e strampalato.

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