Partiamo da un presupposto: The Following sta provando ad esplorare orizzonti nuovi. E verrebbe da dire ‘Finalmente’. Perchè dopo l’esperimento favolosamente riuscito con Joe Carroll, costruire tutto sulla falsariga di nuovi villains alla Carroll (surrogati di Carroll) sarebbe stato sbagliato. Ne avevamo parlato nello scorso articolo, ci torneremo durante questo articolo. Ora concentriamoci – rapidamente, e scandendo i momenti clou – sulla puntata.
La 3x08 ha due protagonisti: Theo e Joe Carroll. Il nuovo ed il vecchio. Uno più inquietante dell’altro. Perchè, e questa è un’autentica novità per la terza stagione, nella 3×08 si rivede anche il Joe Carroll pazzo e cattivo. Quello vecchio, insomma. Il bonario commediante lascia nuovamente spazio al serial killer più famoso e temuto d’America. Prima in sogno, poi nella realtà.
I fans di The Following hanno avuto un sussulto quando hanno visto Joe liberarsi dalle manette, indossare nuovamente la divisa da poliziotto, uccidere tutti quelli che gli stavano attorno ed uscire dal penitenziario impunito. Un fantastico flashback, che ci riportava indietro alla prima puntata dello show. Poi si vede Ryan che attende Joe e gli dice ‘Sali in macchina’ ed a quel punto, anche quelli che ancora non lo avevano capito, capiscono che si tratta – purtroppo – soltanto di un sogno. Dico ‘purtroppo’ perchè un Joe Carroll in libertà avrebbe creato sicuramente grande pathos ed interesse. Ma c’è anche da dire che sarebbe stato tremendamente irrealistico. Quindi forse è meglio cosi.
Joe è ormai ad un passo dall’essere giustiziato, e proprio nel Gran Finale sembra ritrovare un po’ di quella cattiveria e di quell’inquietudine che lo avevano inspiegabilmente abbandonato. Ha diritto ad un po’ di tempo all’aria aperta – sempre all’interno di 4 mura, ovvio – ed il suo controllore gli dice che Ryan Hardy si è rifiutato di presenziare alla sua esecuzione. Joe si rabbuia, come se si sentisse tradito dal suo più caro amico. E s’incazza. Sfogando la rabbia sullo stesso signore addetto a controllarlo, facendogli capire che sognerebbe di ucciderlo. Anzi, addirittura, che baratterebbe tutte le sue uccisioni precedenti per far fuori lui.
Ma se il vecchio torna alla ribalta con qualche exploit degno della sua fama, il nuovo avanza. Theo è sempre più inquietante. Intelligente da far spavento, super-polivalente. Uccide i due vicini di casa facendo pensare si sia trattato di un omicidiosuicidio. Li uccide perchè soprattutto la vicina stava insospettendo troppo sua moglie rispetto alle attività fuori città di Theo. Intanto l’FBI riesce a scovare la sua foto, scoprendo una delle sue identità fake, ma lui s’infiltra nel server e gliele cancella tutte. Ryan e Mike giungono nella sua teorica casa, ma Theo una sorpresa in serbo per loro: una bomba. Gli agenti si salvano, vanno con Gina a casa di un avvocato che aveva coperto Theo, lo ammanettano, scoprono qualcos’altro sul suo conto e riescono ad arrivare alla sua vera casa natia tramite un collegamento con l’uccisione dei vicini.
A quel punto Theo fa una cosa inaspettata: uccide tutta la sua famiglia e scappa. Quando l’FBI arriva, scopre che i bambini sono ancora vivi. Theo dice alla moglie (finta moglie?) che proteggerà il loro futuro, cosi come proteggerà tutti gli altri futuri che lui si è costruito. La famigliola era soltanto un tassello del puzzle infinito di Theo, che a quanto pare si crea vite parallele su vite parallele senza aver pietà dei suoi ‘cari’ quando capisce che è arrivato il momento di tagliare la corda. La puntata si chiude con una telefonata tra Theo e Ryan, dove il villain lo ammonisce: se non la smette di inseguirlo, distruggerà la sua vita pezzetto dopo pezzetto. Come ha fatto con tutti quelli che ci hanno provato prima di lui. Musiche tetre, Theo fugge in macchina. E Ryan sembra spaventato per la prima volta nella sua vita.
Insomma, The Following sta crescendo e per farlo ha deciso di cambiare marcia. Un’evoluzione necessaria, come abbiamo scritto nella precedente recensione. Certo, questa storia non ha niente a che vedere con quella favolosa della prima stagione, ma il cambio di prospettiva è azzeccato ed apprezzabile. Theo è completamente diverso dai villains precedenti. Non è un po’ mostro un po’ amico. Non è come i vari Carroll, Grey e Strauss, gente che si costruiva attorno una rete di followers che rispettava ed amava come se fossero una vera e propria famiglia. Theo è un uomo solo, che si basta da solo, che si circonda di qualche persona solo ed esclusivamente se gli serve, e non ha problemi a sbarazzarsene quando l’utilità viene meno. Theo non vuole gloria o fama, Theo vuole soltanto uccidere. Theo è un serial killer nel senso più inquietante del termine. Da questo momento in poi, Ryan non avrà più il culo coperto come ai tempi di Joe, dove sapeva di potersi permettere qualunque cosa che tanto ci avrebbe pensato quel pazzo bipolare di Carroll ad evitare che qualcuno gli togliesse la vita. Se Ryan continua ad inseguirlo, Theo lo ucciderà senza pietà. Lo distruggerà. Piece by piece.
(Un saluto agli amici di The Following Italia!)