The Following mostra come creare uno dei dualismi seriali più affascinanti, morbosi e incredibili: Joe Carroll l’ex professore di letteratura, diventa un magnetico ed eccentrico serial killer con la predisposizione al femminicidio; l’uomo è anche ossessionato dalla scrittura di un suo romanzo autobiografico e Ryan Hardy, ex agente F.B.I. è il suo antagonista ed artefice del primo arresto , risalente ad otto anni prima .
Joe Carroll l’adulatore e il carismatico, ha una passione per il grande autore Edgar Allan Poe, Joe è un serial killer con la sublime dialettica e profonda cultura letteraria. Carroll vuole scrivere il suo romanzo autobiografico, ma la stesura della sua opera è incompleta, necessita di un incredibile colpo di scena per soddisfare l’avidità di ogni tipologia di lettore. Questo è il motivo iniziale dell’escalation di violenza e terrore che la sua mente partorirà; Joe Carroll riesce a manipolare una guardia carceraria, ucciderla brutalmente insieme ad altre ed evadere dalla prigione con le vesti della stessa vittima.
L’episodio pilota di The Following è uno dei massimi esempi di incipit seriale perfettamente riuscito. Impossibile dimenticare lo sguardo orgogliosamente perfido di Joe Carroll, le note piacevoli, disturbanti e malignamente seduttrici di “Sweet dreams” e il primo piano sul volto incredulo e turbato di Ryan Hardy, che comprende che la sfida con il killer è solo all’inizio. Il pilot della serie è sotto ogni punto di vista un episodio monumentale.
La confusione e la violenza tra vita reale e stesura del suo romanzo si confondono nella mente dell’omicida, che non solo appaga il suo istinto sanguinario ma è fermamente convinto che lo sviluppo dell’opera letteraria ne trarrà beneficio. Carroll è un killer megalomane, ossessionato dall’estetica (megalomania estetizzante) egli è inoltre lucidamente convinto della funzione poetica della sua esistenza e ha come riferimento massimo le opere gotiche di Edgar Allan Poe, anima morta in pena e miseria per la sua sfrenata passione alcolica e per un inguaribile stato di depressione.
Joe Carroll è un artista con tratti simili a Poe e a molti personaggi delle sue opere, l’uomo disturbato e “il genio della perversione” (The Imp of the Perverse), la tendenza all’autodistruzione (The Tell-Tale Heart, Il cuore rivelatore) e l’amore infinito per la letteratura e la poesia. Carroll è indubbiamente uno dei migliori soggetti seriali di sempre.
Ryan Hardy nel corso delle stagioni deve lottare con un nemico più ingombrante e ostico dello stesso Joe, ovvero il suo stesso autocontrollo. Joe è un provocatore, calcolatore, nonchè feroce assassino che crede di poter manovrare chiunque come un burattino; Joe-Ryan non è solo uno scontro logico o una rivalità, ma è un vero e proprio meccanismo vitale simile ad un gioco instabile che si profila nella mente disturbata del killer. Carroll vuole manovrare, distruggere, amare e giocare con i suoi personaggi, come ogni scrittore fa con i suoi, la confusione della realtà e i soggetti intesi come vittime innanzitutto psicologiche, prima che fisiche. Ryan Hardy deve salvaguardare anche le vite delle persone a lui vicino, da Claire, alla nipote Max e al suo giovane collega Mike .
Il fascino, la capacità persuasiva permettono all’assassino di assoldare altri soggetti disturbati, Joe Carroll crea grazie al web un esercito di pericolosi soggetti disposti a tutto, i suoi disturbati followers. The following mostra cosa sia la paura della lucidità calcolatrice del male, che non è la violenza di un semplice singolo, ma è la coordinazione di una moltitudine preoccupante di personalità malvagie pronte a tutto per la venerazione verso Joe.
La prima stagione di The Following è ricca d’azione e forti colpi di scena assolutamente imprevedibili, i soldati di Joe portano ulteriore scompiglio e creano all’Fbi numerosi problemi. Dopo la prima ottima stagione, si inizia a percepire un senso ripetitivo verso il susseguirsi degli eventi, comunque le ottime prestazioni recitative di uno strepitoso James Purefoy e di un ottimo Kevin Bacon riescono a in parte a coprire questi difetti. In definitiva, The following è un buon prodotto per gli amanti del genere thriller\crime, con tre stagioni seriali (45 episodi totali), che merita indubbiamente di essere visto. Come ogni rimpianto si avverte una dispersione dell’enorme potenziale non sfruttato a pieno, una serie che avrebbe potuto essere qualcosa in più ed invece va a confluire tra le tante buone, ottime e imperdibili per gli amanti del genere, ma senza ergersi tra le somme vette seriali.
La dicotomia e il rapporto Joe-Ryan deve avere altre motivazioni per essere ancora più convincente, da qui il ruolo di Claire Matthews l’affascinante bionda ex moglie del killer, che si è avvicinata sentimentalmente proprio al detective Ryan Hardy. Ora, nel romanzo di Joe, c’è veramente di tutto: odio e amore, psicologia ben marcata, vendetta, rivalità d’amore, sentimentalismo e violenza, molti ingredienti perfetti per instaurare un rapporto vincente tra lettore e autore.
Spiegare il rapporto tra Carroll e Hardy è una difficilissima operazione, la visceralità dell‘odi et amo non riesce a racchiudere il tutto; la tipica sindrome di Stoccolma con un morboso rapporto di stima ed empatia tra vittime e sequestratori, colpevoli e innocenti può rappresentare al massimo una buona via di mezzo. Joe e Ryan finiscono col diventare un’unica essenza, la purezza e la ferinità della stessa anima. I loro nomi si associano e si confondono per sempre, l’inesistenza di un individuo senza il suo nemico e senza il suo opposto naturale. Quanto mai profetiche sono queste parole:
“Quando io morirò, anche tu morirai”
(Un saluto agli amici di The Following Italia )
Davide Settembrini