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The Gilded Age ha la tipica classe delle serie HBO

The Gilded Age
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Il grande prestigio americano e gli anni d’oro degli USA fanno da sfondo a The Gilded Age: serie tv di genere storico – period drama per i più sofisticati – che ripercorre la vita di Marian Brook, appena approdata nella nuova America in piena età dorata, dove viene accolta dalle benestanti zie nella loro lussuosa vita a New York. Carrozze e vestiti principeschi, Manhattan si presta a eleganza e raffinati eventi mondani; qui la classe aristocratica americana non manca di servitù e atteggiamenti snob mascherati da sorrisi smodati. Marian Brook, la protagonista della serie tv The Gilded Age, scopre l’importanza della buona etichetta, restare composta mentre sorseggia il tè pur di non scalfire l’enorme prestigio sociale della sua famiglia che è stato raggiunto cogliendo l’onda del progresso che avanza velocemente. Impossibile non restare affascinati dagli estrosi atteggiamenti degli aristocratici americani, dal nuovo mondo che apre le porte a nuove incredibili occasioni e opportunità dove, per ovvie ragioni, sono immancabili gli scandali e i drammi che arrivano fino alle orecchie della onnipresente servitù: maggiordomi, cameriere e dame di compagnia, accompagnano ovunque i ricchi benestanti e sorridono timidamente quando origliano dei nuovi scandali in città, ma sono sempre loro a mantenere luccicanti le loro vite e i loro maestosi palazzi ottocenteschi.

The Gilded Age, ora promossa alla sua terza stagione, vista anche l’altissima richiesta da parte del pubblico, è disponibile sulla piattaforma HBO. In Italia, quindi, è possibile vederla sottoscrivendo un abbonamento a NOW e/o Sky. L’alta qualità della serie tv rispecchia perfettamente il catalogo proposto dalla piattaforma e quasi in maniera insospettabile, spiega il passaggio dalla produzione NBC a quella di HBO che ne ha realizzato un’eccellente prima stagione, seguita da una seconda stagione altrettanto meritevole.

Da Downton Abbey a The Gilded Age

La serie tv The Gilded Age appartiene all’universo creativo dello sceneggiatore Julian Fellowes, noto al pubblico per il suo period drama di maggior successo Downton Abbey, ambientato invece nell’ancora soleggiata Inghilterra di primo novecento. Con The Gilded Age ci si sposta oltre oceano per raccontare quello che inizialmente, nel 2012, doveva essere un romanzo e invece, nel 2018, è diventata prima una sceneggiatura e poi, finalmente, una nuova serie tv. Dopo aver salutato la famiglia Crawley, Fellowes non si è di certo fermato: ed è così che ha preso forma, fino a diventare maestosa, The Gilded Age.

Julian Fellowes è una sicurezza per i fan del period drama, tanto che gli basta una penna e un’ambientazione di storico prestigio per realizzare spettacolari serie tv che coinvolgono gli spettatori nelle storie delle sue estrose famiglie, con servitù annessa. E in HBO la nuova creatura di Fellowes The Gilded Age brilla splendente, rispecchiando la classe tipica delle serie tv della piattaforma.

Guardando il catalogo proposto da HBO, saltano subito all’occhio grandi classici della serialità: Game of Thrones, True Detective, Sex and the City, ma anche le più moderne The Last of Us, The White Lotus e l’ultima pluripremiata ai Golden Globes e agli Emmy Awards, Succession. Si tratta di tutte serie tv di generi e tematiche narrative completamente differenti, ma tutte di altissimo livello: sceneggiatura e fotografia impeccabili, prove attoriali magistrali, tanto che anche chi non si definisce un cultore critico della serialità moderna non può che trovarsi d’accordo con la constatazione che le produzioni HBO siano eccellenti come poche. Sicuramente favorito da un budget con molteplici zeri, il catalogo HBO ripaga il suo pubblico, proponendo una varietà eccelsa di serie tv – e film – che accontentano i gusti di tutta la famiglia. Con la presenza di The Gilded Age, HBO regala una perla dorata agli spettatori ingordi di drammi d’altri tempi, tra cui la sottoscritta. La serie, oltre a ripercorrere fedelmente i canoni del genere period drama, vanta un ottimo livello di scrittura e un’accurata realizzazione tecnica.

The Gilded Age

Gli scandali in città e il progresso storico

Scegliere un solo motivo per guardare The Gilded Age è riduttivo, ma nello sfortunato caso in cui i drammi e le chiacchiere sussurrate tra guanti di seta non facessero al caso vostro, tra i motivi per apprezzare e dare una chance alla serie tv di Fellowes troviamo la sua precisa accuratezza storica degli eventi che si svolgono a New York in piena età d’oro: le radicali distinzioni sociali nascoste dal finto perbenismo, la questione razziale che si fa forte dei turbamenti lasciati dalla guerra di secessione, ma anche l’inarrestabile progresso tecnologico che copre con i primi fumi neri il luccichio dorato di New York. Le insidie e le controversie dell’alta società americana, elogiano le invenzioni di Edison e le poesie proibite di Oscar Wilde – quest’ultimo guest star della serie tv. Tra i vari ricevimento e i pranzi tra parenti, le famiglie Russell e Brook, hanno modo di confrontarsi su temi sociali e culturali, anche grazie alle illustri presenze del calibro di Booker T. Washington, primo presidente dell’università dell’Alabama storicamente per “persone nere” e Sarah J. Garnet, preside afroamericana che ha avuto particolare influenza sul sistema scolastico di New York.

Così The Gilded Age, non ha solo la tipica classe delle serie HBO, che brillano per eccellenti qualità tecniche su più fronti, ma anche quella del buon period drama, che diventa moderno attraverso discorsi e dialoghi sulle questioni ancora oggi attuali.

The Gilded Age: non bisogna paragonarla a Downton Abbey