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The Glory: eppure non è semplice vendetta

The Glory
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The Glory è la serie tv sud coreana scritta da Kim Eun-sook e diretta da Ahn Gil-ho, che ha spopolato su Netflix. Il k-drama è stato suddiviso in due parti, la prima approdata sulla piattaforma streaming il 30 dicembre del 2022, e la seconda (attesissima) lo scorso 10 marzo di quest’anno. The Glory è l’ennesimo colpo ben assestato del k-drama. È una serie tv coinvolgente di cui non potrete più fare a meno già dopo un paio di episodi.

Con The Glory assistiamo alla lenta e premeditata vendetta di Moon Dong-eun. Un progetto che si snoda un passo alla volta, mentre cerchiamo di prevedere ogni sua mossa e comprendere il suo piano complesso.

The Glory
The Glory – Netflix (640×360)

La trama di The Glory è in bilico tra passato e presente, con i continui flashback che ci mostrano squarci di un trauma che ha la sua origine tra i banchi di scuola. Nel 2004, infatti, la giovane Moon Dong-eun ha subito continui e violenti atti di bullismo da parte di un gruppo di ragazzini ricchi, viziati e senza scrupoli. A volte ci sembra quasi di sentire le cicatrici bruciare sul corpo, vogliamo che la protagonista sia in grado di superare le ferite del passato, assorbirle e finalmente vivere.

Allo stesso tempo, però, iniziamo a bramare il compimento della sua vendetta con la stessa ardente determinazione della protagoista diThe Glory.

Il bene e il male si mescolano in una danza fatta di astuzia e premeditazione. Moon Dong-eun, interpretata da un’incredibile Song Hye-kyo, agisce sempre di riflesso. Diventa la burattinaia che orienta i suoi burattini, ma non si sporca mai le mani. Moonn Dong-eun prepara il terreno affinché siano gli stessi carnefici a incastrare se stessi.

The Glory fa sì che ci addentriamo in questo intricato labirito di bugie, in cui gli scheletri nell’armadio diventano sempre più grandi e spaventosi. Ma la vendetta non è l’unica protagonista.

The Glory
The Glory – Netflix (647×426)

Moon Dong-eun non sa cosa sia l’amore e, soprattutto, non sa cosa significhi essere amata. L’amore e la solitudine sono presenti e preponderanti nel k-drama di Netflix tanto quanto la vedetta e la violenza. La protagonista di The Glory ha il costante terrore che chi le sta intorno sia pronto a pugnalarla alle spalle alla prima occasione utile. Moon Dong-eun ha sperimentato il tradimento e l’abbandono e questa, probabilmente, è la ferita che brucia più di tutte.

Lei non pensa di poter trovare anime affini alla sua, quasi come se quelle ustioni fossero penetrate al di là del corpo. D’altronde il desiderio di vendetta era l’unica cosa che le impediva di togliersi la vita.

Per tutti, però, c’è un punto di svolta. La vita a volte sorride quado meno ce lo aspettiamo. Dietro l’angolo, oltre la diffidenza e la solitudine, c’è un fiore che sboccia e profuma di speranza. Solo a quel punto anche Moon Dong-eun si sentirà pronta a spogliarsi di quei vestiti che, per lungo tempo, sono stati maschera e scudo di se stessa.

The Glory non è semplice vendetta, è umanità.

the glory
The Glory – Netflix (640×427)

L’umanità che c’è tra i vapori poveri di una lavanderia, e l’umanità che resiste dietro il camice di un’infermiera tra le mura di un liceo malato, o dietro il volto di un finto sconosciuto che ogni giorno ti insegna a giocare a Go.

D’altronde, ciò che ci lega in maniera così profonda a The Glory è l’empatia e la curiosità di vedere fino a che punto i protagonisti riescono a spingere la loro vita e le loro menzogne. Il k-drama di Netflix è un vero e proprio thriller che non ci lascia tregua. La visione ci rende famelici e impazienti di venire a capo delle vicende a cavallo tra presente e passato.

Arriviamo al punto in cui proviamo quasi pena per quei bulli spocchiosi che, alla fine, non hanno mai saputo davvero cosa sia la felicità. Quel sentimento che è volatile e colorato come una semplice birra in compagnia della persona amata, mangiare del cibo confezionato in un discount mentre si guarda il mondo scorrere dietro la finestra, o il riflesso di Kang Hyeon-nam (interpretata da Yeom Hye-ran) con il suo rossetto rosso.

Il bene e il male si fondono e non comprendiamo più quale sia l’uno e quale sia l’altro, in un mondo in cui vale solo la morale dell’occhio per occhio, dente per dente.

Eppure la morale di The Glory è che dal bene e dai piccoli atti di generosità sboccia sempre qualcosa di profumato, come nel giardino della signora che ha affittato l’appartamento a Moon Dong-eun. Dal male, prima o poi, ritorna sempre e solo altro male.

A questo si aggiungono i personaggi di The Glory che sembrano finiti in questa ragnatela di segreti quasi per sbaglio, e ne subiscono gli effetti collaterali.

The Glory – Netflix (640×360)

Penso al marito e alla figlia della spietata Park Yeon-jin. Padre e figlia, infatti, non hanno colpa alcuna se non quella di essere relazionati alla malvagia meteorologa.

Più complesso è il discorso se pensiamo all’affascinante Joo Yeo-jeong, il boia pronto a danzare con la spada della vendetta. C’è tanto ancora da scoprire di questo personaggio, e sfido chiunque a non innamorarsi istantaneamente e follemente di lui. Sembra l’uomo perfetto ma intuiamo che dietro la maschera della perfezione c’è qualcosa di più. Magari le sue cicatrici non sono visibili quanto quelle di Moon Dong-eun, ma non per questo fanno meno male. L’unica cosa di cui siamo certi è che abbiamo profondamente bisogno della seconda stagione di The Glory.