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Eleanor e Chidi si sono aggiustati a vicenda

The Good Place
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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di The Good Place

Tanto si è detto su The Good Place e tanto si è discusso intorno alla serie, soprattutto intorno alle ultime stagioni (che comunque hanno saputo chiudere nel modo giusto). Possono aver deluso qualcuno, come possono aver convinto qualcun altro, ma la certezza della qualità del prodotto non si mette in discussione. A cinque anni dall’ultima puntata, quella puntata finale che ci ha lasciato totalmente spaesati e completi, The Good Place merita di essere visto e rivisto.

Forse ci mette qualche puntata a carburare e, per i neofiti potrebbe essere difficile entrare nel mood giusto. Ma quello che vi possiamo assicurare è che ne vale assolutamente la pena.

Se non altro, per lasciarsi coinvolgere nella filosofica e malinconica vena ironica che The Good Place porta avanti dalla prima puntata. Perché, a un primo sguardo, potrebbe sembrare una serie leggera e divertente (e lo è anche) ma The Good Place nasconde moltissime risorse in più. C’è una forte componente ironica che gioca molto, però, con una altrettanto preponderante componente filosofica e razionale. E non pensiamo solo al personaggio di Chidi, che è quello che nell’immediato ci conduce su questa via, bensì anche a quello di Eleanor (Kristen Bell) e dei personaggi secondari. In qualche modo, tutti in The Good Place hanno lo stesso obiettivo: essere la versione migliore di se stessi.

E Eleanor Shellstrop e Chidi Anagonye sono, loro malgrado, le guide che porteranno tutti a raggiungere l’obiettivo più complesso di tutti. Eleanor arriva di fronte a Michael, in quella che sembra essere la parte buona, convinta di essere una persona avida e piuttosto cinica. Sa di non meritarsi la parte buona ma parte dell’inganno di Michael consiste nel farle credere il contrario. E Eleanor, ferma sull’idea che ha di sé, fa finta di niente. Finché non incontra Chidi che, come lei, deve affrontare i suoi demoni per conquistarsi il posto che sa di non meritare nella parte buona. Anche se, a un certo punto, scopriamo che quella architettata da Michael non è la parte buona, Eleanor e Chidi rimangono saldi sull’idea che hanno avuto all’inizio.

The Good Place
credita: Universal Television

Migliorare il loro carattere e il loro temperamento può solo giovare loro. Come a tutti i personaggi che li circondano, da Tahani a Jason per arrivare poi anche a Michael stesso e a Janet.

Il percorso che Eleanor e Chidi intraprendono insieme anche se al contempo individualmente, è un percorso tortuoso che non ha una fine ben delineata ma che si basa soprattutto sull’importanza del viaggio. Sull’importanza del cambiamento. Per quanta paura possa fare e per quanto possa essere pericoloso.

Quella tra Eleanor e Chidi non è solo una storia d’amore, anzi. Prima di essere una storia d’amore è almeno altre tre cose: è una relazione di scambio intellettuale, è uno scontro di mondi diversi, è un incontro casuale ma efficace allo scopo prefissato. Se Eleanor parte da persona imperfetta e arriva a comprendere quanto le sue imperfezioni possano giocare a suo favore, è solo merito di Chidi. E allo stesso modo se Chidi nasce come eterno insicuro attanagliato dai suoi mille demoni e riesce a far pace con la parte più fragile di sé, è solo grazie a Eleanor.

I due si completano in maniera sentimentale, ma ancora prima in modo congeniale a entrambi, e poi anche all’universo intero, al cambiamento positivo.

Quel cambiamento che inizialmente può sembrare sbagliato, che può sembrare troppo correttivo di qualcosa che non va corretto. Ma in realtà, altro non è che un cambiamento necessario a svelare la vera natura dell’essere umano che è un animale sociale e, in quanto tale, ha bisogno dell’altro per vivere e sopravvivere. Eleanor e Chidi, entrambi fermi sulla loro individualità (anche se in modi molto diversi), comprendono l’importanza della presenza l’una dell’altro.

The Good Place
credits: Universal Television

A prescindere dal sentimento, che infatti inizialmente non esiste e non viene sottolineato più di tanto. Ma che arriva, quasi inevitabilmente, quando i due iniziano a conoscersi talmente tanto nel profondo da non potersi slegare mai più. Persino quando saranno costretti a farlo. Laddove il cinismo di Eleanor non le permette di vedere oltre una certa soglia, subentra lo sguardo altrove di Chidi. Quello sguardo ampio sull’umanità che però Chidi conosce solo grazie alla filosofia e al pensiero critico. Ed è in quella mancanza di esperienza di Chidi che si infila Eleanor con la sua forza tangibile, la sua conoscenza del mondo per quello che è, un posto imperfetto e reale.

In questo modo, i due si conoscono a vicenda e si analizzano nella loro complessità, cercando il modo migliore per entrambi di cambiare. Spesso, soprattutto all’inizio, senza nemmeno rendersi conto dell’importanza che tutto questo può avere.

Per le loro identità, per quelle dei loro compagni di viaggio e per l’umanità intera. Eleanor e Chidi arriveranno a essere talmente importanti l’una per l’altro da essere fondamentali e necessari per l’universo. Arriveranno a essere gli unici a capire davvero la necessità del cambiamento, solo in virtù del fatto che per primi hanno avuto il coraggio di affrontarlo.

Un po’ come succede per le leggi dell’universo, quando due poli opposti si avvicinano tra loro, si attraggono. Non c’è un grande discorso da fare intorno, la fisica ci dice che una carica positiva attrae una carica negativa e così può avere vita l’energia. Nel caso di The Good Place non possiamo parlare di forza negativa e forza positiva, perché quello che ci insegnano Eleanor e Chidi è anche che la via di mezzo è assolutamente qualcosa di cui tenere conto.

Che nel mondo abitato dagli umani non può essere tutto bianco o tutto nero, c’è sempre una gamma di grigi da considerare. The Good Place, invece, ci mostra una forza A e una forza B, che sono molto differenti tra loro e che quindi devono necessariamente attrarsi, per ridare energia alle loro vite e all’universo.

Non esiste un’opzione diversa, nemmeno se The Good Place tenta di farcelo credere. Anche quando si separeranno (sempre per il bene comune) Eleanor e Chidi avranno modo di connettersi, trovano sempre il modo di riconnettersi (come fossero vere e proprie anime gemelle). Perché il loro compito di automigliorarsi e di migliorare chi li circonda è troppo importante, non può essere trascurato. Contrastare il negativo, prima Michael e poi Shawn, è l’obiettivo di Eleanor e Chidi.

The Good Place
credits: Universal Television

Persino mettendo il loro bene in secondo piano. La stessa Eleanor, egoista e egoriferita, non avrebbe mai pensato di anteporre il benessere degli altri davanti al suo e, in modo diverso, Chidi non sarebbe mai stato in grado di sciogliere il nodo morale che questa decisione avrebbe portato con sé. Solo grazie alle lezioni che l’uno impartisce all’altra, Chidi di filosofia e pensiero critico e Eleanor di lezioni di vita vera, i due possono comprendere cosa significhi sacrificarsi e cambiare nel verso giusto.

Solo insieme, insomma, hanno una possibilità di crescere come individui. E di raggiungere quella porta che tanto ci ha lasciato con l’amaro in bocca, dietro la quale c’è l’ignoto e che si sorpassa solo con la consapevolezza.

Non è un caso, infatti, che Eleanor e Chidi non arrivino insieme a quella consapevolezza e che di fronte a quella porta ragionino sul loro destino. Chidi, che ormai ha interiorizzato i suoi difetti e li ha resi delle risorse, è pronto proprio in virtù dell’amore per Eleanor. Quest’ultima, invece, ci mette di più, perché tutto quello che ha raggiunto è difficile da lasciare andare. Anche se saranno proprio i suoi nuovi valori a permetterle di fare quel passo in avanti. Verso Chidi, perché un’alternativa non esiste.

The Good Place: la spiegazione del finale