Janet (D’Arcy Carden) e Jason (Manny Jacinto) sono due personaggi di The Good Place che potremmo descrivere citando la sigla del cartoon Mignolo col Prof: uno è un gran genio e l’altro un idiota. Tanto diversi da ritrovarsi stranamente vicini.
*Se non avete ancora visto The Good Place, vi consigliamo di non proseguire nella lettura per evitare di imbattervi in qualche succoso colpo di scena.*
The Good Place è una piacevolissima scoperta. Una sitcom che rompe le classiche dinamiche proponendo in chiave comedy degli argomenti che di divertente non hanno proprio nulla. Per tutti gli appassionati di filosofia e di etica questa serie tv è una ventata d’aria fresca, la conferma che si può godere di un intrattenimento leggero che allo stesso tempo insegna e fa riflettere. Il creatore Michael Schur ci aveva già dato un assaggio del suo talento in progetti come The Office e Parks and Recreation, ma con questa serie – che ha ideato, scritto e prodotto – conferma una volta per tutte il suo genio creativo.
Gli accostamenti improbabili sono l’essenza di The Good Place.
Il matrimonio tra comedy e filosofia è stato un azzardo decisamente ben riuscito, ma The Good Place è piena di accostamenti illogici che forniscono però dei preziosi spunti di riflessione. A partire dalla scelta di Michael (Ted Danson) di inserire nel suo esperimento quattro soggetti che riteneva essere incompatibili ma che contro ogni logica finiscono per legare; pensiamo alla storia tra Eleanor (Kristen Bell) e Chidi (William Jackson Harper), ma anche all’amicizia tra Eleanor e Tahani (Jameela Jamil). Insomma tutto in The Good Place vuole farci riflettere sulla massima che gli opposti si attraggono.
A pensarci bene però la serie vuole dimostrare tutto il contrario: se questo discorso vale in fisica e in chimica, la stessa cosa non si applica alle relazioni personali. The Good Place ci suggerisce di andare al di là delle apparenze per concentrarci sull’essenza delle persone, quelle che nel profondo sono simili a noi anche se in superficie sembrano essere diverse.
Ed è proprio la strana coppia Jason e Janet a dimostrarcelo, in un modo decisamente paradossale.
I due personaggi sembrano così estremi che in realtà sono molto simili. La loro unione trae ispirazione da ciò che sosteneva Cusano, il quale ci spiega che se un cerchio venisse dilatato all’infinito, tutti i suoi componenti finirebbero per coincidere. Il loro amore è vero e si manifesta nella forma più sublime, è un’estasi divina, un ricongiungimento con l’universo.
Jason e Janet sono due creature talmente opposte che finiscono per essere uguali.
Entrambe hanno bisogno di qualcuno che le comprenda e che possa tradurle. Lei vive in una dimensione tutta sua, lui anche. È vero, in superficie sembrano incompatibili: Jason è fisicità, istinto ed è seguace dell’act now, think later mentre Janet è solo pensiero e conoscenza. Ma insieme si completano e acquisiscono una nuova percezione della realtà. Sono due facce della stessa medaglia e l’una aggiunge quel tassello che manca all’altro.
Janet impara a comprendere l’essenza umana mentre Jason prende confidenza con il ragionamento logico. La loro unione, che all’inizio ci sembrava assurda, è invece perfetta perché priva delle stupide incomprensioni e del dramma spesso insito nei rapporti umani. Presi singolarmente sono soli, incompresi, gentili e, in modo diverso, ingenui, ma insieme formano una creatura perfetta dotata di una conoscenza totale dalla realtà.
Nell’episodio 04×08, Il funerale perfetto, Janet ci spiega in modo inequivocabile perché si è innamorata di un ladruncolo non tanto sveglio di Jacksonville.
Jason è stato il primo a chiedermi dei miei sentimenti. Non ne avevo ancora provati, ma lui mi ha invogliata. Solo io riuscivo a vedere che aveva qualcosa di speciale dentro. Una massa informe e colorata di positività dietro allo sterno. Il mio Jason è questo: un arcobaleno informe racchiuso in una action figure a grandezza naturale.
Il loro rapporto supera ogni cliché romantico, brucia le tappe obbligate delle relazioni sentimentali terrene e funziona perché si basa sulle uniche cose che dovrebbero contare davvero: il rispetto e la profonda conoscenza reciproca. Nonostante Jason non sia noto per la sua sagacia, riesce a riconoscere da un piccolo dettaglio che quella Janet non è la sua ragazza, ma è quella della parte cattiva.
Janet però non è umana. Forse è per questo che il loro rapporto funziona così bene.
Eleanor e Chidi hanno rischiato in ogni riavvio di non stare insieme, complice la tanto umana indecisione del professore, mentre Tahani non si pone più di tanto il problema di trovare un fidanzato. La storia d’amore più felice che ci offre The Good Place è proprio quella tra un umano scemo e un’interfaccia tecnologica in cui è condensata ogni informazione dell’universo.
La serie distrugge l’idea occidentale di Paradiso, rende l’eternità noiosa e si beffa del concetto di anima gemella predestinata smontando l’idillio dell’amore da favola.
Allo stesso tempo però ci fa riflettere sullo scopo dell’esistenza e ci dà qualche dritta anche per trovare quello che più si avvicina al vero amore. Ci invita a mettere da parte l’idealismo, a smettere di credere alle sciocchezze sull’anima gemella, sui tira e molla tormentati e sulla travolgente passione in stile hollywoodiano. Dimostra che per trovare l’amore dobbiamo ricercare qualcuno che – anche se all’apparenza sembra diverso da noi, noioso e lontano dal nostro modello ideale – ci capisce, ci valorizza e ci spinge a essere migliori.
Proprio come è successo a Eleanor Shellstrop e Chidi Anagonye, la cui unione non è scontata ma funziona, anche se è imperfettamente umana. Nel profondo hanno più cose in comune di quanto pensano e, anche se sulla Terra non si sarebbero sfiorati neanche per caso in un bar, lavorando insieme riescono a costruire la loro prima relazione seria.
La storia d’amore ideale fatta di otto milioni di baci tra Janet e Jason è possibile solo se ci sbarazziamo di ogni imperfezione umana, del dubbio, dell’incertezza, dei drammi, dell’egoismo e alle aspettative irrealizzabili. Forse la coppia più ovvia sarebbe stata quella tra Janet e Chidi, ma se riflettiamo bene il rapporto tra il genio e l’idiota è molto più sensato e si alimenta di immediatezza, spontaneità, abnegazione e accettazione di qualunque scelta personale. Pensiamo a come reagisce la non ragazza quando il suo amato decide di varcare la porta nell’ultima stagione.
L’unica possibilità di aver un rapporto puro, equilibrato e felice come il loro è stare con qualcuno che di umano non ha proprio nulla, appunto una Janet.
La loro storia d’amore ci appare illogica non perché i due sembrano essere troppo diversi, ma perché segue delle dinamiche non umane alla quali non possiamo essere abituati. Si tratta di una relazione perfetta proprio perché é fatta di immediatezza e di scelte semplici: non c’è conflitto, la spontaneità di Jason si fonde con l’infinita conoscenza di Janet dando vita a un rapporto che non ha bisogno di nient’altro per esistere.
La loro relazione è un’utopia, realizzabile solo se ci sposiamo con un’intelligenza artificiale. In tal caso, Alexe e Assistenti Google dell’universo, tenetevi pronti!