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La spiegazione del finale di The Good Place

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Com’è possibile concludere una delle più innovative comedy degli ultimi anni?

È questa la domanda che i fan di The Good Place si sono fatti durante la visione (e alla quale abbiamo provato a rispondere qua). La serie sull’aldilà prodotta da Michael Schur è andata in onda per quattro stagioni e ha rivoluzionato nel suo piccolo il mondo delle serie tv. Una comedy così spensierata, con un registro di dialogo creato ad hoc per le censure, ma che affronta temi profondissimi con una grande sicurezza.

Potremmo quasi definirla blasfema, ma le darebbe una connotazione negativa che non merita: più appropriato definirla sovversiva.
La vita dopo la morte, ciò che è giusto e sbagliato, l’amicizia, l’onestà, la fiducia, l’amore, l’altruismo: tutti questi argomenti dovevano convogliare verso un singolo grande finale. Qualcosa che neanche The Good Place poteva gestire.

Ed è per questo che per far funzionare il suo finale, The Good Place è cambiata sulla linea del traguardo. Ha adottato un tono più serio, quasi abbandonando la comicità. Ma al netto del risultato non ce la sentiamo di fargliene una colpa. Oggi siamo qui proprio per parlare di tutto ciò che sta dietro alla puntata conclusiva della serie che, come è sempre stato in passato, ha una profondità assurda. In questo episodio ancora di più.

La grande verità nascosta che ci nascondeva The Good Place è una, ed è ironica. Il “Paradiso” esiste, ed è veramente un posto dove fare quel che vuoi. Solo che diventa ripetitivo farlo per l’eternità. Al punto che vivere lì potremmo definirlo come un cessare di esistere, ma lo vedremo dopo. Ora andiamo a sviscerare il finale, personaggio per personaggio.

Iniziamo con Chidi e Jason.

Due personaggi agli antipodi sulla Terra all’inizio della serie, accomunati dal fatto che la scelta che prendono dimostra un’incredibile evoluzione da parte di entrambi. Jason, senza giri di parole, è stupido. Michael lo definisce letteralmente la persona più stupida che abbia mai conosciuto. Ed è ironico che sia proprio lui a comprendere per primo il senso di pace che serve per essere pronti a passare oltre. Vive il suo paradiso al massimo, divertendosi come un matto per un’infinità di tempo, fino a comprendere che quello non è più il suo posto. Jason è maturato tantissimo nel corso delle stagioni, e vederlo dare agli altri una spiegazione così profonda è incredibile.

E parlando di evoluzioni inaspettate, chi avrebbe mai pensato che l’uomo più indeciso al mondo sarebbe riuscito a prendere la decisione definitiva senza ripensarci nemmeno una volta? Chidi ha trovato l’amore in Eleanor. Eppure nulla, neanche lei, riesce a fargli dubitare della scelta di passare oltre. Non è egoismo, non è saccenteria, non è neppure superiorità. Quello a cui arriva Chidi è una pace dei sensi che gli dona sicurezza per una delle pochissime volte nella sua vita. O meglio: della sua morte. Perché a un certo punto anche la sete di sapere dell’uomo cessa. Non per il fatto che sia incapace di apprendere oltre, ma semplicemente perché sazio. Sazio di sentimenti e sazio di esistere. Una sensazione di piena completezza che gli fa fare il grande salto.

Per Tahani e Michael, invece, il discorso è molto diverso.

La prima è l’unica dei quattro ex umani a scegliere di non passare oltre, o almeno di non farlo nel tempo che ci viene mostrato. La donna, dopo un’intera esistenza all’insegna dell’egocentrismo e del vanto, decide di passare il resto dei suoi giorni ad aiutare il prossimo in un contrappasso quasi dantesco. Inizia a studiare e lavorare come architetto affinché chiunque dopo la morte possa affrontare una situazione piacevole e di conforto. Per aiutare gli altri a raggiungere la parte buona dell’aldilà, senza volere nulla in cambio, senza aspettarsi un tornaconto. Ecco quindi la grande evoluzione di una donna che ha avuto e desiderato tutto dalla vita, e che finisce col solo desiderio di dare tutto l’aiuto possibile al prossimo.

Michael, invece, ha un grande cambiamento anche nella sua esistenza.

good place michael

Il demone piovra infernale che abbiamo visto al fianco dei protagonisti nel corso del loro lungo viaggio (e che vi diciamo qui perché dovete amarlo), riceve il regalo che ha sempre desiderato una volta arrivato nella Parte Buona: rinascere uomo. O meglio: nascere uomo, in quanto non lo è mai stato. Viene quindi mandato sulla Terra col suo aspetto, gli viene cancellata la memoria ed è libero di vivere come un tizio qualunque. Un futuro decisamente sottotono, piuttosto normale.

Dopo tutto questo andirivieni il futuro di Michael è semplicemente quello di vivere come un umano?

Sì! Ed è stupendo. È stupendo che qualcuno di immortale desideri provare ciò che proviamo noi esseri umani. Il piacere di un pasto caldo, la soddisfazione di suonare uno strumento, l’amore di un animale o di una persona, ricevere la posta, guidare una macchina: fare cose normali, condurre una vita di tutti i giorni.

Ecco cosa ha sempre desiderato Michael.

Comprendere quello di cui parlavano gli umani intorno a lui. E The Good Place, in un breve slice of life della sua vita terrena, ci mostra che ci è riuscito. E come proseguirà la sua esistenza non importa. Ora è un umano, la sua routine proseguirà come quella di chiunque altro viva sulla Terra: influenzata da chiunque gli sia intorno e impossibile da prevedere. Nella speranza possa finire di nuovo nella Parte Buona, questa volta per meriti acquisiti sul campo.

Ma è con Eleanor che The Good Place lascia il messaggio più forte. Dopo aver assistito alle scelte di chiunque, anche la donna sente che è arrivato il suo momento. E mentre Janet la accompagna alla porta, ci rendiamo conto che quell’Everything Is Fine mostrato nel primo episodio sta per diventare realtà. Eleanor prende il grande respiro, dopo aver raggiunto la consapevolezza più grande. Lei, donna che ha avuto uno dei peggiori comportamenti prima di morire, ha salvato il mondo. Ha reso l’aldilà un luogo dove trovare la pace non è utopia, e dove un comportamento buono viene veramente premiato.

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Nel suo cuore, sulla Terra, nel Good Place: Everything Is Fine. Eleanor ricorda le parole di Chidi: l’onda che si infrange sulla riva non è acqua che sparisce, ma che torna nel mare. Ed Eleanor passa oltre. Lasciandoci il più bel messaggio che The Good Place abbia mai dato.

La donna diventa una piccola sfera indefinita.

Cade, lenta e inesorabile su una persona, e la spinge a fare la cosa giusta. Non a cambiare il mondo o mettere fine a una guerra: spinge quella persona che ha ricevuto della posta non sua a consegnarla al giusto destinatario.

Perché The Good Place ci insegna che non importa come, non importa quanto, avremo sempre modo di rendere il mondo un posto migliore.

Cessando la sua esistenza Eleanor, e non solo lei, diventa quella vocina nella testa delle persone che dice loro di fare la cosa giusta. Creando così un ciclo infinito per risanare il mondo.

E volete sapere una curiosità divertente? Le definizioni che Michael diede, in modo falso, ai quattro protagonisti nella prima stagione, rappresentano in qualche modo ciò che è stato il loro futuro.
Tahani è diventata una filantropa di fama mondiale che ha migliorato le vite altrui. Jason ha vissuto nel silenzio e reclusione per centinaia di Bearimy. Chidi ha realmente scoperto la vera soluzione etica della realtà.
Eleanor è stata colei che ha persuaso il Giudice dei diritti degli umani.

Pianificazione a lungo termine o semplice caso? Probabilmente non lo sapremo mai. Ma è possibile che una vocina nella testa di Schur gli abbia detto cosa fare.

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