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Elisabeth Moss fa parte di Scientology. E quindi?

The Handmaid's Tale
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Elisabeth Moss, nota per la sua interpretazione in Mad Men e ancor più per essere la protagonista di The Handmaid’s Tale, è un’attrice dalla bravura sconcertante. Non meraviglia nessuno il fatto che abbia vinto un sacco di premi, né che sia così richiesta e chiacchierata, nonostante la sua lontananza dai canoni hollywoodiani. Elisabeth è una bella donna, magari non una dea come molte sue colleghe, però compensa questa ordinarietà con una bravura assoluta; ma ciò che sorprende tutti, una volta cliccato il suo nome sui principali motori di ricerca, è scoprire che fa parte di Scientology.

Per chi non lo sapesse, Scientology è un’organizzazione di stampo religioso fondata dallo scrittore di fantascienza americano Ron Hubbard. Basata su un insieme di pseudoscienza, auto-aiuto e teorie al limite del fantascientifico, è divenuta ormai una moda tra i vip di Hollywood e conta tra i suoi membri John Travolta e Tom Cruise, oltre alle numerose ex mogli e fidanzate di quest’ultimo, che hanno però lasciato il culto quando hanno lasciato l’attore. Fin dalla sua fondazione, una delle mission di Scientology è stata reclutare vip da utilizzare come testimonial. E pare che stia andando a gonfie vele, visto il proliferare di questo culto tra le fila del bel mondo del cinema e della cultura.

Elizabeth Moss

Scientology ha però anche un lato oscuro: diversi ex membri hanno accusato la setta di fare il lavaggio del cervello, di truffare le persone, di ghettizzarle costringendole a tagliare fuori dalla loro vita chiunque non sposasse le loro idee. Negli ultimi anni, complici una serie di documentari con dichiarazioni di importanti ex membri, lo smalto di Scientology ha iniziato a essere intaccato; ma lo zoccolo duro dei suoi credenti è rimasto intatto. Tra questi figura anche la nostra Elisabeth Moss.

L’attrice non ha mai tenuto nascosta la sua appartenenza al culto; anzi, ne va fiera, entrando spesso in conflitto e assumendo atteggiamenti polemici con chi critica l’organizzazione; ad esempio lasciando la sala nel momento in cui all’attrice Leah Remini veniva assegnato un premio per la sua partecipazione a uno show incentrato proprio su una critica feroce verso Scientology.

Ma la militante Elisabeth Moss utilizza anche strumenti più sottili per esprimersi: forse ricorderete il suo discorso durante i precedenti Emmy, in cui più di una volta si lascia andare a imprecazioni. Ecco, secondo il suo ex compagno di Scientology, Tiziano Lugli, le imprecazioni di Elizabeth sono dovute alla volontà dell’attrice di scendere la scala linguistica, abbassandola, in modo da parlare al cuore della gente comune, facendosi sentire come una di loro. Questa tecnica si chiamerebbe “tone scale”, e sarebbe usata dagli adepti di Scientology per comunicare con le persone comuni. A quanto pare, secondo loro, noi comuni mortali diciamo un sacco di parolacce.

Insomma, il “Fuck” finale della 1×02 di The Handmaid’s Tale potrebbe essere un trucco di Scientology.

Elizabeth Moss

E i fan della Serie Tv Hulu non si sono fatti attendere: in molti, alla scoperta dell’appartenenza della Moss a Scientology, hanno gridato allo scandalo, paragonando l’organizzazione americana alla temuta Gilead della Serie. In effetti Scientology ha tutte le caratteristiche di un’organizzazione dittatoriale: è piramidale, e i suoi leader sono venerati alla stregua di divinità; il ruolo della donna è marginale; i controlli sugli adepti strettissimi; ogni sgarro è duramente punito. Alcuni paesi hanno addirittura dichiarato illegale il culto, paragonandolo a un regime totalitario incompatibile con la  loro costituzione. Insomma, non parliamo certo di una religione o una filosofia di vita innocua ma altrettanto di moda tra i vip come il buddhismo o il pilates (non crocifiggeteci, sappiamo che sono due cose diverse).

Ma il personaggio di Elisabeth Moss ha il diritto di influire tanto sulla sua vita da negarle il diritto di credere, anche a qualcosa di sbagliato?

Io credo di no. Anzi rischiamo di cadere nell’errore ideologico di sovrapporre il personaggio all’interprete. Non dobbiamo vedere quest’ultimo come un’estensione, una proiezione del primo. La June della Serie è una donna emancipata, ironica, smaliziata, ribelle, sicura di sé. Non sappiamo quanto di Elisabeth Moss ci sia in questo personaggio, e quanto abbia dovuto costruire per avvicinare la sua interpretazione a quella che ci arriva ogni settimana a casa. Forse i detrattori del credo della Moss sarebbero stati più soddisfatti nel vederla interpretare un personaggio come Serena, una donna oppressiva, cupa, così ligia al dovere da soffocare tutti attorno a sé. Ma se in un film interpreti un nazista, questo fa di te un nazista?

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Oppure puoi avere una maturità di attore tale da trascendere un personaggio, le sue idee che dovrai rappresentare, in nome del tuo lavoro e della veridicità artistica? Oppure, più semplicemente, interpretare un personaggio come June, in un contesto come quello di Gilead, non entra in contraddizione con il tuo essere un membro di Scientology?

Ecco, secondo me il fulcro della questione è questo: la contraddizione può esserci tra June e Gilead, non tra Scientology e Elisabeth Moss. Perché nel primo caso non c’è margine di manovra: o sei con noi, o sei contro di noi, e quindi morta. Nel secondo caso c’è un intero universo, per fortuna, di variabili umane, tra cui il libero arbitrio. Quello che fa sì che un’adepta di una setta tacciata di totalitarismo possa interpretare il suo personaggio femminista e ribelle nel migliore dei modi. Perché Elisabeth Moss non è un personaggio di cellulosa prestato alla pellicola. Ed è nella sua bravura, e nelle sue contraddizioni di donna, di attrice e di credente che sta la bellezza di questo dilemma indistricabile.

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