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*Attenzione sono presenti spoiler delle prime tre puntate della terza stagione di The Handmaidโs Tale.
The Handmaidโs Tale รจ tornata, e con essa tutto il carico di inquietudine che questa serie tv solo รจ in grado di trasmetterci. Con una nota in piรน di vaga positivitร , tuttavia ancora ben lontana da un vero e proprio sentimento di speranza. Perchรฉ nel mondo di Gilead sono ormai in atto cambiamenti che vanno ben oltre la riassegnazione della nostra ancella. E quei cambiamenti, tenui, silenziosi, hanno la consistenza delle sottili crepe di un edificio che ha perso la sua soliditร ma รจ ancora in piedi.
Ma a essere ancor piรน saldamente in piedi รจ proprio June, protagonista del mondo distopico di The Handmaidโs Tale. Nella scorsa stagione lโavevamo lasciata ancella e madre, intenta a fare la cosa piรน dolorosa quanto piรน giusta per il bene del proprio figlio: separarsene. La ritroviamo in questa terza stagione come madre e donna. Intenta a fare ancora una volta la cosa piรน ardua: essere forte per rendersi utile.
The Handmaidโs Tale entra con questi tre episodi in una nuova fase: quella della Resistenza.

Con una Elizabeth Moss โ sempre piรน brava di anno in anno โ che ci guida, sguardo dopo sguardo, ghigno dopo ghigno, verso la costituzione di una โcultura femminileโ. Nella puntata dโapertura ci mostra la disperazione che va persino oltre lโorrore dello stupro a rate, delle torture e dellโoppressione. La scelta di restare nellโinferno di Gilead porta con sรฉ un gran numero di pesi da sostenere. Unโulteriore separazione da unโaltra figlia venuta alla luce dal suo grembo. Il senso di colpa di aver reso in parte vano lโimmane rischio corso dalle Marta che hanno cercato di farla scappare in Canada. La consapevolezza delle penitenze che lโattendono. Tutto ciรฒ pur di provare di nuovo, con piรน impegno e piรน forza, a lasciare Gilead portando Hannah con sรฉ. Proprio come la sua primogenita le aveva chiesto di fare nella scorsa stagione.
In quel peso sul cuore portato da June si specchia la disperazione di Serena Joy. Distrutta, ma non tanto da pentirsi della sua scelta. Anche lei รจ madre ora. In grado di andare oltre lโegoismo del proprio amore.

Ma lโingiustizia di Gilead, che ha fatto del terrore lโarma che controlla e uccide la speranza, รจ riuscita a trasformare la paura in tenacia. Lโapparente assuefazione alle vessazioni fisiche e psicologiche di cui June รจ vittima risulta essere la maschera piรน convincente in questa fase. โLa normalitร รจ solo ciรฒ cui ci si abituaโ diceva Zia Lydia. Sembra ormai abitudine quella con cui June si dirige verso la frusta che massacrerร i suoi piedi di fuggitiva. Ma nelle mani che strofinano pazientemente il pavimento del Centro Rosso, negli occhi che lo fissano come persi, cโรจ il riverbero di una tenacia che ha agganci piรน solidi della speranza. ร un sottile filo rosso che connette le scelte prese da June al coraggio della Marta della Resistenza. Per giungere sino alla mano mutilata di Serena Joy, inconsapevolmente pronta a distruggere ciรฒ che Fred รจ cosรฌ preoccupato di proteggere.
La trasformazione di Serena Joy รจ ormai in atto. Il suo talamo nuziale brucia come lo spirito di una donna che sa di esser stata complice dellโorrore.
La scena dellโincendio di casa Waterford รจ di una potenza eccezionale. Nel riverbero delle fiamme si esprime tutta la rabbia e la ribellione ormai in atto di Serena. ร la voce di ogni oppressa di Gilead che urla giustizia. ร la moglie che decide di non inchinarsi al marito. La donna che rifiuta il padrone. Una scena incorniciata da June, ancora DiFred, che sembra quasi danzare nellโaria densa di fumo prima di arrivare nella stanza in fiamme. La fotografia รจ maestosa, la miccia della rivolta palpabile.

La seconda puntata di The Handmaidโs Tale รจ una prova generale per quella che sembra essere la nuova struttura della serie.
ร una fase di crescita per June. Non piรน ancella dallo sguardo basso e defilato, ma donna, nel pieno potere di ciรฒ che Gilead non รจ riuscito a toglierle: la capacitร di capire ancora cosa sia giusto. E di sfidare il regime per realizzare il suo senso di giustizia. Nonostante la paura, nonostante lโassurdo. In un mondo che sovverte il buon senso, incolpando June di confondere la figlia con i suoi tentativi di riprendersela. Che trasforma gli aguzzini negli โinnocentiโ agnelli di Dio. La resistenza di June รจ una mano che si aggrappa allโultimo sprazzo di luciditร che la societร non puรฒ permettersi di perdere. E in quello stesso mondo che rimette a Dio il giudizio finale, il paradosso si consuma nella falsa misericordia dei suoi seguaci e nellโinfinita propensione al prossimo di quelle donne marchiate come immorali dai Figli di Giacobbe.
Il secondo episodio di The Handmaidโs Tale ci mostra proprio chi รจ โquel prossimoโ: nessuno in particolare. O meglio nessuno di cui sappiamo necessariamente il nome.

Perchรฉ non si pongono limiti allโempatia che porta ad aiutare un altro essere umano in difficoltร , che lo si conosca o meno. Non ostacolare la sua opportunitร di avere una vita migliore รจ sempre la cosa giusta da fare. Lo sappiamo noi che abbiamo pianto allโarrivo in Canada di Emily, tra gli applausi e il calore di chi era lieto di accoglierla. Lo sa June, che alla semplice sopravvivenza ha scelto lโazione. Timidi bagliori di speranza per chi ce lโha fatta a salvarsi. Brutalitร nascoste dietro una porta. Se il primo episodio di The Handmaidโs Tale 3 ci aveva alleggerito della crudeltร delle prime due stagioni, i due successivi ristabiliscono lโordine dei toni. Riassaporiamo secondi che sembrano durare ore nella cantina del comandante Lawrence, nel disperato tentativo di salvare una Marta fuggitiva.

Il terzo episodio ci fa riscoprire tutta lโinquietudine della struttura di Gilead. Ma soprattutto, lo spessore di questa serie.
Lโepisodio precedente si apriva con una nota di speranza per un possibile sodalizio tra June โ ora DiJoseph โ e il nuovo comandante cui โappartieneโ. โUsefulโ con il dubbio che tutto non sia cosรฌ semplice come sembrava. Dopo tutto si tratta sempre di The Handmaidโs Tale, qui non cโรจ posto per soluzioni banali. Torniamo alle impiccagioni degli eretici e allo sguardo di OfJoseph ormai sempre piรน consapevole del sistema.
โUfficialmente non sono stati impiccati perchรจ parte della Resistenza, ma perchรจ eretici. I martiri ispirano, mentre gli eretici sono solo stupidiโ.
Rivediamo lโassurditร di un sistema legislativo che decide se le persone debbano vivere o morire. Velocemente (ma non del tutto) al muro, o lentamente, spazzando rifiuti radioattivi alle Colonie. Riassaporiamo lโamaro pensiero del feroce patriarcato di Gilead, che umilia le donne che dice di venerare. Che le odia e le tormenta.
La puntata si rivela un piccolo capolavoro di sceneggiatura.
A momenti ricchi di tensione e paradossi cui si appoggiano tutte le bugie del fanatismo religioso, si alternano confronti verbali sui massimi sistemi della societร . Capiamo che il comandante Lawrence non รจ stato messo lรฌ solo per un confronto tra un uomo passionale ma debole come Fred e uno pratico e intelligente come Lawrence stesso. La sua conversazione con OfJoseph รจ un tripudio di interrogativi sulla millenaria relazione sociale tra uomo e donna. Domande cui si possono fornire solo risposte parziali.
โ- Perchรจ se le donne non vogliono essere definite dal loro corpo non fanno altro che usarlo?
โ Magari gli uomini sono fottutamente distratti per vedere altro.โ
Quanto di vero, falso, relativo, e/o soggettivo cโรจ in questo dialogo? Tanto quanto nella definizione richiesta di โmoralitร โ. โUna cosa stupida, chi puรฒ definire cosa sia morale?โ Allora cosโรจ che definisce le persone? Uomini o donne che siano? Per il comandante Lawrence รจ โlโutilitร โ. La ragione per la quale ha salvato Emily. Una donna innaturalmente intelligente che un giorno potrebbe essere utile al mondo. La stessa ragione che ha condotto lui a cercare di โsalvareโ un mondo che stava morendo di troppa scelta. La stessa per la cui mancanza accusa OfJoseph.

In questa nuova stagione di the Handmaidโs Tale non รจ piรน lโutero a definire le donne. Ma la loro utilitร .
Sicuramente non saranno dโaccordo gli altri comandanti e seguaci di Gilead, ma poco importa. A stabilire che dโora in poi sia cosรฌ รจ la neonata cultura femminile richiamata da OfJoseph. Quella che include June, ora conscia del fondo di veritร in alcune delle parole di Lawrence in merito allโutilitร in un mondo da costruire per qualcuno di reale. La cultura che include Serena, ormai decisa a non nascondere i segni della sua sottomissione ma a vestire la disobbedienza come il migliore dei suoi abiti. La stessa che includerร le donne scelte da June per essere salvate dalle Colonie. Usate solo allโapparenza come dimostrazione di utilitร e capacitร di scelta agli occhi di Lawrence. Ma parte di quella tattica che farร di tutte queste donne lโincubo degli uomini che le odiano.