Nel mondo malinconico, umido e decadente di The Killing c’è una figura che svetta su tutte le altre: Stephen Holder, il poliziotto deviante.
Non ce ne vorranno sicuramente i fan della protagonista Mireille Enos (alias. Sarah Linden), ma su chi sia il personaggio preferito di chi vi scrive non vi dev’essere dubbio fin dal principio di questo pezzo. Holder entra in scena in punta di piedi, col profilo basso e l’umiltà di un agente chiamato a subentrare a una collega più esperta di lui e che di conseguenza non si azzarda troppo a far sentire la sua voce o a far capire chi realmente sia.
Col tempo, invece, questo strano detective dal passo dinoccolato e il volto supersexy di Joel Kinnaman diviene una figura iconica e indimenticabile per chiunque abbia guardato questa Serie Tv di origine scandinava rivisitata dagli americani.
Hall of Series quest’oggi vi parlerà un po’ meglio di Stephen, tentando di analizzarlo a 360° oltre che di offrirvi delle nuovi chiavi di lettura con cui interpretare un uomo che fa del tentativo di sfuggire a ogni tipo di etichetta e/o categoria la missione della sua vita.
Ahimè, in queste righe troverete anche qualche SPOILER perciò non dimenticatevi di tornare qui una volta che avrete finito le 4 stagioni di “The Killing”, birbanti ritardatari.
Il suo passato NON (sottolineato 10 volte con la matita scarlatta) è quello di un normale sbirro con la Bibbia sul comodino e i pranzi con i Nonni al weekend. No signore.
Un contesto familiare difficile, poco denaro su cui fare affidamento e poi la droga. Tanta droga. Fiumi di droga che Holder guada a fatica e che sono l’allegoria del suo lunghissimo e tormentato percorso di redenzione, compiuto per lo più grazie alla sorella maggiore e ai gruppi d’ascolto a cui si affida per uscire dal tunnel.
Ovviamente uno con certi trascorsi non poteva che venire assegnato alla narcotici, d’altronde serve anche sapersi mettere nei panni dei cattivi per riuscire a catturarli e nel caso di Stephen quelli non erano nient’altro che i suoi vecchi vestiti riposti in fondo all’armadio.
Già, i vestiti.
A seconda dei gradi, da un poliziotto ci si dovrebbe aspettare completi sobri e cravatte antisesso oppure direttamente la divisa di colore blu scuro, invece al Nostro piace andare in giro con felponi giganti, jeans sportivi e il suo immancabile giubbotto nero, simbolo della sua inquietudine: non è esattamente l’armatura sgargiante di un paladino medievale, ma non bisogna sottovalutare l’animo cavalleresco di questo ragazzo emerso dal fango.
Lo vedi andare in giro caracollante consumando un numero imprecisato di sigarette, bofonchiando consigli su quelle “cacche vegane” (cit. Kalia) che ingurgita e scandendo battute esilaranti sui suoi trascorsi e in generale sui vizi delle persone, eppure appare chiaro fin dal primo sguardo che quel tizio è speciale.
Batte infatti un grande cuore sotto quegli stracci il quale, unito al suo fiuto infallibile e allo sprezzo del pericolo, rende Holder un poliziotto straordinariamente efficiente e di conseguenza la promozione alla omicidi è una pura formalità.
Lo aspettano una nuova città e una nuova partner, oltre che una nuova vita.
Pronti, via e gli si para subito davanti questa rossa dal carattere metallico che non ride mai. Tale Sarah Linden.
Il loro rapporto poggia su basi delicate poiché in teoria Stephen dovrebbe sostituirla nel giro di pochi giorni, giusto il tempo di risolvere il caso Larsen e poi tanti saluti, sicché non ci si da reciprocamente troppa confidenza…invece le circostanze faranno sì che il loro diventi un connubio indissolubile, un rapporto meraviglioso, una bellissima amicizia!
Ho scritto amicizia? Ehm, diciamo “una specie di amicizia“.
Lei è veramente tostissima e apparentemente impermeabile mentre lui fa il guascone e si diverte a sottolineare i suoi difetti, ma in quelle notti interminabili passate in macchina a fare appostamenti o a lavorare sugli ultimi sviluppi delle indagini nasce qualcosa, qualcosa di indefinibile come solo l’incontro fra due opposti può essere.
Il tempo passa e i due sbirri si avvicinano, letteralmente si sfiorano quando Holder (ubriaco come una pigna) tenta di baciarla senza successo, ma non si toccano mai nonostante il bene che si vogliono: basti pensare che Linden una volta ha messo a rischio la carriera e l’intero dipartimento di polizia per salvare la vita del partner caduto vittima di un pestaggio oppure che Holder si è reso disponibile senza indugio a insabbiare un omicidio pur di salvare Sarah dalla galera.
Si amano. Si amano e non lo dicono a nessuno, neanche a se stessi.
Alla fine le loro strade non si incroceranno mai veramente, ma questo non toglie nulla allo stupendo percorso che hanno fatto assieme, fianco a fianco…vorrei scrivere “mano nella mano” ma Linden odia il contatto fisico, mi fulminerebbe se lo sapesse!
Dunque tutto lasciava presagire qualcosa e invece non è andata così: ma allora com’è andata?
Ve la ricordate Kalia? É la figlia di Holder!
L’ha avuta con Caroline Swift, una giurista affascinante e precisissima che in qualche modo ha rapito il nostro deviante, l’ha raddrizzato e addirittura l’ha reso padre, un ruolo che Stephen è letteralmente entusiasta di ricoprire e che gli riesce benissimo per quel poco che ci viene mostrato nell’epilogo della Serie.
Come può un ex tossico riuscire a realizzare il sogno americano? Non c’erano le condizioni per cui tutto il suo disordine si allineasse, addirittura per un attimo è sembrato che l’oscurità se lo riprendesse mettendogli in mano una dose o una bottiglia di birra, perché caspita è finito tutto bene?!
Perché Stephen Holder, prima di essere un figlio di buona donna autodistruttivo, irriverente e sregolato, è soprattutto un brav’uomo.
Sa che per ottenere risultati bisogna sacrificarsi e lui l’ha fatto accantonando la sua promettente carriera nella polizia e gettandosi in un nuovo lavoro accanto a ragazzi come lui con un passato pieno di problemi ma desiderosi di riscatto che lo ascoltano, lo seguono e insieme a lui pregano:
“Signore, donami la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e la saggezza di comprendere la differenza, Amen”
Questa frase è l’essenza della vita di Holder, un uomo nato dal fango che ha avuto l’intelligenza di capire i propri errori e la personalità di ripulirsi dallo sporco per avvolgere sé stesso nella luce.
Fateci caso, quel giubbotto non è più nero, si è schiarito…