Un rombo assordante, un’eclissi lunare, una coalizione di sentimenti che non so descrivere a parole: una crasi di eccitazione mista a disagio che mai avrei pensato di poter provare prima. Leggo LSD, leggo sempre LSD, sarà quell’accenno di dislessia, sarà un’irrefrenabile associazione mentale inconscia. Ma no, non stiamo parlando di una sostanza psichedelica: lo spettacolo offerto da LDS, Lory Del Santo, è qualcosa di più: The Lady è tutto questo e molto altro ancora.
Nato dalla mente dell’attrice italiana che ne cura la regia, la sceneggiatura, i dialoghi, il montaggio e la fotografia, The Lady è un manifesto trash senza precedenti, un’opera che fa del surreale il suo punto di forza: grottesca a tal punto da fare il giro su se stessa e diventare meraviglia su schermo.
Disponibile su YouTube, la webserie italiana andata in onda dal 2014 al 2017 conta ben tre stagioni composte da una una quindicina di puntate ciascuna della durata variabile tra i 12 e i 14 minuti l’una, ispirando anticipatamente un trend che in Italia ha preso piede solo nel 2018.
Descrivere The Lady è possibile, ma niente è minimamente paragonabile alla sua visione integrale. Parlarne per il solo sentito dire, è come giudicare un libro da una copertina: potreste addirittura prenderci, ma capirlo è un’altra cosa. Entrarvi in contatto, è tutta un’altra cosa.
Nel caso in cui voleste una spinta in più per lanciarvi in quel favoloso mondo del doppiaggio italiano su italiano – unicum del mondo seriale – allora eccomi qui, pronta a darvi quello slancio definitivo verso un universo che non credevate possibile, verso The Lady: l’amore sconosciuto.
La prima puntata inizia mostrandoci una ragazza bellissima in lingerie che dondolandosi avanti e indietro sulla ringhiera del suo balcone – la cui vista dà sullo skyline milanese – riflette su se stessa e sulla vita. Con sguardo vitreo rivolto verso mete inesistenti sentiamo i suoi pensieri: abituatevi, accadrà molto più spesso di quanto crediate.
Lona, questo è il suo nome, mentre distrattamente si tocca i capelli e si accarezza la pelle ci comunica che ha sempre avuto paura di vivere ma che allo stesso tempo non le è mai mancata la voglia di combattere.
A dircelo è una voce fuori campo, la sua, che solenne ci esprimerà sempre i pensieri della nostra protagonista, di The Lady: una donna in carriera i cui segreti minano la sua incolumità.
A questa intensa scena in deshabillé segue un cambio di location e un repentino stravolgimento emotivo. Dalla calma alba mattutina ora Lona è in bagno e proprio mentre è intenta a mettersi il mascara, una musica cupa comincia a insinuarsi nella stanza: i palpiti si fanno più accelerati e un coro incomprensibile di frati cappuccini ci indica che il peggio sta per accadere. Al minuto due siamo già a una svolta inequivocabile, la tensione è palpabile, l’aria irrespirabile.
Un boato, uno sparo, uno specchio. Cade uno specchio ma i sette anni di sfiga sono niente rispetto allo spavento accusato dalla nostra Lady, nessun posto è davvero sicuro per lei. Già lo sapeva, ma questa è l’ennesima conferma.
A tranquillizzarci segue una ripresa del lato b della nostra protagonista, dichiarata conferma che nulla è perduto, almeno per oggi.
Ora siamo in camera da letto, indossata la gonna e preparata la giacca, The Lady decide di coccolarsi con uno spruzzo del suo profumo preferito, estasi sensoriale che come lei stessa ci dirà appena dopo: ‘è l’essenza del desiderio, per un attimo mi fa dimenticare il mondo.’
Di desiderio vestita, più forte che mai, Lona si dirige verso la sua macchina, portandoci verso una delle scene più profonde dell’intera puntata.
‘Devo incontrare un amico al palazzo dei congressi. Mi porti lì, grazie.’
‘Signora, per lei farei qualsiasi cosa.’
‘Il suo english humor non la lascia mai.’
Vorrei davvero trovare parole per descrivere la bellezza di questo momento, probabilmente non esistono, o almeno, io non le conosco: sarebbero parole nuove che nessun poeta ha ancora mai scritto, e probabilmente quel poeta oggi non sarò io.
Ora come non mai, il paragone con Lynch mi sembra quanto mai calzante. Sta tutto qui, ed è bellissimo.
Quel gioco di sguardi, quel dribbling di parole sconnesse, vuote ma meravigliose. Come quegli oggetti bellissimi che non servono a niente, The Lady, coniando il neologismo ‘english humor’ ci dice di più di sé stessa ma ancora di più su di noi, e su Antonio: l’autista di Lona che in questo dialogo ne è il prescelto beneficiari. La mia invidia va a lui.
Indossa degli occhiali da sole particolarmente spessi, ma quel poco che riesco a scorgere in quei preziosi centimetri di pelle visibili da occhio umano, ha i contorni della commozione.
The Lady arriva al centro congressi, saluta affettuosamente un amico lanciandogli un ‘Sei molto sexy, voglio tenerti nella mia vita’, ma ancor prima di avermi resa partecipe di quel turbinio di sensualità percepita e sex appeal dichiarato, mi trovo immersa in nuovi e più oscuri sentimenti: un uomo sta seguendo la nostra protagonista, il suo sguardo minaccioso e le cicatrici sul volto sono un segno indistinguibile della sua malvagità, me l’ha insegnato la Disney.
I problemi però non sembrano finire qui: una volta arrivata a casa dopo l’estenuante giornata di lavoro, Lona troverà seduto sul suo talamo nuziale un uomo, il suo amante, Luc. Sì, scritto così.
Luc non è un uomo qualunque, Luc è Costantino Vitagliano, la punta di diamante nell’universo di The Lady: l’indiscusso villain di questa prima stagione.
I nemici di Lona sono molti, ma Luc, a differenza degli altri, colpisce dritto al cuore dell’ape regina, rendendola incapace di controbattere a quell’amore tormentato che le tarpa le ali e non la fa sentire libera di essere se stessa: semplicemente The Lady.
Ambita da tutti, ammirata da altrettanti, Lona è il perno di un mondo fantastico che presto, se ne avrete il coraggio, potrete conoscere.
Le sottili e poco chiare storyline secondarie che si sviluppano intorno agli affetti e ai collaboratori di The Lady, ci diranno di più sul mondo dei casting e della bella vita, senza scordarsi però della missione di Lona: (inserire missione non appena la si comprende).
Tra i personaggi più memorabili della prima stagione dell’opera firmata LDS, non possiamo esimerci dal menzionare Doris: l’instancabile assistente di The Lady, braccio destro e fedele compagna nonché prima e unica nota di sarcasmo in un paradiso di non sense che crea dipendenza.
E poi c’è lui: Chang. Protagonista di uno dei migliori dialoghi della televisione italiana, eccelso a tal punto da aver creato intorno a sé un folto numero di fan che chiedono a gran voce uno spin-off sulla sua vita. Ma qual è stata la battuta che ci ha fatto innamorare di lui?
Chang: ‘Siniora c’è un womo per lei.’
Doris: ‘Chi?’
Chang: ‘Un womo‘
Doris: ‘Sei stato chiarissimo, fallo passare’
Se in questo mondo di eroi nessuno vuole essere Robin, per The Lady la questione cambia faccia: chi è che non vorrebbe essere Chang?
E tra un ‘Cosciotta mia come ti desidero’ e un ‘Elevata, vorrei agguantarla’, i 12 più intensi minuti della vostra vita si concluderanno con un dialogo disilluso tra i due autisti di The Lady, che come due fuchi si domandano, ronzando, se sarà un giorno possibile impollinare l’ape regina.
Schermo nero e titoli di coda: la prima puntata è finita lasciandovi addosso un senso di inadeguatezza che difficilmente riuscirete a lavare via nelle ore, e nei giorni seguenti. Un imbarazzo così radicato da diventare amico al punto da ricercarlo ancora.
E non sarà la replica di Uomini e Donne Over a darvi quello che cercate: nulla può sostituire la grandiosità di The Lady, e prima lo accettate più facile sarà superarlo.
Posati i libri di Foucalt e riposta la versione con testo a fronte dell’Antologia di Spoon River, qualcosa dentro di voi, forse non oggi e forse non domani, ma qualcosa io son certa che si muoverà.
Come sonnambuli deambulerete verso il dispositivo elettronico più vicino, andrete su YouTube e come in un lampo vi ritroverete a Capri insieme a Lona, nella seconda puntata della prima stagione.
Sarà strano, sarà intenso, non fatevi domande: sarà semplicemente The Lady.