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Che cosa ci aspettiamo dalla serie tv di The Last Of Us 

the last of us
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The Last Of Us è qui, davanti a me, in un cassetto sempre troppo pieno di cianfrusaglie e polvere. Lo prendo, lo ammiro con delicatezza e mi sembra figlio di un altro mondo, un vecchio mondo. Mi guarda come se fossimo amici e in fin dei conti approvo. La memoria non mi inganna e ricordo tutti i pomeriggi spesi a giocare con lui, quando la Playstation 3 sembrava la console più cool dell’universo e la pioggia sbatteva forte contro i vetri stanchi delle finestre. Ci sono alcuni giochi che riempiono l’anima più di un film e con i quali passi momenti indelebili a causa della forza con cui riescono a dominare le tue emozioni. Forse potrò sembrare esagerato, persino non credibile ma credetemi se vi dico che The Last Of Us non è solo un gioco per una “stupida” playstation, ma un’esperienza capace di scardinare ogni vostra certezza, ogni vostro orizzonte.

The Last Of Us è il regalo che dovete fare a voi stessi perché in quel gioco, in una sequenza di tasti e manovre da joystick, troverete il senso stesso della vita. Le mie aspettative sono quindi altissime verso l’imminente serie tv prodotta da HBO e ispirata al videogioco uscito nel lontano 2013. A queste aspettative segue, in un loop senza capo né coda, il timore che l’infinita bellezza del gioco non venga rispettata a dovere. Mi auguro che questo timore sia solo nei miei pensieri e che la realtà dei fatti, tra una settimana, sarà priva di dubbi. The Last of Us sarà nelle nostre case dal 16 Gennaio grazie a Sky e NOW, e io non vedo l’ora di seguire questa trasposizione televisiva. 

La storia di The Last Of Us, in linea generale

The Last of Us (640x412)
The Last of Us (640×360)

In questo articolo non troverete spoiler ma solo un’infarinatura generale che possa restituirvi il senso del racconto: 20 anni dopo lo scoppio di una brutale pandemia da Cordyceps che trasforma gli esseri umani in mostri simili a clickers, il cinquantenne Joel, un cinico contrabbandiere ormai privo di qualsiasi speranza verso l’umanità, è costretto in circostanze estreme a viaggiare attraverso gli Stati Uniti insieme ad Ellie, una ragazzina di 14 anni che non ha mai vissuto al di fuori della zona di quarantena. Ma quella che doveva essere all’inizio una semplice e veloce consegna, si tramuterà ben presto in un lungo e atroce viaggio che segnerà per sempre Joel ed Ellie. The Last Of Us è un viaggio on the road, ma non come quello di Jack Kerouac, basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli Stati Uniti, in parte con il suo amico Neal Cassady e in parte in autostop. Questo viaggio è più vicino all’abisso. Un abisso circoscritto e contenuto in virus, rappresaglie militari, banditi e voglia di sopravvivenza. Un cinismo quasi brutale che restituisce tutto il peso di un mondo spacciato e sfaldabile: un pugno doloroso alla bocca dello stomaco. Dovete aspettarvi esattamente questo: rumori, non silenzi.

Il punto forte di The Last Of Us è la caratterizzazione dei personaggi

ellie e joel(640×360)

Joel e Ellie, su tutti, sono stratificati come gli strati di una cipolla: togliete la buccia per restare affascinati dall’infinita complessità del loro carattere. Così come l’insieme narrativo di The Last Of Us, i personaggi ci accompagnano alternando delicatezza e tensione, lasciandoci inermi quasi come se fossimo partoriti senza capacità di cambiare. Il rapporto tra Joel ed Ellie viene disegnato ribaltando il semplice legame di un padre che, dopo aver perso la propria figlia, si affeziona ad un’anima sola e innocente. In un lento e costante declino, The Last Of Us racconta in maniera straordinaria i sogni e le curiosità di Ellie, una ragazzina costretta a guardare i tramonti dietro i rottami di un’unanimità annichilita dal virus. Allo stesso tempo ci porge sotto lo sguardo attento la storia di Joel, un uomo che ha imparato a conoscere la vera natura dell’uomo, ora disprezzata per l’immenso egoismo che vive in essa. Un uomo atipico e risoluto che pensa di dominare il mondo con la sola concretezza ma che è costretto a inchinarsi di fronte al potere risolutivo dei sentimenti. Durante il cammino i due si donano forza a vicenda come se non ci fosse un domani, un nuovo giorno. Perché la sopravvivenza passa sempre tra i gomitoli indivisibili che legano due persone. Mi auguro che questo rapporto magnetico venga ristabilito con la stessa intensità nella serie televisiva. 

Le prime differenze tra la serie e il gioco

Ogni adattamento deve fare i conti con aggiunte o tagli rispetto all’opera madre e anche The Last Of Us, dalle prime dichiarazioni, sembra presentare delle differenze rispetto al gioco. Lo stesso co-creatore Craig Mazin ha spiegato che nella serie televisiva è stata modificata la via di trasmissione dell’infezione del fungo Cordyceps mediante la rimozione delle spore visibili nell’aria. Nel gioco effettivamente si possono trovare spore quasi ovunque e i personaggi sono costretti a indossare una maschera per combattere il virus. Craig Mazin ha spiegato che se ci fossero state le spore nell’aria anche nella serie, le persone avrebbero dovuto indossare maschere per tutto il tempo, togliendo gran parte della mimica facciale agli attori. Inoltre, secondo i rumors, la pandemia all’interno del gioco verrà trattata con un taglio più scientifico rispetto al gioco, spingendo il concetto verso una direzione più realistica possibile. Secondo voci di corridoio anche la violenza verrà in parte nascosta e limitata e questo aspetto potrebbe creare dissensi da parte dei fans del gioco.

In conclusione

The Last Of Us, per funzionare alla grande, dovrà rispettare in maniera fedele e ordinata il gioco. La narrazione dovrà liberarsi dell’empatia e patina colorata con cui si presentano alcuni prodotti televisivi e essere esattamente come il suo precedessore: subdola, drammatica, feroce. Il continuo rilascio di situazioni strazianti e mature dovrà fare da cornice alla storia di Ellie e Joel,  che rappresenta al tempo stesso il fulcro dell’intero arco narrativo e la poesia con cui siamo costretti ad emozionarci. The Last Of Us colpiva per il suo peso esistenziale, per quella goccia di tremendo che annientava i silenzi dei nostri pomeriggi passati con la playstation 3. Non vediamo l’ora di entrare di nuovo in questo mondo. Non vediamo l’ora di essere di nuovo tra clickers e virus, a casa.

Potete ancora ribellarvi con noi. Ricordate: se vi perdete nel buio, cercate le Luci. Credete nelle Luci.