Il 19 giugno scorso, The Last of Us 2 ha finalmente raggiunto gli scaffali dei negozi dopo un’attesa di ben sette anni. I giocatori di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di vestire i panni di Ellie e immergersi nuovamente nel mondo post-apocalittico creato da Naughty Dog. Quando è uscito nel 2013, il primo videogioco ha avuto un enorme successo non solo per l’eccellente gameplay, ma soprattutto per la profondità dei personaggi e un taglio cinematografico come non si era mai visto fino ad allora. Questa avventura per PlayStation ha cambiato per sempre il mondo videoludico, guadagnandosi numerosi premi e conquistando il cuore di milioni di gamer.
Dunque, quando qualche mese fa Hollywood Reporter ha annunciato l’arrivo di un adattamento televisivo prodotto da HBO, gli amanti del gaming non hanno potuto che accogliere la notizia con gioia. Per quanto l’annuncio sia stato inaspettato, la storia di Joel ed Ellie è sempre stata predisposta al salto crossmediale. Infatti, durante lo sviluppo di The Last of Us, Neil Druckmann (scrittore e direttore creativo del gioco) ha consultato alcuni dei maggiori esperti del settore cinematografico, riuscendo così a creare un’ottima struttura narrativa. Questo tipo di approccio verrà portato avanti anche nella produzione televisiva: mentre Druckmann sarà lo sceneggiatore e produttore esecutivo, Craig Mazin, creatore di Chernobyl, figurerà come scrittore e co-produttore esecutivo. Inoltre, il pilot verrà diretto da Johan Renck, regista che ha già diretto episodi di Breaking Bad, Vikings e The Walking Dead.
Inizialmente Sam Raimi aveva proposto di tradurre il videogioco in un lungometraggio, un’idea che poi è stata abbandonata a favore di una serie tv. Una scelta decisamente più azzeccata, soprattutto se si considera la storia di The Last of Us: un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti durante il quale i due protagonisti impareranno a sopportarsi, conoscersi e poi amarsi. Il rapporto fra Joel ed Ellie muterà nel corso del tempo, diventando sempre più profondo. Un film di due ore, per quanto ben fatto, non sarebbe mai riuscito ad analizzare nel dettaglio un legame del genere. Al contrario, uno show sviluppato in più stagioni ha tutte le carte in regola per portare in vita sia i personaggi che la storia di The Last of Us.
La trama della prima stagione ripercorrerà le vicende del primo capitolo, con la possibilità di inserire alcuni elementi del secondo (di cui non vi parleremo per evitare eventuali spoiler): nel 2013, un’epidemia causata dalla diffusione del fungo parassita Cordyceps ha decimato la popolazione e portato alla fine della civiltà come la conosciamo. 20 anni dopo, coloro che sono sopravvissuti vivono in zone di quarantena controllate dalla Fedra, una forza paramilitare che esercita la legge marziale. Gli unici che le si oppongono sono le Luci, ribelli ricercati che combattono per un futuro libero dall’oppressione. I protagonisti della storia sono Joel ed Ellie: il primo, un contrabbandiere indurito dalla vita. La seconda, una 14enne immune al virus che potrebbe essere la chiave per creare un vaccino.
La premessa del gioco non è sicuramente innovativa. Infatti, i contesti post-apocalittici sono stati affrontati più volte sia dal mondo videoludico, che da quello televisivo e cinematografico. Dunque, qual è il motivo per qui ha avuto tanto successo? La risposta è semplice: una storia incredibilmente umana, che ha spinto i gamer di tutto il mondo a riflettere sulla natura umana e sui limiti dell’uomo. Come si può continuare a sopravvivere quando si è perso tutto? Fin dove potremmo spingerci per proteggere la nostra famiglia? Saremmo disposti a sacrificare chi amiamo per salvare l’umanità? Domande che tutti i giocatori si sono fatti durante le ore di gioco, facendosi coinvolgere sempre di più dalla profondità della storia e dei protagonisti.
Complicato e toccante, il rapporto fra i due sboccerà solo con il tempo.
Disilluso, rude e tormentato dai fantasmi del passato, Joel è un uomo meravigliosamente complesso, un personaggio in cui potersi immedesimare, anche se macchiato dai peggiori crimini. Scontrosa e impudente, Ellie è dovuta crescere in fretta in un mondo che non perdona alcuno sbaglio. Rimasta sola al mondo dopo aver perso coloro che ama, si ritrova sulle spalle una responsabilità enorme per una ragazzina di 14 anni. Tanto diversi quanto simili, i due personaggi troveranno ciò di cui avevano bisogno l’uno nell’altra. Una figlia perduta da un lato, una figura paterna su cui poter contare dall’altro.
Dal momento che il piccolo schermo è uno dei mezzi migliori per costruire personaggi complicati e relazioni toccanti, ci auguriamo che la serie tv riesca mostrare il sentimento che lega Joel ed Ellie, così come l’inquietudine e disagio abilmente trasmessi dal videogioco.
Considerando che verrà sviluppata nel corso di diverse stagioni, è molto probabile che la serie valorizzerà anche le linee narrative secondarie. Approfondendo il passato di personaggi come Tess, Marlene o Tommy, i giocatori di vecchia data e i nuovi spettatori potranno comprendere meglio le loro decisioni e caratterizzazioni nel presente. Inoltre, oltre a queste personalità, lo show dovrà portare alla vita le numerose minacce del mondo post-apocalittico, in particolare i gruppi ostili (i cannibali, il WLF e le Iene) e, ovviamente, gli infetti. A differenza di The Walking Dead, in the The Last of Us ne esistono di diversi tipi: alcuni possono essere affrontati con relativa facilità, altri invece è meglio evitarli. Da questo punto di vista, sarà interessante vedere come la serie riuscirà a portare sullo schermo il senso di pericolo e tensione generato dalle sezioni interattive del gioco.
Chi ha giocato a The Last of Us sa perfettamente quanto sia meraviglioso dal punto di vista estetico. Le città desolate, i palazzi decadenti, le foreste innevate, la natura incontaminata che ha reclamato gli spazi abbandonati dall’uomo. Le ambientazioni e il contesto in cui si sviluppa la storia sono descritti nei minimi dettagli, tanto da apparire assolutamente reali. Considerata la fama di HBO nel creare prodotti di alta qualità, ci aspettiamo che il network statunitense investa su scenografie imponenti e fotografia mozzafiato, permettendo così agli spettatori di godere delle stesse atmosfere suggestive del gioco.
Ormai avrete capito che le creazioni di Naughty Dog sono molto più che semplici videogiochi. Entrambi i capitoli di The Last of Us hanno dimostrato di poter offrire un’esperienza profonda, un’avventura action in grado di trattare tematiche come l’importanza della famiglia, l’omosessualità, l’identità di genere, la vendetta e le mille sfumature dell’umanità. Tutti temi che ritroveremo anche nella serie tv, che fortunatamente potrà contare sulla partecipazione di Gustavo Santaolalla, compositore della colonna sonora originale del gioco. Le sue musiche minimalistiche hanno elevato un prodotto reso già straordinario dalla toccante storia di Neil Druckmann, così come dalle meravigliose interpretazioni di Troy Baker e Ashley Johnson. Il suo coinvolgimento nello show sarà decisivo per creare le atmosfere giuste per ogni situazione.
Come per ogni tipo di trasposizione, non possiamo di certo aspettarci che l’adattamento televisivo di The Last of Us sia identico in tutto e per tutto al materiale originale. L’esperienza interattiva del videogioco non potrà mai essere replicata dalla serie tv, ma ciò non significa che il progetto di HBO non possa essere all’altezza dei capolavori di Naughty Dog. Sicuramente non mancano né una base forte da cui iniziare, né spunti narrativi interessanti da sviluppare. Considerato questo, non ci resta che aspettare maggiori notizie sull’andamento della produzione, e sperare di veder arrivare sui nostri schermi un prodotto di altissima qualità e dall’impatto emotivo memorabile.