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5 pilastri che rendono unica The Man in the High Castle

serie tv

5) UMANITÀ

The Man in the High Castle

Ma il vero protagonista indiscusso di The Man in the High Castle è il lato umano

La storia ci ha insegnato che la guerra produce sofferenza e morte. Che l’essere umano è diviso, combattuto, tra bene e male e che trasformarsi da uomo a bestia è un passo estremamente breve. Questo dualismo convive in ognuno di noi. Sono i valori che decidiamo di perseguire a renderci ciò che siamo.

Proprio i valori sembrano costituire il setaccio attraverso cui passa il messaggio di questa Serie Tv.

Vediamo uomini d’altri tempi, calati in un contesto a noi così lontano e sbagliato, seguire un codice rigido e assurdo. Guardare The Man in the High Castle, analizzarlo, significa calarsi in uno crogiolo di emozioni contrastati, frastagliato di paradossi. Il male è ovunque: nelle divise nere delle SS, dietro gli shōji del Nippon Building, ma anche in quella Resistenza avvelenata dall’odio e da una sete di vendetta spietata.

Eppure, dove c’è il male può trovarsi anche il bene.

Qualcuno ha lamentato come un “passo falso” il crearsi di un legame empatico tra lo spettatore e quei nemici “naturali”, invece che con i membri della Resistenza. Eppure, anche in virtù di quanto scritto, non ci vediamo qualcosa di anomalo. Tra le fila naziste e giapponesi si ergono uomini di valore, che abbandoneranno i loro ideali per perseguire un bene superiore, persino arrivando a sacrificare se stessi. Sarebbe contorto non apprezzarne l’umanità.

The Man in the High Castle è sicuramente un prodotto unico e particolare

Ci si rende conto che il vedere portati sullo schermo certi argomenti con disinvoltura e naturalezza devastante possa, per certi versi, essere addirittura fastidioso. Ecco allora che sta a noi riconoscergli quell’innegabile valore artistico andando oltre all’alone di pregiudizio. Qui non si tratta di colori o di voler trovare una lettura alternativa alla storia. Proprio coscienti di quello che la storia ci ha lasciato in eredità, possiamo apprezzare ciò che a tutti gli effetti si propone come un lavoro maturo e critico sull’uomo, contestualizzato nell’ottica seriale.

Perché il male esisterà sempre finché ci sarà l’uomo, sta a noi e soltanto a noi riuscire a decifrarlo.

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