Era il 2017 quando faceva il suo debutto su Amazon Prime Video una delle serie tv più belle che siano state prodotte in tempi recenti. E non solo. Lo testimoniano anche i 3 Golden Globe, i 5 Critics’ Choice Award e, soprattutto, i 17 Emmy conquistati da The Marvelous Mrs. Maisel. Uno show che ha da poco terminato la sua corsa, dopo ben 5 stagioni, con uno dei finali migliori che la serialità televisiva abbia mai realizzato, salutandoci come meglio non poteva ma lasciando un profondo vuoto dentro di noi. Così, per combattere la nostalgia che ci attanaglia da giorni, abbiamo deciso di raccontare, a tutti coloro che non l’hanno vista, i motivi per cui non si pentirebbero nel dare una chance a questa meravigliosa serie tv.
Innanzitutto, è quasi impossibile non innamorarsi della protagonista di The Marvelous Mrs. Maisel.
Midge Maisel sapeva esattamente come sarebbe andata la sua vita: sarebbe diventata una madre attenta, un’ottima moglie e una devota ebrea. Il più classico dei tradimenti, però, fa crollare ogni sua certezza. Suo marito Joel, infatti, ha intrapreso una relazione con la sua segretaria. Il ruolo sociale di Midge le imporrebbe di perdonarlo e supplicarlo di rimanere; invece, si spoglia di esso, affronta con determinazione la sua nuova quotidianità e trova la sua vocazione quando, sconvolta, sale sul palco del Gaslight e inizia un improvvisato numero di stand-up comedy. È quella la strada di una donna brillante, divertente, piena di battute e riflessioni. Certo, è tutta in salita, sia perché nessuno, nemmeno i suoi genitori, la sostengono, sia perché deve affrontare tantissimi ostacoli legati al suo essere donna in un mondo governato dagli uomini. Che sia quello della commedia o quello newyorkese che sperimenta ogni giorno.
The Marvelous Mrs. Maisel tratta così della questione femminile senza mai diventare perbenista, didascalica o politica. Midge lotta contro una disparità di genere di cui è perfettamente consapevole e lo fa non scendendo a patti con nessuno, rimanendo sempre sé stessa, esercitandone il diritto e non accettando mai di essere stereotipata. Fonte di ispirazione per donne e uomini (attraverso di lei, infatti, questi ultimi possono riflettere su privilegi che magari non pensano nemmeno di avere), Midge Maisel diviene la rivoluzione che vuole vedere nella società e parla del mondo di ieri con la lingua di oggi. Ergendosi così a supereroina piena di energia, che non si abbatte di fronte a niente, i cui stupendi abiti rappresentano sia la sua evoluzione che il suo costume da eroe.
Già, perché gli abiti di The Marvelous Mrs. Maisel riescono a incantare anche chi non è interessato alla moda. Gli sgargianti vestiti di Midge non sono mai gli stessi nello show su Amazon Prime Video, ne ha tantissimi per ogni occasione, hanno quel taglio tipico degli anni 50/60 e sono sempre splendidamente abbinati con una miriade di scarpe e accessori diversi. E, oltre che da quel microfono da cui racconta la sua storia, è anche da quegli abiti che Midge ha una voce e da cui passa la sua rivoluzione, come dirà lei stessa:
“Mio padre mi ha fatto notare che la mia parte preferita di un giornale è la pubblicità delle scarpe. E mi sono sentita male al riguardo, ma adesso penso che forse mettono quegli annunci nei giornali per distrarci. Perché se le donne non realizzano cosa sta succedendo nel mondo, non si faranno avanti per aggiustarlo. Perché lo aggiusterebbero e lo decorerebbero”.
Ovviamente, ognuno dei personaggi indossa degli abiti che definiscono la loro personalità. E tutti loro, in un modo o nell’altro, vengono toccati dalla rivoluzione di Midge Maisel, influenzati da quella sua libertà e dal desiderio di intraprendere la propria strada, di sciogliere quel potenziale inespresso di cui non erano consapevoli, senza le limitazioni della società. Come era importantissimo scrivere bene la protagonista di The Marvelous Mrs. Maisel – e pure interpretarla, con una Rachel Brosnahan davvero incredibile nel mostrare tutte le sfumature di Midge, cucendosela addosso alla maniera di un abito su misura – altrettanto lo era per gli altri personaggi. Non sono banali caricature o messi lì semplicemente per fare numero, ma si evolvono con l’andare avanti delle stagioni, mostrandosi profondamente sfaccettati. Girano attorno al personaggio della Brosnahan, assorbendo la sua luce ma, allo stesso tempo, donandole la loro. Come quel Lenny Bruce di Luke Kirby di cui innamorarsi è facile come respirare.
Lo stesso si può dire dei genitori della protagonista. Hanno tanti difetti, ma è impossibile non adorare Abe, con i suoi monologhi deliranti, e Rose, con quel suo modo di essere inconsapevolmente comica. Inoltre, Joel è molto di più del villain di The Marvelous Mrs. Maisel. E poi c’è la Susie Myerson di un’ottima Alex Borstein. La prima ad aver capito quanto Midge fosse talentuosa. Il loro rapporto è l’intera serie tv, perché le due iniziano insieme, si sostengono l’un l’altra in questo business tutt’altro che semplice e imparano a conoscersi e a rispettarsi nonostante siano molto diverse.
Oltre all’ottima recitazione, a sostenere il prodotto di Amazon Prime Video c’è una scrittura elevatissima.
D’altronde, è stata creata e scritta da quella Amy Sherman-Palladino che ci aveva regalato Una mamma per amica. Non è per niente facile dare alla luce un prodotto che sia contemporaneamente una commedia davvero divertente e un intenso dramma familiare. The Marvelous Mrs. Maisel, invece, riesce a bilanciare perfettamente drama e comedy, senza trame eccessivamente complesse o colpi di scena al limite del ridicolo, ma attraverso dialoghi e battute che illuminano la serie tv su Amazon Prime Video. Con le situazioni comiche che non finiscono con i monologhi di Midge, ma continuano anche nella sua quotidianità, attraverso esilaranti botta e risposta. E, alla maniera delle migliori commedie di Billy Wilder, i tempi comici sono davvero perfetti. Il che è un grandissimo successo per Amy Sherman-Palladino, considerando che scrivere un pezzo di stand-up di finizione è semplice solo quando il personaggio deve fallire. Far ridere il pubblico, ovvero noi spettatori, è più complesso. La serie deve creare un contesto per l’esibizione del suo personaggio, contaminare in un certo senso la stand-up con la commedia situazionale, perché spesso gran parte della comicità deriva dal mondo in cui si arriva su quel palco, più che dal numero in sé. Ed è quello che, meravigliosamente, succede con Midge.
Vedere il mondo della commedia con gli occhi di una donna è innovativo, anche perché come dice Midge Maisel:
“La comicità è alimentata dall’oppressione, dalla mancanza di potere, dalla tristezza e dalla delusione, dall’abbandono e dall’umiliazione. Ora, chi diavolo descrive meglio questo fenomeno più di una donna?“
E se l’ambientazione ci catapulta esattamente in quel dato momento storico di New York, l’atmosfera degli anni 50/60 è resa anche dalla stupenda colonna sonora. Raccogliendo successi d’epoca che vanno da Ella Fitzgerald a Bob Dylan, passando per Frank Sinatra, essa accompagna e accentua ogni avvenimento della serie tv di Amy Sherman-Palladino, segnandone i momenti cruciali e rendendoli indimenticabili.