Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su The Marvelous mrs Maisel
Lenny Bruce – nel mondo di The Marvelous mrs Maisel ma anche nel nostro – è la comicità in persona. Impossibile dunque che la sua strada non si incrociasse con la nostra Midge Maisel, la casalinga dell’Upper West Side che si reinventa comica di stand-up, giù nella brulicante downtown di New York, tra l’artistico Greenwich Village e l’animatissima Chinatown. Eppure nessuno avrebbe mai sospettato che quest’incontro fortuito e causale sarebbe evoluto fino a diventare ciò che abbiamo potuto finalmente vedere alla fine della quarta stagione.
Si direbbe una storia d’amore, ma il rapporto tra Lenny e Midge in The Marvelous mrs. Maisel non è solo questo: è qualcosa di più e di meno allo stesso tempo, è qualcosa di molto più importante, viscerale e profondo. Qualcosa di molto più identitario rispetto a quel che può sembrare a prima vista.
“Posso farti una domanda?”
“Certo”
“Ti piace? La commedia, il cabaret. Ti piace?”
“Okay, mettiamola così. Se ci fosse altro al mondo che potessi fare al mondo per vivere, la farei. E parlo di qualsiasi cosa. Lavare i vestiti del Ku Klux Klan, ritrarre bambini storpi, fare l’aiuto macellaio. Se mi dicessero: puoi mangiare la testa di un uomo o ti esibisci al Copa per due settimane rispondere: passami il sale. È un lavoro terribile e non dovrebbe esistere, come il cancro o Dio”.
“Ma ti piace?”
The Marvelous mrs Maisel (1×01)
Quando Midge incontra Lenny Bruce per la prima volta, Lenny è ciò a cui ogni comico dovrebbe aspirare. È lì, sul piedistallo alla luce della ribalta, mentre tutto gli altri si arrabattano a trovare un piccolo spiraglio di luce all’ombra di qualche bettola. Ma Lenny non è solo il più famoso, è anche il più grande, nel senso più viscerale e puro del termine. Lui è ciò che la commedia dovrebbe essere: divertente, ragionata, di rottura, scandalosa. Proprio per questo Midge lo assume a sua guida spirituale e Lenny diventa l’incarnazione stessa della stand-up comedy, insieme punto di riferimento, bussola morale, confidente. E quando Midge ancora balla tra questo nuovo fulminante amore e la sua vecchia vita, è a Lenny che chiede indirettamente cosa fare. Con le sue parole al vetriolo, Lenny non sta cercando di allontanare Midge, ma al contrario:
Lenny sa che il mondo della comedy è stupefacente come un palcoscenico illuminato, ma è fatto anche di backstage sporchi e sottopagati. Di bettole maschiliste e lavori degradanti, di politica e molta gavetta. Quello che fa è testare Midge e lei supera la prova.
Se l’interesse di Lenny tra la prima e la seconda stagione è a metà tra il talent scout e il mentore, Midge lo vede come la metà da raggiungere, definita dal successo e dai palchi che Lenny calca. Questo rapporto s’intensificherà nel tempo ma avrà sempre la bellezza della libertà e della fugacità, una cosa che gli ex di Midge non riusciranno mai davvero ad afferrare. Joel e Ben rappresentano la vita “alla luce del sole” di Midge, quella rassicurante fatta di matrimoni e bambini, case enormi e famiglia, lavori stabili e sicurezza economica. Lenny ne rappresenta il lato della medaglia in negativo; non solo rappresenta la nuova vita di Midge, ma quello che lei potrebbe essere se fosse davvero capace di liberarsi delle zavorre sociali e culturali che l’hanno offuscata per tutta la vita.
E forse è proprio per questo motivo che, con Lenny, Midge riesce a essere completamente se stessa non solo con la sua verve brillante – che in verità non è tenuta a bada neanche con Joel o Benjamin – ma anche esteticamente. Se il rigore della donna degli anni ’50 è ancora vivo con Joel e allentato con Benjamin, con Lenny è totalmente assente e questo risulta chiaro dall’incontro in hotel della quarta stagione. Questo perché anche Lenny non è un classico uomo della sua epoca e queste due anime in contrasto con il loro tempo riescono a sentirsi veramente libere solo quando sono tra loro. Davanti a Lenny, Midge riesce con coraggio a dire ciò che davvero pensa sulla maternità imposta, sulla femminilità forzata, sulla volontà di essere diversi.
“E se non fossi nata per essere una madre? Se avessi scelto la professione sbagliata? Le donne dovrebbe essere madri, si pensa sia una cosa naturale. Ma non ci sono eccezioni?”
The Marvelous mrs Maisel (1×03)
Quest’autenticità vale anche al contrario, perché Midge è forse l’unica persona a cui è permesso di vedere Lenny Bruce come una persona vera e non come il personaggio che è per il resto del mondo. Se è vero che Lenny resterà un mito per Midge fino alla quarta stagione, già nella seconda e nella terza cominciano a notarsi le crepa nella maschera, spiragli attraverso il quale filtra la sua personalità problematica. E la cosa affascinante del loro rapporto e che entrambi troveranno sempre il modo giusto di starsi vicino, senza forzare né il rapporto né la parola, lasciando che il silenzio e gli sguardi e i gesti parlino per loro.
“Lo sai che mi piaci e normalmente farei qualsiasi cosa in mio potere per farti stare meglio. Ma stasera sono molto dispiaciuto per me per cui tutta la mia solidarietà è riservata a me stesso”.
“Qual è il problema?”
“Ora possiamo aggiungere Chicago alla lista dei posti che hanno emesso un mandato d’arresto nei miei confronti. Sono stanco. Comincio a essere molto stanco”.
“Sì so cosa intendi”.
“A volte penso: ne vale la pena?”
“E a volte io penso: no”.
The Marvelous mrs. Maisel (2×10)
La fine della seconda stagione è il punto in cui finalmente la storia di Midge e quella di Lenny convergono, in male, su un terreno comune. Midge comincia a vedere Lenny come un vero essere umano, con sentimenti e molte zone d’ombra. I due da qui cominciano a capirsi a un livello, allo stesso tempo, superiore e più profondo. Cominciano a capirsi come professionisti dello stesso mestiere, ma anche come bruciati della stessa passione, come due lati della stessa medaglia. Nella stessa stagione Lenny chiederà a Midge se Ben sa “che lei ormai è corrotta”. Sembra una battuta ma non lo è, perché la verità è che Midge non può più tornare indietro – vita simboleggiata proprio dal dottore – perché la comedy l’ha avviluppata come una fiamma, una fiamma che arde alla base dello stomaco e non si può più spegnere.
Nello stesso episodio viene ricordato di come Midge abbia avuto il suo primissimo contatto con la comicità proprio con Lenny, prima dell’inizio della serie. Ancora fidanzata con Joel, si era ritrovata proprio in uno di quegli strip club dove si troverà a lavorare nella quarta stagione e Lenny era già lì, agli inizi della sua carriera, a dispensare ottime gag e ispirare giovani comici emergenti come Joel. Ma allo stesso tempo Lenny è quasi sempre presente negli episodi finali di stagione e quindi in moltissimi punti di svolta di Midge, come se la sua sola presenza fosse in grado di segnarla profondamente. Proprio nel finale della seconda stagione – e osservando il numero agrodolce di Lenny chiamato “All Alone” – Midge accetterà che la vita da comica è una vita solitaria e passibile di incomprensioni, una vita nella quale né Ben né Joel possono avere davvero spazio.
Da questo importante punto di svolta, la relazione tra Midge e Lenny cambia radicalmente. Lenny rimane un importante punto di riferimento per Midge, ma poiché lei è ormai in grado di camminare sulle sue gambe come spalla di Shy Baldwin comincia a vedere Lenny sotto una luce diversa. Ormai all’apice del successo, rincontra Lenny in un hotel a Miami e i due avranno un vero e proprio appuntamento. La chimica tra i due è talmente magnetica che entrambi confesseranno di “non avere nulla di divertente da dire”, una cosa che tra due comici sembra quasi buffa e invece è l’emblema assoluto di quanto due persone riescano a essere autenticamente se stesse giù dal palco, una tra le braccia dell’altro.
Ci vuole la più pura comprensione e la massima fiducia per riuscire a dismettere la necessità di essere sempre brillanti, sempre perfetti, sempre intelligenti, sempre… qualcosa, davanti a qualcun’altro.
La chimica tra Lenny e Midge brucia negli occhi di entrambi quando si fissano senza battere ciglio per più di cinque minuti, si consuma sulla pista da ballo e li segue fino alla soglia di una porta di hotel, dove si ferma. Bruciare di passione è una cosa, rovinarla per del semplice sesso è tutt’altra e lo sanno entrambi. Loro che sono sempre qualcosa, molto, di più. Così la serata sfuma nel platonico e in una promessa. Promessa che diventerà constatazione nella quarta stagione, una stagione che ribalta di nuovo le carte in tavola. Lenny e Midge si incroceranno di nuovo agli estremi assoluti delle loro parabole, professionalmente parlando: per Midge una lunga parabola verso il basso, per Lenny verso l’altro. Ancora una volta, però, è il lato umano quello più importante perché questa stagione segna due momenti importantissimi nella loro relazione.
Se professionalmente i due non potrebbero essere più lontani di così – Lenny tra le luci scintillanti del Carnegia Hall, Midge tra quelle al neon del Wolford Strip Club – personalmente sono entrambi in un buco nero e in quel buco nero riescono a essere l’una la luce dell’altro. Prima Midge “salva” Lenny dalla strada e da se stesso, portandolo a casa sua. Seguirà una litigata epica che tirerà fuori tutte le frustrazioni insite in un uomo enigmatico come Lenny: l’idea che Midge non sia la sua controparte femminile come pensava, la frustrazione di non essere il suo tipo di uomo, di non c’entrare nulla col suo mondo. Nello stesso momento, però, Lenny cercherà a modo suo di “salvare” Midge da se stessa, offrendole un’ottima occasione professionale che Midge rifiuterà perché ancora bruciata da Shy Baldwin.
Entrambi fuggono, in modi diversi, da se stessi eppure entrambi vogliono la stessa cosa. Vogliono essere comici, vogliono che la loro brillantezza sia riconosciuta e apprezzata, cambiare il mondo a colpi di risata. Vogliono soprattutto essere capiti, capiti veramente.
Ed ecco che accade. In modo non pianificato, con i capelli in disordine e le scarpe fradice, il trucco sbavato e nessuna perfezione, Lenny e Midge stanno insieme e tutto sembra combaciare alla perfezione. Ma l’autenticità assoluta che li contraddistingue non permette loro di essere fintamente perfetti, quindi Midge deve scoprire su quale china pericolosa Lenny sta finendo – macchiando quel piccolo momento di felicità – e Lenny deve scoprire che Midge ha rifiutato il lavoro. Lo scontro finale sul palco vuoto, silenzioso e assurdamente grande del Carnegie Hall dice tutto. Ed è perfetto. Sputa in faccia a Midge che tutto quello che ancora credeva di Lenny era sbagliato, che lui non è un Dio ma un uomo, che lui soffre e soffre tanto. Le dice che è ora di lavorare, essere umili, essere concreti, essere intelligenti e prendersi tutto.
Questa è la vera dichiarazione d’amore e non l’amore che si è da poco consumato in un letto di hotel, perché parla di vera cura e preoccupazione per la persona amata, parla di orgoglio, parla di dedizione e passione.
Parla di Lenny, che ama Midge al punto di sacrificare ripetutamente la cosa che più ama al mondo per darle anche solo una chance. Parla di Midge, che ama Lenny al punto di andare contro tutto quello per cui è stata cresciuta e contro ogni razionalità. Eppure parla anche dei loro infiniti difetti, gli sbagli, i demoni interiori, le incomprensioni, i fallimenti. Parla di persone vere, autentiche, realistiche. Parla di noi e di noi che vorremmo quello che hanno loro due.